Linn Lévy
Svizzera

La RTS sopprime il programma religioso televisivo 'Faut pas croire'

Con un comunicato a firma Médias-pro e Cath-Info, le due istituzioni protestante e cattolica che lavorano in partenariato con la RTS esprimono tutto il loro rammarico per la decisione comunicata in questi giorni dalla RTS di abolire il programma televisivo «Faut pas Croire» (RTS 1). La ragione è che RTS intende reinvestire parte del denaro risparmiato, in produzioni digitali. I partner di RTSreligion (Cath-Info e Médias-pro), capiscono la necessità di risparmio. Tuttavia, «contestano una scelta così radicale che indebolisce il servizio al pubblico in un’area sensibile e chiedono parità di trattamento con gli altri programmi RTS interessati», come scrivono nel loro comunicato.

«Quest’estate RTS ha interrotto l’accordo con i partner storici di RTSreligion: Médias-pro (Dipartimento dei media delle Chiese riformate di lingua francese) e Cath-Info (Centro cattolico dei media di Losanna). Nell’ambito di una serie di misure di riduzione dei costi, legate soprattutto alla riduzione delle entrate pubblicitarie, il servizio pubblico ha deciso di abolire la trasmissione televisiva «Faut pas croire» (RTS Un, sabato 13.30) alla fine di giugno 2022. Per compensare questa perdita, parte del denaro risparmiato sarà reinvestito in un’offerta digitale, i cui dettagli non sono noti», spiega il comunicato.

Per Médias-pro e Cath-Info si tratta di «un’inaccettabile disuguaglianza di trattamento». Le istituzioni Médias-pro e Cath-Info, che si occupano di produzione audiovisiva da molto tempo, «comprendono la pressione finanziaria che si esercita attualmente su RTS e sono disposte a sostenere misure ragionevoli di riduzione dei costi. Ma i tagli a RTSreligion sono due volte più grandi dei tagli medi alle altre parti della RTS. In nome della parità di trattamento, questo non è accettabile», scrivono.

«Le religioni devono mantenere una presenza in televisione»
Questi tagli, secondo le due organizzazioni, «decretano la fine di un’offerta editoriale religiosa, spirituale ed etica in televisione». Dopo i durissimi tagli a RTSreligion nel 2016 – che hanno scatenato l’indignazione del pubblico attraverso una petizione firmata da 27.000 persone – questa decisione indebolisce ulteriormente l’offerta religiosa a disposizione dei telespettatori della Svizzera francese. L’offerta di liturgie televisive era già stata ridotta due volte. «Nell’attuale contesto di grandi sfide etiche e di domande sul significato della vita, la cancellazione di «Faut pas croire» è incomprensibile», viene spiegato.

«65 anni di collaborazione messi in discussione»
Come si legge nel comunicato, «all’interno delle Chiese riformate e cattoliche della Svizzera, che commissionano Cath-Info e Médias-pro, questa decisione rischia di suscitare indignazione per la mancanza di consultazione e di riflessione editoriale su ciò che si può fare con risorse ridotte. Questa decisione mina un partenariato originale, iniziato più di 65 anni fa tra il servizio pubblico televisivo e le chiese, che ha dato vita a RTSreligion, denunciano i partner».

Il digitale non sostituisce la televisione
Médias-pro e Cath-Info accolgono la volontà di RTS di reinvestire risorse in un’offerta digitale. Si tratta di una direzione che loro stessi hanno anticipato e sostenuto, ma che «non può semplicemente sostituire un’offerta televisiva, in particolare per il pubblico più anziano. Inoltre, la RTS non deve trascurare l’accompagnamento dei cambiamenti della società e della convivenza, che sono al centro della sua missione e giustificano in parte il canone che il popolo ha deciso di mantenere».
Nei negoziati che stanno per iniziare per redigere un nuovo accordo, Cath-Info e Médias-pro si aspettano che RTS tenga conto delle loro obiezioni e dia prova di flessibilità e creatività.

Il programma

«Faut pas croire» è un settimanale di 29 minuti che viene trasmesso il sabato alle 13.30 su RTS Un e ritrasmesso la domenica alle 11.40 su RTS Un. Composto da reportage, interviste e documentari, «affronta le questioni etiche, filosofiche, spirituali e religiose che attraversano la nostra società, (…) interrogando l’essere umano in tutte le sue dimensioni» secondo il mandato della RTS. Creato nel 2008, il programma ha subito diversi cambiamenti per ragioni editoriali o economiche. Oggi, «Faut pas croire» è presentato da Linn Levy. La giornalista ha accolto personalità come lo scrittore Emmanuel Carrère, l’astrofisico Trinh Xuan Thuan, il rabbino Delphine Horvilleur e la teologa Lytta Basset. Ogni estate, una selezione di programmi viene trasmessa su TV5Monde.

Piena solidarietà da parte delle redazioni di ComEc ai colleghi colpiti da questo taglio

(cath.ch/com/mp/catt.ch/red)

Linn Lévy | © Bernard Hallet
9 Settembre 2021 | 12:50
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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