La Basilica del Sacro Cuore a Lugano: una pagina di storia ticinese

I vip, la cronaca ticinese e l’attualità mondiale negli affreschi.

Emerge questo dal restauro in corso dell’abside che restituisce ad essi la loro nuova luce e bellezza. Si scopre così che sono la fotografia di un periodo storico bistrattato e mal compreso dell’arte e dell’architettura ticinese. Siamo nell’aprile del 1922, e nel quartiere di Molino Nuovo, estrema periferia di Lugano, la Chiesa della Madonnetta, diventa troppo piccola per accogliere i fedeli del Quartiere in piena espansione demografica. Su iniziativa del canonico Annibale Lafranchi, si dà così il via ai lavori di costruzione di quella che sarebbe poi diventata la Chiesa del Sacro Cuore. Il tutto sotto l’impulso e l’attenta guida dell’amministratore apostolico del Ticino mons. Aurelio Bacciarini e con il sostegno di tutto l’associazionismo cattolico. Poteva sembrare paradossale costruire in quei  tempi di grandi battaglie ideologiche una chiesa accanto all’ospedale, luogo per eccellenza della vittoria della scienza, ma così fu, e oggi nei corsi e ricorsi storici accanto alla basilica sorgerà una «cattedrale» residenziale firmata da Mario Botta. Un quartiere da scoprire e riscoprire anche attraverso le parole di un illustre abitante: Daniele Finzi Pasca.

17 Giugno 2019 | 11:30
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