«Dio liberi il mondo dalla disumana violenza del terrorismo»

Il Papa, addolorato per gli attentati degli ultimi giorni, supplica Dio durante l’Angelus di liberare il mondo dalla «disumana violenza» del terrorismo. «Nei nostri cuori portiamo il dolore per gli atti terroristici che, in questi ultimi giorni, hanno causato numerose vittime, in Burkina Faso, in Spagna e in Finlandia», afferma al termine della preghiera mariana. E chiede ai 10mila pellegrini e fedeli in piazza San Pietro di pregare, prima ognuno in silenzio e poi insieme alla Madonna, «per tutti i defunti, per i feriti e per i loro familiari».«Supplichiamo il Signore, Dio di misericordia e di pace, di liberare il mondo da questa disumana violenza», afferma Francesco.

 

Nella sua catechesi, esorta ad «alimentare la fede e fortificare la fiducia in Gesù» perché «tutti abbiamo bisogno di crescere nella fede» e «non abbiamo spazi da difendere: l’amore di Dio è senza confini». Il Pontefice sottolinea che il Vangelo di oggi presenta «un singolare esempio di fede nell’incontro di Gesù con una donna cananea, una straniera rispetto ai giudei». La scena si svolge mentre Gesù è in cammino verso le città di Tiro e Sidone, a nord-ovest della Galilea. È qui, aggiunge, che la donna implora Gesù di guarire sua figlia la quale «è molto tormentata da un demonio». Il Signore, in un primo momento, «sembra non ascoltare questo grido di dolore, tanto da suscitare l’intervento dei discepoli che intercedono per lei: l’apparente distacco di Gesù non scoraggia».

 

Secondo Jorge Mario Bergoglio, la forza interiore di questa donna, che permette di superare ogni ostacolo, va ricercata nel suo amore materno e nella fiducia che Gesù può esaudire la sua richiesta. «Possiamo dire che è l’amore che muove la fede e la fede, da parte sua, diventa il premio dell’amore – spiega il Papa -. L’amore struggente verso la propria figlia la induce a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide!». E la fede perseverante in Gesù le consente di non scoraggiarsi neanche di fronte al suo iniziale rifiuto; così la donna si prostrò davanti a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Alla fine, davanti a tanta perseveranza, Gesù rimane ammirato, quasi stupito, dalla fede di una donna pagana».

 

Pertanto, prosegue Papa Francesco, Gesù acconsente dicendo: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. «Questa umile donna viene indicata da Gesù come esempio di fede incrollabile – commenta il Pontefice. E aggiunge a braccio: «Le donne sono capaci di ottenere cose grandi, ne abbiamo conosciute tante». L’insistenza di questa giovane nell’invocare l’intervento di Cristo «è per noi stimolo a non scoraggiarci, a non disperare quando siamo oppressi dalle dure prove della vita. Il Signore non si volta dall’altra parte davanti alle nostre necessità e, se a volte sembra insensibile alle richieste di aiuto, è per mettere alla prova e irrobustire la nostra fede».

 

«Questo episodio evangelico – prosegue il Papa – ci aiuta a capire che tutti abbiamo bisogno di crescere nella fede e fortificare la nostra fiducia in Gesù. Egli, infatti, può aiutarci a ritrovare la via, quando abbiamo smarrito la bussola del nostro cammino; quando la strada non appare più pianeggiante ma aspra e ardua; quando è faticoso essere fedeli ai nostri impegni».

 

Quindi, incoraggia, è «importante alimentare ogni giorno la nostra fede, con l’ascolto attento della Parola di Dio, con la celebrazione dei Sacramenti, con la preghiera personale come «grido» verso di Lui, e con atteggiamenti concreti di carità verso il prossimo». «Affidiamoci allo Spirito Santo affinché Lui ci aiuti a perseverare nella fede: lo Spirito infonde audacia nel cuore dei credenti; dà alla nostra vita e alla nostra testimonianza cristiana la forza del convincimento e della persuasione; ci incoraggia a vincere l’incredulità verso Dio e l’indifferenza verso i fratelli», dice il Papa.

 

In conclusione prega  la Vergine Maria perché «ci renda sempre più consapevoli del nostro bisogno del Signore e del suo Spirito; ci ottenga una fede forte, piena d’amore, e un amore che sa farsi supplica coraggiosa a Dio».

 

Al termine dell’Angelus «un cordiale saluto» va ai diversi pellegrini italiani e di altri Paesi, in particolare i membri dell’associazione francese Roulons pour l’Espoir, venuti in bicicletta da Besançon, i nuovi seminaristi con i superiori del North American College di Roma; i chierichetti di Rivoltella (Brescia), e i ragazzi e le ragazze di Zevio (Verona). A tutti Bergoglio augura «una buona domenica», raccomandando: «Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buona pranzo e arrivederci!».

Giacomo Galeazzi – VaticanInsider

21 Agosto 2017 | 12:00
Tempo di lettura: ca. 3 min.
angelus (230), preghiera (327), terrorismo (39)
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