L'annunzio da parte di Mosca di un'operazione per proteggere il Donbass scatena subito una serie di condanne e reazioni internazionali. Il presidente ucraino parla alla nazione di attacchi missilistici mentre nel Paese si sentono le prime esplosioni. Biden: la Russia è responsabile della distruzione che porterà questo attacco. All'Onu in corso la riunione del Consiglio di sicurezza, Comitato Cobra previsto a Londra e riunione dell'Ue in mattinata.
Attacco militare russo all'Ucraina. Il mondo col fiato sospeso
Quello che si temeva da giorni è accaduto e il mondo si trova ad assistere ad una nuova guerra. Nella notte la Russia ha infatti avviato operazioni militari sul territorio ucraino per proteggere il Donbass. E' stato lo stesso presidente Putin ad annunciare l'invasione: esplosioni e sirene di allarme si sono iniziate ad avvertire all'aba anche nella capitale Kiev da cui si segnalano colonne di auto civili in fuga specie da aree periferiche. Ma il caos è nell'intero Paes, non solo al sud e al sud est, ma al confine con la Bielorussia e con la Polonia: a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli. Quello annunciato da Putin sembrerebbe dunque un attacco potente e su larga scala. Nel suo annuncio il presidente russo d'altra parte ha usato termini precisi come "denazificare" e "smilitarizzare" l'Ucraina, renderla cioè inoffensiva: "un'ulteriore espansione della Nato e il suo uso del territorio ucraino sono inaccettabili". "Chiunque - ha detto - tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che la Russia risponderà conconseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto". E all'Onu, Mosca ha fatto chiaramente sapere che l'obiettivo dell'attacco è 'la giunta al potere a Kiev'. Poco prima per giustificare l'azione militare aveva detto di rispondere ad una richiesta di aiuto da parte dei leader separatisti che, nelle ultime ore, fanno sapere di aver conquistato due località nel Donbass. La notizia resta da verificare come quella dei primi morti.
La voce del Papa
"Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione in Ucraina". Papa Francesco esordisce così al termine della catechesi all'udienza generale di oggi. Poco prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana, il suo ampio appello alla pace che non nasconde forte preoccupazione e rammarico per l'esito, per ora negativo, registrato dai negoziati internazionali. "Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane - osserva - si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente nel mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte". Francesco prosegue:
Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra, il Padre di tutti non solo di qualcuno che ci vuole fratelli e non nemici. Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale.
L'appello a credenti e non credenti
Francesco sa che la politica non basta a cambiare i cuori, solo Dio può farlo, si rivolge quindi a tutti invitando credenti e non credenti ad unirsi in una supplica corale per la pace:
Gesù ci ha insegnato che alla insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra.
La Chiesa soffre e prega per il popolo ucraino
Aiuti, vicinanza, preghiera. La Chiesa si stringe al popolo dell'Ucraina in questo drammatico momento in cui la voce della guerra sembra soffocare quella della pace. Dai vescovi del Mediterraneo giunge l'appello affinché tacciano le armi. Ccee: nel nome di Dio fermatevi! Don Vyacheslav Grynevych, direttore di Caritas Spes Ucraina: tante persone sono in fuga dalla città di Odessa. Padre Radko Vaolodymyr da Lviv: abbiamo bisogno della preghiera. Don Taras Zheplinskyi: non ci sentiamo abbandonati. Continua a leggere.
Il Donbass, la contesa regione del Donec
Nota anche come bacino del Donec, essendo l’intera regione attraversata da questo fiume, affluente del Don, è l’area più orientale dell’Ucraina, totalmente confinante con la Federazione russa.
Da sempre divisa dal punto di vista geografico tra Donbass orientale e Donbass occidentale, questa vasta area che ha come città principale Donetsk, inizia a diventare interessante nel 1700, quando vi vengono scoperti i primi giacimenti di carbone che ne favoriscono una rapida crescita industriale. Nonostante questa attività, però, i circa 7 milioni di abitanti della regione non hanno mai goduto di una situazione particolarmente florida a livello economico. Di tanti, con lo scoppio della guerra nel 2014, circa un milione hanno abbandonato le loro case secondo le organizzazioni umanitarie attive nell’area. Continua a leggere
agenzie / red