Un ponte musicale tra Africa e Ticino

Uno sguardo sul Burundi

Verrà presentato questa sera, 28 settembre, alle 20.30 al Palazzo dei Congressi di Muralto, con un vero e proprio concerto, il video musicale Il canto della terra ralizzato a distanza dal gruppo ticinese Sound of Glory e due gruppi musicali burundesi, tra cui gli Amis du chant, la corale di giovani del Centre Jeunes Kamenge di Bujumbura, sostenuto ormai da anni con tenacia dall’associazione, anch’essa ticinese, Amtibu – Amici Ticino per il Burundi. Come associazione, «miriamo a far sì che si mantenga alta l’allerta e l’attenzione nei confronti del Burundi, che tra l’altro nell’aprile del 2020 vedrà la popolazione tornare alle urne per le elezioni presidenziali, che si preavvisano già molto problematiche per il clima di generale instabilità che regna nel Paese. Ad essere colpiti soprattutto i più giovani», dichiara il Presidente dell’associazione Marco Barzaghini.

L’attuale presidente del Burundi Pierre Nkurunziza, in carica dal 2005, correrà presumibilmente per il quarto mandato, anche se la costituzione del Burundi prevede un massimo di due mandati. Nel 2015 Nkurunziza si candidò per un terzo mandato violando la costituzione. Tra le proteste dell’opposizione e della comunità internazionale, vinse le elezioni e si confermò presidente della Repubblica per la terza volta. La sua rielezione provocò proteste di massa nel paese che sfociarono in numerosi scontri con le forze governative. Il risultato dei disordini fu tragico: 1200 persone perirono e circa 350mila lasciarono il paese. Le elezioni di maggio 2020 potrebbero avere conseguenze simili se Nkurunziza decidesse di correre per il quarto mandato.

L’ecologia in musica

Quello di unire Africa e Ticino attraverso la musica è ormai diventato un marchio di Amtibu, che ha promosso l’iniziativa, grazie anche al sostegno di generosi benefattori privati ticinesi: nel 2018, il cantante ticinese Gregory De Vito, in arte Kataclisma, su iniziativa dell’associazione, aveva composto con i tre giovani burundesi Claude Nizi, Edmond Rossif e Timy la canzone Un mondo migliore, lanciata su youtube. Al centro del testo la speranza per la pace: «Proclamare la pace e l’Amore; è la nostra moneta: tutti assieme ne siamo capaci; Bianchi e neri, siamo tutti fratelli; uniamoci in quanto l’unione fa la forza», recitava una strofa della canzone. Sull’onda del successo di questa prima iniziativa, altri artisti si sono poi fatti avanti per collaborare con i giovani burundesi. Tra loro gli Sweaty Bells, band di fiati e batteria del Mendrisiotto, con la canzone Shalom, gli Eleonor Quartet, Ruben Sebastiani e, ultimi in ordine cronologico, i Sound of Glory.

Con quest’ultimi, si è pensato a una canzone che trattasse del tema ecologico, di rispetto del Creato e di lode della natura, sulla scia della Laudato si’. Il testo e la musica sono stati composti da padre Angelico Greco di Cugnasco. A suggerire il tema Marco Barzaghini: «Abbiamo scelto il tema ecologico perché oggi viene trattato dalle personalità più importanti nel mondo. Come dice Papa Francesco, è importante che l’uomo si metta a curare la propria casa comune, anche se forse siamo già in ritardo…».

Amtibu e i Sound of Glory

Il gruppo dei Sound of Glory, come ci informa lo stesso padre Angelico, è nato nella notte di Pasqua del 2017. «È da otto anni che sono a Cugnasco, ho sempre fatto musica, ma il gruppo ha ricevuto il suo statuto in quell’occasione, costituendosi come associazione e acquisendo una sua propria fisionomia». Esso non conta solo ragazzi di Cugnasco e Gerra, «ma provenienti anche da altre parti del Vicariato del Locarnese e da poco anche di una voce del luganese». In tutto si tratta di una ventina di voci. Alle spalle ha già la composizione e realizzazione di 20 brani musicali, portati con vari concerti in tutta la Svizzera italiana. Dopo due anni di attività, quest’anno hanno proposto il loro primo videoclip, intitolato In the silence of the night, brano meditativo, che vuole spingere all’introspezione.

L’associazione Amici Ticino per il Burundi nata invece nel 2007 ha come obiettivo quello di sostenere il Centre Jeunes Kamenge (Bujumbura, Burundi), i cui iscritti superano attualmente le 50’000 unità e la cui cura è affidata alla Diocesi locale.
Le attività del centro giovani sono fra le più varie e hanno come scopo principale quello di mantenere la pace in un Paese toccato dalla guerra civile e quello di permettere di scoprire la ricchezza dell’altro, anche se di etnia o religione diversa da quella a cui si appartiene.

La realizzazione del Canto della terra

La lavorazione del brano è iniziata nello scorso anno e ha richiesto diversi mesi di lavoro. «Abbiamo creato un gruppo whatsapp, dove ci scambiavamo le tracce musicali», racconta Valentina, voce dei Sound of Glory. «Ma in realtà il gruppo si è presto trasformato in qualcosa di più: non ci scambiavamo solo cose inerenti la realizzazione del progetto, ma raccontavamo anche di noi. I ragazzi burundesi tenevano molto a questo aspetto. Uno di loro, Edmond, ci ha persino comunicato che si sposava tramite il gruppo e poi ci ha mandato le foto della cerimonia».

Una volta riunite le tracce musicali, Enrico Varriano, dello studio di registrazione Eleffant a Gerra Piano, ha provveduto a riunirle in un’unica traccia. «Abbiamo lasciato carta bianca ai ragazzi burundesi affinché completassero l’altra metà della canzone, pur avendogli già proposto una base. Si può davvero dire che la canzone ha fatto il giro dell’Europa, oltre che dell’Africa: mi sono infatti avvalso dell’aiuto di un collega a Londra; un lavoro direi transculturale, frutto dell’incrocio di più culture. Le tracce che ci hanno mandato dall’Africa erano tantissime, tutte connotate da una grande creatività e, soprattutto, di spessore artistico notevole». Il risultato sorprende: una canzone che è un perfetto mix in lingua francese, italiana e kirundi, lingua ufficiale del Burundi.

Dell’assemblaggio del videoclip, invece, si è occupato Marco Bitonti, come già nelle precedenti canzoni realizzate da Amtibu. Le riprese in Ticino, ci racconta, sono durate una settimana, per un totale di cinque minuti di video; il montaggio e la sincronizzazione dell’audio, invece, sono durati settimane. «Un video che abbiamo voluto semplice, naturale, senza grandi effetti, perché emanasse naturalezza», ci rivela Bitonti. «A volte abbiamo trovato quasi più difficoltà noi stessi, qui in Ticino, a organizzarci che non loro, dal Burundi. La cosa incredibile è la qualità dei video che ci hanno mandato. Sia loro che noi abbiamo fatto uso di immagini aeree riprese con i droni».

Ma quale immagine del Burundi esce dal video? «In Burundi la natura ha un ruolo preponderante. Hanno poco ma lo sanno sfruttare bene. Dalla natura traggono tanto e forse è proprio per questo che dobbiamo impegnarci affinché il pianeta venga tutelato. È il lato bello che esce del Burundi, pur nella consapevolezza delle difficoltà».

«Un progetto anzitutto sociale», sottolinea Valentina, che riconosce l’importanza del lavoro svolto, soprattutto in merito all’integrazione dei ragazzi burundesi. «La musica permette a questi ragazzi di andare avanti», ci aveva a suo tempo spiegato anche Marco Barzaghini. «In una realtà come quella burundese, costantemente sopsesa tra la pace e la guerra e dove le scuole pubbliche funzionano poco e male, è fondamentale per questi ragazzi avere un’attività in cui investire tempo e energie, per non finire sulla strada».

Questa sera il concerto

La serata di oggi sera sarà molto particolare: oltre al concerto, che vedrà i Sound of Glory cantare, oltre alla canzone Il canto della terra, molti dei pezzi del loro repertorio, prevederà un collegamento streaming con l’Africa, durante il quale i ragazzi burundesi rivolgeranno alcune parole al pubblico. A presentare l’intera serata, inoltre, i giornalisti RSI Enea Zuber e Marco Colandrea. I contributi raccolti durante la serata andranno in favore del Centro Giovani Kamenge.

Laura Quadri

27 Settembre 2019 | 19:20
Tempo di lettura: ca. 5 min.
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