La sede della Facoltà di Teologia di Lugano nel campus USI.
Svizzera

Studiare teologia in Svizzera: quattro facoltà sotto la lente d'ingrandimento

È attuale studiare teologia oggi? Sembrerebbe di sì, se guardiamo all’evoluzione statistica degli iscritti negli ultimi 20 anni nei quattro Istituti Superiori di studi teologici abilitati a conferire dei diplomi accademici in teologia cattolica, presenti in Svizzera. Le facoltà teologiche di Lugano, Friborgo e Lucerna e l’Alta Scuola di teologia di Coira stanno bene, il numero degli studenti è in crescita o stabile. Proprio nelle scorse settimane alla Facoltà di Teologia di Lugano la consegna di 56 diplomi, di cui 26 assegnati a laici.

Qual è l’attualità di uno studio come questo ? In che misura ha un suo spazio e una sua « audience » in ambito accademico? Cosa ne pensano alcuni giovani studenti dei 4 Istituti che hanno intrapreso per ragioni diverse questo percorso di studi ?

Le redazioni dei siti catt, kath e cath hanno realizzato un dossier congiunto interpellando i rettori e gli studenti delle quattro facoltà. A fine anno scolastico e nel periodo in cui molti giovani riflettono sul futuro percorso di studi, la teologia potrebbe entrare in considerazione o come studio principale, o come formazione accademica secondaria o più semplicemente con la scelta di qualche corso esistente tra Nord e Sud delle alpi. Oltre alle voci dei rettori, un video in tre delle quattro lingue nazionali, raccoglie le opinioni di studenti di Lucerna, Lugano, Coira e Friborgo.

Se doveste definire la vostra Facoltà di teologia con una parola, quale scegliereste?

René Roux, Lugano: Contemporanea.
Luc Devillers, Friborgo: Aperta
Robert Vorholt, Lucerna: Una laboriosa arnia di api
Christian Cebulj, Coira: Un luogo di discernimento

René Roux, rettore della Facoltà di Teologia di Lugano

Cos’è la teologia?
René Roux, Lugano: Quella parte del sapere umano tipico della religione cristiana che è aperta al trascendente e si interroga sul mistero di Dio e sul rapporto che Lui instaura con l’umanità e con il mondo. Di conseguenza la teologia si occupa anche della domanda fondamentale sul senso della vita.

Luc Devillers, Friborgo: Una riflessione intellettuale sulla questione di Dio, che è allo stesso tempo ancorata nella storia ma pure in presa diretta con il mondo di oggi. La teologia cattolica sostiene volentieri l’unità. Essa si costruisce nelle diversità delle lingue e delle culture attorno ad una visione universale dell’umano, attratto da Dio.

Robert Vorholt, Lucerna: La teologia è per definizione insegnamento e scienza su Dio. Ma non di un dio qualsiasi, ma di Dio che è Padre di Gesù Cristo, un Dio che ama l’umanità. In questo senso, la teologia è la dottrina di Dio e degli uomini.

Christian Cebuj, Coira: Al centro della fede cristiana non si situano ne la religione ne la Chiesa, ma c’è l’esperienza di ogni persona. La teologia è dunque il riflesso ragionevole della fede che si appella alla speranza, alla memoria delle scienze e alla parola pubblica di Dio.

A cosa serve la teologia oggi?
René Roux, Lugano: In quanto scienza della fede, secondo la tradizione cristiana la disciplina accademica della teologia serve, anzitutto, a formare il personale specializzato nei settori che vanno da quelli specificatamente religiosi ed ecclesiali a altri ad esso tradizionalmente collegati, come ad esempio l’educazione, i servizi sociali, o le risorse umane. Al contempo, nel contesto multiculturale al crocevia di ideologie politiche e religiose disparate, la teologia riveste una funzione di analisi critica della società, in difesa dei valori universali della dignità umana.

Luc Devillers, Friborgo: Per i credenti, la teologia aiuta ad intercettare la domanda profonda sul senso della vita. Più in generale, -la parola cristiana può dire qualcosa di significativo a tutti– noi non siamo in un ghetto. Essa, infatti, interpella la società sul piano dei valori quali la giustizia, il rispetto, l’etica.

Robert Vorholt, Lucerna: La teologia consente alle persone di prendere coscienza delle proprie radici. Essa serve anche al loro orientamento. D’altro canto, la teologia promuove il dialogo a livello sociale, politico e scientifico. E soprattutto, serve a chiarire ciò che la fede crede.

Christian Cebulj, Coira: La teologia deve aiutare a costruire il mondo e non ritirarsi in una sfera puramente teologica. Essa si situa sempre sul piano mistico e politico, visto che di fatto è un discorso pubblico su Dio. Per questo non deve rimanere in una torre d’avorio, ma inserirsi nelle questioni di giustizia sociale e etica.

Luc Devillers, rettore della Facoltà di teologia di Friborgo

La teologia è un ramo accademico?
René Roux, Lugano: La teologia praticata nelle facoltà si caratterizza per il metodo scientifico ed è accademica per definizione, anche se non tutti i modelli elaborati dai teologi professionisti sono sempre perfettamente coerenti o metodologicamente fondati. La teologia in quanto tale, però, come la filosofia, l’arte o la letteratura, non è patrimonio esclusivo delle università.

Luc Devillers, Friborgo: Si e no. La teologia supera l’aspetto puramente accademico estendendosi alla dimensione spirituale e mistica. Allo stesso tempo, dobbiamo considerarla come una scienza, perché pone delle domande alle quali risponde seguendo una data metodologia. Per questa ragione, a giusto titolo, la teologia ha il suo spazio in ambito universitario.

Robert Vorholt, Lucerna: La teologia è una scienza accademica. Come altre discipline, deve approfondire il suo ambito specifico con l’auto-riflessione. Quindi deve seguire una certa metodologia ed ermeneutica, ma la teologia è più della scienza: è anche speranza, saggezza, dialogo.

Christian Cebulj, Coira: La fede, in quante tale, è un’esperienza e non un oggetto di riflessione. Ciò vale a maggior ragione per l’esperienza centrale di un Dio che si rivela agli ebrei, ai cristiani e ai musulmani. Ma come atto secondario, la fede ha bisogno della teologia come scienza accademica, guidata dalla ragione. Quindi la teologia è uno strumento importante per l’interpretazione dell’esperienza della fede.

Robert Vorholt, rettore della Facoltà di Teologia di Lucerna

Il legame delle vostre Facoltà con Roma, limita la libertà di ricerca?

René Roux, Lugano: No, in realtà la garantisce. Data la rilevanza istituzionale ed esistenziale della teologia nella tradizione cattolica, senza un’istanza internazionale di controllo e di appello, l’influsso di gruppi di pressione a livello locale o nazionale minaccerebbero di uniformarla, rendendola succube del pensiero, di volta in volta, dominante.

Luc Devillers, Friborgo: No. Il preambolo della Costituzione Apostilica « Veritatis Gaudium » (2017) sulle università cattoliche è d’altronde di un’apertura rimarcabile. Le limitazioni sono piuttosto dovute alle lentezza amministrativa dell «apparato» romano: così, l’approvazione di un nuovo professore prende diversi mesi.

Robert Vorholt, Lucerna: Per ora non ho fatto esperienza che il Vaticano limiti la nostra scienza. Poiché la teologia è una scienza credente, si tratta sempre di chiarire il dato di fede. Questo non è riservato solo ai teologi, ma è anche compito dei vescovi. L’elaborazione di una sana teologia nescessita del dialogo con l’episcopato

Christian Cebulj, Coira: No, perché siamo autorizzati ad insegnare e apprendere nella totale libertà ecclesiale. Papa Francesco scrivendo la «Veritatis Gaudium», ha onorato la teologia accademica ed ha rinnovato il suo statuto di insegnamento. Ogni Facoltà teologica cattolica deve insegnare la fede della Chiesa cattolica e non quella di un’altra Chiesa.

Chistian Cebulj, rettore dell’Alta Scuola di teologia di Coira

La teoria del gender crea dibattito. Come si situano le vostre rispettive facoltà in relazione a questo tema?

René Roux, Lugano: La questione del gender è altamente complessa: essa mescola problematiche esistenziali a concezioni ideologiche che sono oggetto di dibattito e di polemica. La Facoltà di teologia di Lugano vede il proprio compito in un ruolo di riflessione critica a partire dalla visione antropologica che le proviene dalla rivelazione cristiana.

Luc Devillers, Friborgo: in alcune facoltà, in particolare nel mondo protestante, gli studi di genere costituiscono un approccio utilizzato nelle scienze bibliche. Personalmente ho dei dubbi, mi chiedo, infatti, se questa oggi non sia una moda? Se ne parlerà ancora fra vent’anni? Non se sono sicuro!

Robert Vorholt, Lucerna : Sono diversi decenni che il corpo docente si interessa alla questione. In tal senso è stato fatto un lavoro importante: in primo luogo ha sensibilizzato al problema, poi ha anche elaborato proposte per una maggiore giustizia tra i sessi. Vogliamo mantenere questo focus anche in futuro.

Christian Cebulj, Coira: Il tema non rientra negli obiettivi della nostra ricerca, ma l’integrazione degli studi di genere è un argomento che rientra in molte delle nostre discipline, come l’etica, la dogmatica, la liturgia o la teologia pratica. È un compito importante della nostra università «de-ideologizzare» l’argomento. Non si tratta di dogmatismo, ma di formare ad una sensibilità di genere.

Le Facoltà teologiche esisteranno ancora fra vent’anni?

René Roux, Lugano: Quando è nata, 26 anni fa, la Facoltà di Teologia di Lugano si era posta come obbiettivo di raggiungere i 100 iscritti. Nel frattempo la facoltà è cresciuta, ha superato i 300 studenti ordinari, sta raggiungendo i 200 uditori, e sperimenta in questi anni una fase di fioritura considerevole. Tutto lascia sperare che continui.

Luc Devillers, Friborgo: Lo spero, ma le sfide sono molte. Il ricambio dei professori appartenenti all’ordine domenicano è incerto. Qualche membro della facoltà spinge verso un insegnamento non confessionale. Resta il fatto che con quasi 500 studenti Friborgo è messa bene. Ciò è di buon auspicio per il futuro.

Robert Vorholt, Lucerna: Una cosa è chiara: la teologia deve prepararsi ad affrontare venti contrari. Dobbiamo pertanto garantire un numero stabile di studenti e un vivace scambio accademico. Tuttavia, considerando le risorse della nostra facoltà, – gli studenti, i colleghi – posso solo guardare con fiducia al futuro.

Christian Cebulj, Coira: Penso di sì. Siamo una facoltà teologica legata da una lunga tradizione alla Chiesa cattolica. Poiché ci saranno sempre persone per le quali la religione è una questione importante, tra vent’anni è probabile che altri impegni in campo ecclesiale avranno visto la luce. Sono certo che sapremo adattarci al cambiamento.

Dati statistici delle quattro facoltà:
La Facoltà di Lugano in cifre:
Numero di studenti nel 2018: 455 (di cui 166 studenti uditori)
Numero di studenti vent’anni fa (1998): 174 (di cui 65 studenti uditori)
Numero di professori nel 2018: 13 professori stabili e 52 professori invitati e incaricati
Percentuale di studenti svizzeri: 13.1%

La Facoltà di Friborgo in cifre:
Numero di studenti nel 2018: 535
Numero di studenti vent’anni fa (1998): 454
Numero di professori nel 2018: 31
Percentuale di studenti svizzeri: 39,5%

La Facoltà di Lucerna in cifre:
Numero di studenti nel 2018: 317
Numero di studenti vent’anni fa (1998): 177
Numero di professori nel 2018: 12
Percentuale di studenti svizzeri: 69,1%

La Scuola Superiore di Coira in cifre:
Numero di studenti nel 2018: 56
Numero di studenti vent’anni fa (1998): 26
Numero di professori nel 2018: 9
Percentuale di studenti svizzeri: 42%

foto: redazioni di catt/kath/cath

redazioni catt/Kath/catt

 

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8 Maggio 2019 | 06:00
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