Alcuni giovani ticinesi all'Arsenale della pace con Ernesto Olivero (sulla sinistra)
Ticino e Grigionitaliano

All’Arsenale della Pace di Torino, dove si impara che la bontà è disarmante

«È possibile !» È il titolo di uno dei libri di Ernesto Olivero che racconta la storia del Sermig (Servizio missionario giovani) e dell’Arsenale della pace. Ed è quello che alcuni giovani dal Ticino dal 4 al 7 aprile hanno potuto vedere e toccare.

Quello che sta realizzando questa comunità mista (famiglie, laici e religiosi insieme) è straordinario e lascia di stucco chiunque si rechi alla casa del Sermig, un arsenale enorme dove un tempo si fabbricavano armi, da qualche decennio trasformato in oasi di pace e di speranza.

Tutto è iniziato dal sogno di Ernesto Olivero, il fondatore (che vediamo nella foto con alcuni giovani partiti dal Ticino), di abbattere la fame nel mondo. Grazie al nostro soggiorno di alcuni giorni, ci siamo resi conto che l’Arsenale della pace è soprattutto un luogo di accoglienza per giovani in cerca di un riferimento, volontari desiderosi di aiutare, bambini bisognosi di amore e tanti poveri che lo Stato non riesce ad aiutare. Moltissimi sono i servizi e i progetti, sia all’interno dell’arsenale, che in vari posti della città e in molti Paesi del mondo. Oltre che a Torino, la comunità del Sermig è presente pure in Giordania, dove accoglie bambini con handicap, e in Brasile, dove cerca di dare dignità alle persone che vivono per strada.

Ci ha colpito molto il modo con il quale siamo stati accolti, sia dalla comunità che dai responsabili dei vari servizi. Tutti erano disponibili e desiderosi di coinvolgerci nelle loro varie attività. Da parte nostra abbiamo dato una mano nello smistamento del materiale destinato ai poveri che arriva in grande quantità ogni giorno, nel doposcuola, nei corsi di italiano e nell’accoglienza delle donne. Inoltre, è stato molto bello partecipare alle varie preghiere della comunità e discutere con i giovani che da diversi anni frequentano il Sermig.

Oltre a ciò, abbiamo avuto l’onore di stare un momento con Ernesto Olivero e di porgli alcune domande. Egli ci ha spiegato che la costanza nella preghiera e l’amicizia sono i segreti della sua riuscita.

Torniamo a casa con il cuore rinnovato. Il Sermig ci insegna che bisogna sognare e credere nei propri sogni. Inoltre, è soltanto uniti che siamo forti e capaci di cambiare il mondo. Tocca a noi ora approfittare di questa spinta per diventare maggiormente operativi sul nostro territorio, in special modo dove esistono istituzioni bisognose del nostro aiuto, coltivando la speranza che si respira all’Arsenale della pace.

Elias D’Andrea

Alcuni giovani ticinesi all'Arsenale della pace con Ernesto Olivero (sulla sinistra) | © catt
16 Aprile 2024 | 10:29
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