Italo Molinaro

Bambini annegati e foto in FB

di Don Italo Molinaro

Girano su facebook immagini shockanti di piccoli profughi annegati nelle acque del mediterraneo. Immagini crudeli e bestiali, che un politico ticinese ha deciso di postare per scuotere le coscienze. Giusto o non giusto pubblicare? Molti i commenti, in tutte le direzioni. Ma il vero tema è: noi, che cosa c’entriamo? Siamo o non siamo corresponsabili di questi drammi? Evidentemente a un primo livello non siamo responsabili diretti. Ma possiamo fermarci qui? Alla vigilia delle votazioni federali, che spazio hanno questi discorsi sulla responsabilità della Svizzera nel mondo? Certo, se neanche le potenze mondiali si svegliano, che cosa possiamo fare noi? Ma se tutti la pensano così, nulla mai cambierà! E comunque la Svizzera quando vuole si attiva eccome! So ad esempio che le ambasciate svizzere nel sud del mondo si attivano nei confronti delle ditte svizzere, per raccomandare il rispetto dei diritti dei lavoratori, la difesa dell’ambiente ecc… Se non altro per il buon nome della Svizzera, per non fare figure, insomma. Ma c’è qualcosa che possiamo fare anche su altri fronti, in modo discreto ma più attivo? Un discorso che mi aspetterei dai politici e dall’economia, ad esempio, sarebbe una riflessione sul fenomeno generale di queste migrazioni attraverso il mediterraneo: che cosa nascondono? Che cosa rivelano? Non è infatti qualcosa di transitorio, ma un segnale epocale, un mutamento culturale, che non si gestisce semplicemente con provvedimenti di frontiera. Ma d’altronde, noi, come cittadini, che segnali diamo alle autorità? Mi ha colpito un recente sondaggio: gli svizzeri ritengono che la barca non è piena, e auspicano più generosità nella politica di asilo. Sarà vero? Sono questi segnali che occorre mandare, perché fin che domina la paura, dal mondo politico non verrà mai un gesto di coraggio. Mi ha colpito anche la fermezza con cui Angela Merkel nei giorni scorsi ha condannato i recenti attacchi xenofobici a centri per richiedenti l’asilo. A un certo punto, gli interessi elettorali devono cedere il passo al senso di giustizia. I vescovi svizzeri hanno ricordato il 1 agosto che tante ditte svizzere attive nel mondo hanno enormi responsabilità sul fronte dei diritti umani dei lavoratori, e dell’ecologia. Dietro i cosiddetti rifugiati economici, non c’è anche il degrado delle condizioni di vita e lavoro nei paesi del sud? Alla fine, vien da pensare che le migrazioni siano considerate il male minore, di fronte a una instabilità globale che in fondo fa comodo, tiene basso il prezzo del petrolio, impedisce a tanti paesi di incamminarsi verso un vero sviluppo, e di affrancarsi dal neocolonialismo…
Dalle foto dei piccoli morti in mare, alla geopolitica di interessi inconfessabili! È la moda dei complotti, o c’è del vero? Fin che continuerà l’attuale cappa di silenzio sui perché, i dubbi mi rimarranno.

2 Settembre 2015 | 07:45
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