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In tensione tra Battesimo e Paradiso

di don Massimo Gaia

Chi sono i santi? Si può dare a questa parola una duplice accezione. La prima è quella biblica, soprattutto neotestamentaria. I santi sono semplicemente coloro che hanno ricevuto il battesimo, ossia coloro che, secondo il significato dato alla parola dall’Antico Testamento, sono i «separati dal mondo», i «messi da parte per Dio». In questo senso tutti siamo «santi», proprio perché inseriti in una realtà, quella divina, che ci rende uomini e donne del nostro tempo, ma con lo sguardo rivolto verso un’altrove: Gesù direbbe che «siamo nel mondo ma non del mondo». L’ultimo concilio ha molto insistito su questo concetto, dicendo che tutti siamo chiamati alla santità, ossia a una vita vissuta nella Vita della Santissima Trinità, qui e ora e poi per sempre nell’aldilà.
Nella seconda accezione, più ecclesiale e appartenente al senso comune, per santo/a si intende colui o colei che ha raggiunto un’alta vetta di vita cristiana, vivendo in modo straordinario il suo essere cristiano e compiendo anche gesta o opere straordinarie. Sono coloro che la Chiesa e la comunità cristiana riconosce e venera come «santi», proprio perché hanno saputo collaborare con la grazia in modo tale da saper compiere in modo straordinario il progetto straordinario che Dio aveva su di loro.
Da questo punto di vista, allora, siamo davvero tutti santi, anche noi che ancora stiamo compiendo il pellegrinaggio terreno. Potremmo, anzi, dire che tutti noi siamo in cammino dalla santità (in quanto battezzati) verso la santità (in quanto opera di Dio compiuta). Siamo in tensione tra battesimo e paradiso. In questo senso i Santi riconosciuti, quelli del calendario, per intenderci, «sono» santi. Noi, ancora in cammino, «tendiamo» verso la santità; siamo in cammino, in quanto battezzati, a «divenire» sempre più santi, fino ad esserlo, una volta pervenuti nell’aldilà, in eterno.
Questo pensiero, questo atteggiamento, ci tiene desti, svegli, pronti, dinamici, in tensione costante verso un «essere» alla cui ricerca e compiutezza occorre continuamente essere orientati.
Come essere santi, oggi? Non c’è una ricetta universale, bensì solo una lista di ingredienti, che poi occorre sapientemente mescolare insieme. Ogni cristiano di ogni tempo e di ogni luogo ha dovuto trovare la propria ricetta personalissima, secondo un concetto di fantasia che è limitato solo dallo Spirito Santo, la cui fantasia, per definizione, non ha limiti. Non da ultimo anche il gusto personale e le affinità con questo o quel santo possono suggerirci la formula giusta.
E se dovessi proporre un paio di suggerimenti, secondo il mio gusto personale, allora per gli adulti suggerirei la ricetta di Santa Teresa del Bambino Gesù: «La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare le cose ordinarie in modo straordinario». Per i bambini e i ragazzi suggerirei il programma di santità consegnato da San Giovanni Bosco a San Domenico Savio: «La santità consiste di tre elementi che poi bisogna mescolare insieme: 1. Essere sempre allegri; 2. Impegnarsi a fondo nei doveri quotidiani e nella preghiera; 3. Far del bene agli altri».

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1 Novembre 2015 | 07:16
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