Ticino e Grigionitaliano

Una bandana per lottare contro il cancro

«Mentre tanti eventi venivano cancellati, ci siamo detti che la nostra Corsa non poteva fermarsi». Chiara Devittori, 62 anni, quattro volte in gara alle Paralimpiadi nello sci di fondo, è madrina e membro del Comitato organizzatore della Corsa della Speranza. L’appuntamento dedicato alla raccolta fondi per la ricerca sul cancro va in scena a Lugano da ormai quindici anni, ma quest’anno si svolgerà in maniera innovativa. Gli organizzatori hanno scelto di produrre una bandana speciale che può essere ordinata sul sito www.corsadellasperanza.ch e ritirata in vari punti vendita all’interno del Cantone.

La sfida per tutti gli amici della Corsa è semplice: da agosto e per tutto settembre sarà possibile indossare la bandana durante escursioni o passeggiate, e postare sui social una fotografia con l’hashtag #lasperanzainmovimento2020. Una Corsa della Speranza itinerante e senza pericoli di assembramento, con un obiettivo ben preciso. «Vogliamo continuare a condividere le esperienze legate alla malattia e alla sofferenza», riassume Chiara. «Nessuno, tra le persone malate di cancro o i loro famigliari, deve sentirsi solo».

Originaria di Comano, Chiara conosce per esperienza personale il valore della ricerca medica. Nel 1994 le viene diagnosticato un tumore che causa l’amputazione della gamba destra. «Ero in cura a Zurigo, poi mi hanno spostato a Bologna in una struttura all’avanguardia negli studi sui sarcomi: a me è andata bene, devo ringraziare i medici che mi hanno seguita». Lo sport è stato fondamentale dopo l’operazione: «Nella sofferenza bisogna darsi degli obiettivi, trovare qualcosa da fare con piacere anche se in condizioni differenti. Ho sempre gareggiato a livello dilettantistico, in particolare nello sci di fondo e nelle corse podistiche, ma dopo il sarcoma ho vissuto l’esperienza bellissima delle competizioni internazionali paralimpiche: da questo punto di vista posso dire che la malattia mi ha tolto una gamba, ma mi ha anche dato nuove possibilità imprevedibili».

Fin dalla prima edizione Chiara ha partecipato alla Corsa della Speranza. «Durante l’evento tante persone vengono a parlare con me o gli altri promotori: condividono le loro storie, si aprono e trovano ascolto e incoraggiamento. È il valore aggiunto del nostro ritrovarci, senza mai dimenticare chi purtroppo non è più con noi». In quindici anni la Corsa della Speranza ha raccolto fondi per quasi un milione di franchi. Quest’anno sono state prodotte 3500 bandane, che possono essere acquistate al costo di 20 franchi l’una o di 50 franchi complessivi per nucleo famigliare. I proventi sono devoluti alla Fondazione Ticinese per la Ricerca sul Cancro che finanzia progetti di ricerca internazionali svolti da medici ticinesi nel Cantone o all’estero. «La bandana è proprio bella», sorride Chiara: «è di color verde speranza, con un meraviglioso mandala disegnato dal nostro Malù Cortesi». L’ultimo pensiero è per chi vive la malattia durante il periodo della pandemia: «Sono mesi difficili», riflette Chiara, «perché mancano le occasioni d’incontro. Ci auguriamo che si possa presto tornare a una vita piena di relazioni, abbiamo capito che alla fine sono il bene più prezioso». Nell’attesa, un piccolo gesto come l’acquisto della bandana può fare tanto per mettere in circolo la speranza.

7 Settembre 2020 | 15:05
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