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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (6 ottobre 2025)
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  • Suor Luisa (dietro, al centro) con i ragazzi di strada di Haiti

    Suor Luisa Dell’Orto uccisa ad Haiti

    Mi direte che sono un po’ folle. Perché restare qui? Perché esporsi al ‘rischio’? Che senso vivere in tale disagio? Non sarebbe meglio che la gente risolvesse da solo i suoi problemi? ‘Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato’. Poter contare su qualcuno è importante per vivere! E testimoniare che si può contare sulla solidarietà che nasce dalla fede e dall’amore per Dio e dall’amore di Dio è il più grande dono che possiamo offrire”.

    E’ tutto in queste poche parole scritte nell’ottobre scorso ad un gruppo missionario. Un tutto che è infinito perché l’amore donato da suor Luisa Dell’Orto ai bambini di Haiti, ma anche in passato a quelli del Camerun e del Madagascar, si può solo definire così. Ieri, 25 giugno 2022, la sua vita terrena si è conclusa in un modo inaspettato e terribile. A dare notizia della sua morte l’arcidiocesi di Milano che ha riferito di un'aggressione armata mentre la religiosa si trovava in strada a Port-au-Prince. Gravemente ferita, è stata portata d'urgenza all'ospedale Bernard Mevs, dove si è spenta poco dopo, due giorni prima di compiere 65 anni.

    “Dio ama Haiti”

    Nel 2013, tre anni dopo il devastante terremoto ad Haiti che aveva provocato 230mila le vittime, 300mila i feriti, un milione le persone senza casa, la Radio Vaticana le aveva telefonato, svegliandola, ma lei non aveva battuto ciglio, rispondeva sempre perché chiamata a farsi voce di tanti piccoli che accoglieva a Kay Chal, “Casa Carlo”, una struttura rinnovata grazie ai fondi raccolti da Caritas italiana con la colletta del 2010. Un luogo di respiro per tanti piccoli, dove si studia ma dove si fanno anche tante attività come il ballo, il basket. “Tentiamo – ci raccontava - di dare una mano a ricostruire i valori, a ricostruire il senso di avere una dignità, alla possibilità che non si è maledetti e che con la Buona Notizia, con il Vangelo, Dio ama il popolo haitiano”.

    Restare. Lo diceva sempre, in ogni colloquio, in ogni scritto “perché – raccontava - se qualcuno della sua famiglia è malato, non è che lo lascia solo, è proprio lì il momento in cui uno sta più vicino alle persone. Questo popolo diventa la nostra grande famiglia, la famiglia anche dei figli di Dio ed in questa famiglia si condividono le gioie e le sofferenze”.

    L'arcivescovo di Milano Delpini: dolore e preghiera per suor Luisa

    "La morte di suor Luisa Dell'Orto, piccola sorella del Vangelo, ci lascia straziati e sconcertati, diventa rivelazione del bene che ha compiuto e della vita santa che ha vissuto, diventa dolore e preghiera”. Così in un messaggio di cordoglio, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, esprime la vicinanza alla famiglia della religiosa. Domani alle 21, presiederà la recita del rosario a Lomagna, il piccolo centro della Brianza di cui era originaria suor Luisa, nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. Riferendosi alla testimonianza dei missionari, Delpini sottolinea che “non vanno a cercare i pericoli, ma i segni del Regno di Dio che viene, in mezzo ai poveri, tra coloro che sono importanti solo per Dio e ignorati da tutti”, “vanno dove sono chiamate dal gemito meno ascoltato, vanno dove sono mandate per diventare preghiera, offerta, amiche, seme che muore per portare frutto. Così vanno tante donne che percorrono le strade più pericolose del mondo, che abitano le case più indifese. Vanno e non fanno notizia”.

    Come Charles de Foucauld, anche suor Luisa ha donato fino in fondo la sua vita per i piccoli che ha amato nel nome di Gesù

    Anche la Chiesa ambrosiana piange, insieme ai suoi ragazzi ad Haiti, la morte di suor Luisa Dell’Orto. Era l’anima di Kay Chal, “Casa Carlo”, sorta in un sobborgo della capitale haitiana per offrire una speranza ai ragazzi di strada. Originaria di Lomagna – in quella stessa Brianza lecchese da cui proveniva anche padre Fausto Tentorio, missionario del Pime ucciso nelle Filippine nel 2011 – suor Luisa era ad Haiti dal 2002, dopo aver già svolto il suo apostolato prima in Camerun e poi in Madagascar. Nell’ottobre scorso da Haiti aveva scritto al gruppo missionario che sosteneva la sua opera questa lettera sul situazione drammatica nel Paese, ma anche sul senso della sua presenza e dell’essere missionari. La proponiamo qui sotto sottolineando come la sua morte giunga ad appena un mese dalla canonizzazione di fratel Charles de Foucauld, alla cui spiritualità le Piccole sorelle del Vangelo si ispirano: come fratel Charles anche suor Luisa ha donato fino in fondo la sua vita per i piccoli che ha amato nel nome di Gesù.

    (Agenzie/red)

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