Creati come dono gli uni per gli altri

Una vacanza un po’ diversa dalle altre quella dal 17 – 23 luglio a Pila in Valle d’ Aosta del del Movimento dei Focolari in Svizzera. Una caratteristica di questa vacanza è stata la presenza costante di persone di lingue diverse. Ma anche lo scambio quotidiano di vita con persone di confessioni religiose diverse: fratelli riformati di varie denominazioni ed anche persone di religione islamica.

Le giornate sono state scandite dalle quotidiane celebrazioni liturgiche ed in un’occasione da una celebrazione ecumenica: tutte occasioni per comprendere che si è in cammino insieme ad altri e tutti siamo fratelli e sorelle.

Tra i partecipanti adulti, un folto gruppo di bambini e un altrettanto folto gruppo di adolescenti e giovani. Giovani generazioni che a Pila hanno potuto fare un’esperienza utile per maturare le loro scelte future abbeverandosi nel carisma e negli ideali evangelici del Movimento dei Focolari.

Un impatto significativo in questa vacanza l’ha avuta la natura: veramente splendida, diversificata, multiforme: segno forte della presenza di Qualcuno (Dio) che non per nulla continuiamo a considerare il nostro Creatore.

… una delle animatrici dei ragazzi e ragazze ci dice:

«In questi giorni mi ha colpito molto la loro immediatezza nel tradurre in vita ciò di cui abbiamo parlato negli incontri. Per esempio al ritorno da una passeggiata un ragazzo ha cominciato spontaneamente a raccogliere ogni piccolo pezzo di carta che vedeva e uno dopo l’altro anche le/gli altri si sono uniti a lui, facendo molta attenzione a separare ciò che era plastica, carta o alu oppure durante una passeggiata una signora anziana è scivolata e le prime che sono accorse ad aiutarla ad alzarsi sono state proprio due ragazze». Piccoli gesti concreti e coerenti con i motti proposti nei diversi giorni: Ogni cosa è un dono – Il momento è adesso – Solo ciò che è necessario – Siamo tutti collegati.

E ancora una signora musulmana ci dice: «Vorrei ringraziare ciascuno di voi per la vostra accoglienza calorosa e la vostra amicizia. Ci siamo sentiti a casa qui. È stato bello stare con voi. Che Dio vi benedica tutti sempre«.

«Abbiamo vissuto una settimana magnifica. Vorrei ringraziare Dio che ci ha riuniti tutti qui. Era bello ritrovarci tutti insieme provenienti da tutta la Svizzera e anche altri paesi. Ci siamo sentiti una sola famiglia. La presenza dei bambini è stata una gioia ogni giorno. È anche per loro che siamo qui, che costruiamo un mondo migliore. Sono riconoscente agli organizzatori che ci permettono di vivere questi giorni. Due persone mi hanno detto: quello che mi rimane sono due parole: amore e accoglienza. Penso che riassumono bene questa settimana. Penso che questa settimana ci avrà permesso di rinnovare le nostre forze per essere un dono per tutte le persone che incontreremo«. (Un partecipante della Svizzera francese)

«Sono nella gioia di vedere che il dialogo intergenerazionale qui è realtà. È molto bello !
Sono molto toccata di vedere che ciascuno abbia trovato il suo posto. Ero commossa di vedere il bebè di qualche settimana: si vede da dove cominciamo, fino ai senior. È magnifico. Grazie, Gesù, che ci riunisci tutti. È il cielo sulla terra. Siete una luce, un sole, un sorriso. Grazie mille«. (Una partecipante di origine africana, che vive nella Svizzera francese)

«Come ogni mamma, anche la mia mamma prega sempre per me. Mi dice: Che Dio ti faccia incontrare persone amabili. Adesso ho una buona notizia da dare alla mamma: ho incontrato persone amabili qui in Mariapoli a Pila. Grazie a tutti.
Vorrei lodare la varietà di questa realtà con parole belle e profonde, ma non trovo le parole per dirlo in tedesco». (Un partecipante musulmano della Svizzera tedesca)

«Grazie a ciascuno. Si lascia sempre un pezzettino di cuore in vacanza o comunque in un incontro. Portiamo questo cuore all’esterno. Mi è piaciuto terminare con «una città non basta» – meditazione di Chiara Lubich-. Non ci basta mai, vogliamo fare sempre di più, sappiamo che cadremo, che non sempre ci riusciremo, ma ci proviamo. Un grazie a tutti, anche per uno sguardo, per chi non riesce a comunicare ma c’è almeno l’espressione che abbozza un sorriso». (Una partecipante di Lugano)

«Ho vissuto un grande senso di famiglia, una grande semplicità negli incontri. Si poteva parlare insieme anche se non ci si conosceva, era molto bello. Ho potuto conoscere di più varie persone. Grazie!» (Un sacerdote della Svizzera tedesca)