Giustizia e Pace contro l'aumento delle esportazioni di armi

da Cath.ch

La Commissione Giustizia e Pace «è convinta che le armi e le guerre non rendano il mondo più giusto e pacifico e che monopolizzino le scarse risorse». Sulla base di questa convinzione, la commissione annuncia in un comunicato del 2 luglio 2020 il suo sostegno alla seconda variante della controproposta indiretta del Consiglio federale all’iniziativa popolare «contro l’esportazione di armi verso Paesi in preda alla guerra civile» (comunemente nota come «iniziativa di rettifica»). Quest’ultima è stata lanciata in seguito alla modifica, nel 2018, di un’ordinanza del Consiglio federale che avrebbe consentito l’esportazione di armi verso Paesi in conflitto interno.

Il mantenimento dei posti di lavoro non deve prevalere

La seconda variante «risponde meglio alle nostre preoccupazioni» dice Giustizia e Pace. La Commissione della CES, pur sostenendo in generale il testo di «rettifica», ha avviato una collaborazione con altri attori della società civile impegnati a ridurre le esportazioni di armi.

La prima delle due varianti, messa in consultazione dal Consiglio federale nel marzo 2020, stabilisce, secondo giustizia e pace, lo status quo nel settore delle esportazioni di armi. La commissione dichiara pertanto di non poterla sostenere.

L’iniziativa «rettifica» propone che i criteri per l’esportazione di armi non siano più stabiliti in un’ordinanza, ma nella legge federale sul materiale bellico e nella Costituzione. «Le esportazioni di materiale bellico devono avere un maggiore sostegno politico e una maggiore legittimità», dice la Commissione episcopale.

«Né il profitto economico né la salvaguardia dei posti di lavoro devono essere la considerazione primaria in una valutazione etica dell’esportazione di materiale bellico. Il benessere di tutti deve essere il principale criterio etico», ha scritto Giustizia e Pace. La commissione ritiene inoltre che un aumento delle esportazioni di armi sia in contraddizione con l’immagine della Svizzera come fornitore di «buoni» servizi nell’interesse della promozione della pace. (cath.ch/com/rz)

3 Luglio 2020 | 12:40
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