Ticino e Grigionitaliano

Un film su Damiano: «Raccontiamo la violenza affinché non si ripeta»

«Con la testa e non con le mani» è questo lo slogan con cui da oltre un decennio ormai la «Fondazione Tamagni » porta avanti le sue iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza giovanile e sostenere le famiglie che ne vengono, in qualche modo, coinvolte. In questi giorni, in Ticino, di giovani si è parlato molto sui giornali: alcune sere fa a Bissone è scoppiata una rissa tra diversi ragazzi (per lo più minorenni), che ha richiesto l’intervento della polizia. A Mendrisio una festa in occasione delle lauree dell’Accademia, si è conclusa con uno scontro con la polizia, chiamata per far cessare musica e schiamazzi. Mentre sono mesi, ormai, che il Municipio di Lugano è confrontato con la questione dei «molinari» dell’ex-Macello, questione che dopo l’abbattimento di una parte della struttura, è entrata in una nuova fase di confronto. Unico punto in comune tra queste tre vicende: il fatto che vedono come protagonisti dei giovani. È in questo clima che è giunta la notizia che la «Fondazione Tamagni» sta pensando ad un nuovo progetto per portare avanti la sua opera di sensibilizzazione: un cortometraggio, con il quale raccontare la storia di Damiano, ucciso nella notte del 1. febbraio 2008 al carnevale di Locarno da tre coetanei. Il cortometraggio vuole ritornare su quegli ultimi drammatici momenti: «Lo scopo è raccontare, passo dopo passo, gli ultimi istanti di vita di mio figlio: il suo viaggio da Zurigo – dove studiava – al Ticino, la sua tappa a casa nostra, poi la partenza per il carnevale, fino ad arrivare all’atto di violenza che ne ha causato la morte», spiega Maurizio Tamagni, padre di Damiano e presidente della Fondazione. L’idea è stata proposta alla Fondazione da Marco Bitonti, giovane regista ticinese, già noto per la sua produzione cinematografica volta a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi e questioni sociali importanti e a promuovere valori quali il rispetto reciproco, la solidarietà, il senso della condivisione. Se circa gli obiettivi e le finalità del progetto non vi sono dubbi, più difficile è trovare ora i fondi necessari per farlo decollare. Così, Marco ha pensato al crowdfunding: una modalità di raccolta fondi basata sul «finanziamento partecipativo» e che implica un processo collaborativo in cui un gruppo di persone utilizza il proprio denaro per sostenere un’idea, rendendola un progetto concreto e realizzabile. Se il progetto piacerà e verrà sostenuto, le riprese inizieranno già ad ottobre. Di quel mese di febbraio del 2008, Marco Bitonti ha viva memoria: «Allora avevo 18 anni, mi accadeva spesso di prendere parte ai carnevali di tutto il Ticino. Quando i fatti sono accaduti, i giovani della mia generazione si sono sentiti tutti partecipi. Quattro anni fa, finito un progetto co-prodotto dalla RSI dedicato al cyberbullismo e cercando un nuovo tema su cui lavorare, mi è capitato sotto gli occhi un articolo di giornale che rievocava l’accaduto. È stato come rivivere tutto: ho capito che quello doveva essere, in un modo o nell’altro, il soggetto di un mio futuro lavoro». Da allora la sceneggiatura, a causa della delicatezza del tema, è stata rivista molte volte e, dal canto suo, anche la pandemia, ne ha rallentato i lavori. Certo, per ora, è il titolo da dare al video: «La violenza senza maschera»: «Dove «maschera» viene usata con una duplice valenza simbolica », ci spiega Bitonti. «Da un lato allude al Carnevale, che ha fatto da sfondo alla tragedia; dall’altro è anche immagine di un gesto repentino, immediato, imprevedibile. Una violenza, appunto, «senza maschera», come ne vediamo e ne sentiamo, purtroppo, accadere tutti i giorni, ovunque». In Ticino, si sono già levate molte voci a favore di questo progetto. Finanziariamente, la realizzazione del video, oltre al crowdfunding, è sostenuta dalla Divisione Cultura della Città di Lugano. Altre espressioni di sostegno sono invece giunte da Pro Juventute e dall’associazione «Carnevali in sicurezza». Si vuole che il cortometraggio sia fruito dal più grande numero possibile di spettatori: l’auspicio è che venga accolto dai Festival cinematografici internazionali: «La destinazione della pellicola potrà variare: la metteremo a disposizione delle scuole e della RSI, ma contiamo di essere presenti anche nei festival a partire dal nostro Locarno Film Festival, e poi in tutta Europa», prosegue Marco Bitonti. «Mi preme sottolineare – conclude Bitonti – che il film è «basato» sulla storia di Damiano: si parte da lì per fare un discorso più ampio. Una vicenda come la sua può infatti parlare a moltissime persone, in tante situazioni diverse. La sensibilizzazione contro la violenza, qualsiasi sia la sua manifestazione, deve raggiungere tutti e ovunque». Per sostenere il progetto, è possibile fare la propria donazione al sito progettiamo.ch/it/progetti/3097. Al sito damianotamagni.ch, invece, i progetti della Fondazione Damiano Tamagni.

Laura Quadri

Qui il video di Maurizio Tamagni per il lancio della raccolta fondi.

3 Luglio 2021 | 06:45
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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