DIARIO DALLE FILIPPINE di Daia /7

Dal 18 luglio all’8 agosto la Conferenza Missionaria della Svizzera Italiana (CMSI) è nelle Filippine con un campo estivo. Una volontaria, Daia, terrà un diario di bordo per catt.ch sull’esperienza.

di Daia

Mi mancheranno quei momenti di condivisione giornalieri che dovrebbero venir naturali anche a casa, con chi ti è più vicino. Spesso ci riesce molto più semplice andare «dall’altra parte del mondo» piuttosto che aiutare le persone che ci stanno accanto… ci si conosce così bene eppure risulta quasi un tabù. Qui, quasi ogni sera, ci vien data la possibilità di trovarci tutti insieme, elaborare quanto vissuto durante il giorno ed esternare le proprie emozioni, dubbi, ecc. Un condividere che può essere anche personale, guardarsi dentro e riscoprire cose che si avevano lasciato lì, in un punto buio dentro di noi, come a provare di dimenticarcene, come se non fosse abbastanza importante per meritare la nostra attenzione. Stasera, ho riscoperto quelli che chiamo segnali. Sono ancora alla ricerca della mia fede, mi riesce difficile credere in qualsiasi cosa che non si possa vedere o toccare. Dovrei iniziare a chiudere gli occhi, per davvero, e cominciare ad ascoltare e a sentire, privandomi di vista e tatto. In questi ultimi anni, tornata dalla mia prima esperienza di volontariato con la CMSI, ho ri-iniziato ad avvicinarmi alla chiesa, «accantonata» dall’adolescenza. Avevo bisogno di qualcosa che andasse oltre le regole e la presenza tutte le domeniche a messa. Trovare qualcosa di più profondo in cui credere. Don Rolando nei giorni scorsi ci ha interrogati su cosa fosse per noi il pane di vita. Il mio non l’ho ancora trovato. Accanto a me ho scoperto piuttosto delle briciole, persone che mi hanno permesso di vedere quella luce nei loro visi che mi spinge a seguirli ricominciando ad andare a messa, seppur solo di tanto in tanto, e apprezzare i gesti semplici quotidiani. Come la condivisione di un pasto che dovrebbe venire naturale e per molti risulta scontato. Prego sempre affinché ognuno abbia qualcuno con cui condividere anche solo un pezzo di pane… Perché la ricchezza non sta in quel che si ha ma con chi lo si condivide. Ho riscoperto una grande famiglia che ti accetta per quel che sei, in modo spontaneo, senza chiedere nulla in cambio. Un amore così gratuito che per chi non è abituato può risultare difficile a credersi, che riesci a toccare con mano pur non vedendolo con gli occhi, ma guardandolo con il cuore. Come pollicino sto seguendo queste briciole che mi fanno sentire su una via sicura, e che mi permettono di seguire la luce. Ringrazio le mie briciole, che non si potrebbe neanche chiamarle tali data la grandezza delle stesse che tutto hanno meno che l’essere piccole, e chi le ha mandate. Sono grata per quei segnali che non riesci ad identificare e che quando accadono ti lasciano stranita. Provi a dargli un senso e per alcuni riesci a trovare risposta solo qualche tempo dopo. A volte giorni, altri anni. Ti viene tolto per ridarti il doppio, bisogna solo saper aspettare. Smettere di cercare perché quello sarà il momento in cui troverai. Aumentano le domande e scarseggiano le risposte, l’importante è non lasciarsi abbattere, continuare a fare quel primo passo e lasciarci condurre. Non farci fermare dal terrore, ma vivere!
«Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno. Vivere perché ritorni al mondo l’unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi.» ~ dalla canzone ‘vivere la vita’
7 Agosto 2015 | 07:00
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