Internazionale

Asia Bibi non può lasciare il Pakistan. Rinviato il rilascio dopo un accordo tra islamisti e governo

È stato rimandato il rilascio di Asia Bibi, la donna cristiana assolta in Pakistan otto anni dopo essere stata condannata a morte per blasfemia. Le autorità le impediranno anche di lasciare il Paese. E’ l’esito di un negoziato con gli islamisti radicali che da tre giorni hanno paralizzato le città e la vorrebbero vedere impiccata. L’accordo è stato raggiunto tra il governo e il partito mussulmano sunnita Tehreek-e-Labbaik: Asia Bibi non potrà lasciare il Paese fino a quando la Corte Suprema non avrà effettuato un riesame definitivo della sua sentenza, ha spiegato il ministro agli Affari Religiosi Noorul Haq Qadri.

Ma intanto nel mondo islamico pakistano vi sono state alcune voci che hanno criticato la prova di forza del partito sunnita: un gruppo di religiosi islamici nel forum «Tanzeem Ittehad-i-Ummat» ha chiesto ai manifestanti per rimanere calmi e pacifici. Muhammad Zia-ul-Haq Naqashbandi, il presidente dell’organizzazione con sede a Lahore, ha dichiarato: «Non è il momento di combatterci l’un l’altro, di uccidere la nostra gente e distruggere la nostra proprietà. Con questi atti si dice al mondo che noi siamo estremisti». E ha aggiunto: «Chiediamo che ogni protesta sia sempre pacifica e che non danneggi la proprietà pubblica o privata». La protesta «ha colpito infatti l’economia del paese e negli ultimi tre giorni e molte persone hanno avuto difficoltà a raggiungere le loro destinazioni, compresi i pazienti che vanno negli ospedali» ha notato il leader religioso.

(Red/Ansa/Agenzia Fides)

3 Novembre 2018 | 11:13
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