Francesco Muratori

Comunicazione vaticana: qualcosa sta cambiando

di Francesco Muratori dalla Rivista di Caritas Ticino

E’ più che mai evidente che la comunicazione di Papa Francesco è a più livelli. Più livelli perché una prima lettura superficiale colpisce il cuore e la pancia. Ma una seconda lettura, approfondita, va dritta al cervello. Grazie a questa comunicativa, il Santo Padre, si è conquistato un ruolo, sia con tutto il popolo cristiano, come parroco di tutti, e forse anche unico interlocutore, sullo scenario diplomatico internazionale contro il capitalismo (persino a Cuba non è più un tabù) e a favore della pace. La sua azione diplomatica è spinta da una urgenza, che è anche dovuta all’età, probabilmente, visto che è salito al soglio di San Pietro quando i vescovi ormai vanno in pensione. Urgenza che gli ha fatto dichiarare che «forse» il suo Pontificato sarà breve e di indire un anno Santo Straordinario sul tema della Misericordia. E vista questa urgenza ha messo nei punti chiave dei dicasteri Vaticani, persone di esperienza e di azione. Per esempio pensando allo scacchiere internazionale, ha posto alla Segreteria di Stato, un diplomatico di lungo corso come Parolin, dopo l’egemonia di un canonista, Bertone. Ma ciò che ha colpito è stato il progressivo spostamento  dell’attenzione mediatica da Dio, centro, al ruolo delle uomo, in una accezione chiaro/scura, senza intaccare dogmi e verità teologica. Il rilievo è che è l’uomo, il responsabile della creazione di povertà, guerre, miserie ed è sempre l’uomo che poi ricostruisce sulle quelle macerie. In questo circolo vizioso si è inserito portando la voce e l’autorevolezza della Pax e della Speranza con fatti concreti. Se pensiamo agli ultimi tempi, il Papa, ha bloccato gli aerei già in volo per bombardare la Siria, è poi intervenuto in maniera decisa in Palestina. Ed eclatante è il messaggio all’unisono di Castro e Obama nel ringraziare il Vaticano per aver avvicinato i due Paesi, Cuba e Usa, in guerra ideologica e materiale da decenni. Ma torniamo ai livelli comunicativi. Sono sia metaforici che logistici. Un livello logistico è quando fisicamente il Papa si trova in volo sull’aereo nei viaggi apostolici. Sembra che l’aria rarefatta o la pressurizzazione della cabina, perdonatemi la battuta irriverente, giochi un ruolo sulle parole pronunciate dal Papa. Ricordiamo il paragone:»Se offendi mia madre, aspettati un pugno», in riferimento alla strage al giornale satirico Charlie Hebdo. Oppure la «Chiesa babysitter», il «Dio-spray», le suore che devono essere «madri e non zitelle», la vita cristiana che «non è una terapia terminale», la lode dei «cristiani squilibrati, i «cristiani pipistrelli». Ma tutto questo contribuisce a creare una figura rispettata e autorevole non solo per il ruolo che ricopre ma anche per il riuscire ad essere in ogni ambito nel modo e nella maniera giusta, anche con metafore ed espressioni evocative apparentemente di uso quotidiano. E’ il commensale perfetto che puo’ sedersi al tavolo dei potenti con umiltà e sapienza e fermarsi a chiacchierare con i poveri materiali e di spirito, diffondendo la buona novella. Solo tre papi sono diventati uomini dell’anno per il prestigioso Time: Giovanni XXIII per il suo intervento nella crisi missilistica a Cuba, Giovanni Paolo II il quale, a detta di Gorbacev, è stato il vero fautore del crollo del muro di Berlino (e non del crollo del comunismo, poiché lo stesso Giovanni Paolo II ha affermato che il comunismo sarebbe crollato da sé per una sua crisi antropologica interna), e Papa Francesco. Un motivo ci sarà. E’ in atto una conversione del Papato come lui stesso afferma nella Evangelii Gaudium? Di certo non è un errore comunicativo, come quando si è rifiutato di giudicare i gay che cercano Dio (conferenza stampa sul volo di rientro da Rio de Janeiro). In una intervista ai Gesuiti aveva detto: «La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile«. Questo può spiegare che Francesco parla una lingua nuova, di annuncio diretto, che non è prigioniera di costruzioni culturale e teoriche che la farebbe arrivare al destinatario come elemento di insegnamento scolastico.

Leggi la rivista di Caritas Ticino.

31 Marzo 2015 | 09:18
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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