Francesco Muratori

Diario di bordo – Giorno 3: il salvataggio

Il momento è arrivato improvviso, devastante, incalcolabile. No, non ero pronto. Tre salvataggi in un giorno un alle 5 del mattino (760 migranti), uno alle 12 (circa 120), uno al pomeriggio (altri 130 circa). Operazioni di salvataggio non facili: ci può essere panico, il gommone si sgonfia, necessità mediche e poi… I bambini: tanti, il più piccolo ha una settimana. Una settimana, capito? E poi i minori da solo senza genitori: tanti, spaesati. Minori senza genitori, capito? Questa è la normalità di questo mare. La nave SOS Mediterranee dall’inizio dell’anno ne ha salvati oltre 9000. Non c’è alternativa. Qui si muore! E a tutti quelli che non ce l’hanno fatta SOS Mediterranee ha dedicato il premio UNESCO ricevuto oggi a Parigi.

Numeri impressionanti ma dietro ogni numero c’è una storia, un volto, un dolore. Chiediamocelo davanti ai TG. Io qui ho visto e toccato con mano. Ho sorriso e salutato con un «welcome in Europe, now you are safe» quasi tutti gli ospiti a bordo perché ero alla distribuzione dei generi di prima sussistenza. Vi avevo detto che tutti si danno un gran da fare?

Stiamo rientrando verso l’Italia, l’aquarius è sovraffollata. Ma mondo non lo è, c’è posto per tutti nell’umanità. Umanità di cuore e di gesti.

Non abbiate paura. Restiamo umani.

28 Giugno 2017 | 06:41
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