Jean-Pierre Roth (a sinistra), di fronte a lui siede il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin
Svizzera

Ristrutturazione della caserma della Guardia Svizzera Pontificia

La Santa Sede, rappresentata da S.E. il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, e la Fondazione per il restauro della Caserma della Guardia Svizzera Pontificia in Vaticano, rappresentata dai signori Jean-Pierre Roth, presidente, e Stephan Kuhn, vicepresidente, hanno firmato in Vaticano un Protocollo d’intesa che regola la loro cooperazione nella realizzazione del progetto di una nuova caserma per la Guardia Svizzera Pontificia. La firma ha avuto luogo in presenza del signor Denis Knobel, ambasciatore svizzero presso la Santa Sede e del colonnello Christoph Graf, comandante della Guardia Svizzera Pontificia.

Il Protocollo disciplina la cooperazione tra la Fondazione e i servizi vaticani competenti durante la fase di pianificazione del progetto fino alla determinazione del progetto e del budget definitivi. Un nuovo accordo sarà concluso in un secondo momento per regolare la collaborazione tra le parti durante la fase di costruzione.

Durante la fase di pianificazione del progetto, la Fondazione si impegna a condurre una campagna di raccolta fondi per coprire il budget del progetto definitivo (attualmente stimato in 45 milioni di CHF). Dal canto suo, il Vaticano coprirà le spese di alloggio temporaneo delle Guardie durante i lavori (costi che la Fondazione stima a 5 milioni di CHF) e sottoporrà il progetto preparato dalla Fondazione all’esame delle competenti commissioni interne del Vaticano e dell’UNESCO.

Dopo questa consultazione, saranno concordati un progetto finale e un budget. Una volta che il finanziamento del budget definitivo sarà garantito dalla Fondazione attraverso donazioni e promesse di doni, il Vaticano fisserà la data di apertura del cantiere, che sarà in ogni caso dopo la fine dell’Anno Santo (2025).

Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana – Vatican News, ha chiesto al cardinale Parolin come si sia arrivati a questa firma:

La firma del Protocollo rappresenta la tappa importante di un percorso intrapreso dalla fine del 2016, volto a riqualificare gli immobili che compongono l’attuale caserma, per adeguarla ai nuovi standard abitativi e secondo anche criteri ecologici. In tal senso, si è costituita in Svizzera una Fondazione ad hoc che, d’intesa con le Autorità della Santa Sede, nell’ottobre 2020 ha presentato al Santo Padre un progetto preliminare. La pandemia ha offerto un tempo ulteriore di riflessione, durante il quale è maturata la convinzione che l’inizio dei lavori sarebbe stato difficilmente ipotizzabile prima del Giubileo del 2025. Ci si è resi conto allo stesso tempo, che il progetto preliminare necessita di un’ulteriore elaborazione, alla luce dei vincoli storici, artistici e paesaggistici a cui la Caserma è sottoposta, senza trascurare d’altra parte gli obblighi che derivano alla Santa Sede dall’iscrizione della Città del Vaticano nella Lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Che valore ha il Protocollo d’intesa?

Il Protocollo d’intesa è una dichiarazione d’intenti volta ad orientare con chiarezza i passi che dovranno essere affrontati successivamente. Si potrebbe dire che la firma di oggi costituisce una vera e propria ripartenza dopo la pausa imposta dal Covid e la decisione di porre questo atto nel contesto delle solenni celebrazioni del giuramento delle nuove guardie svizzere esprime, in maniera molto concreta, quanto ci stia a cuore il Corpo della Guardia Svizzera e il prezioso servizio che esso svolge da quasi 500 anni a protezione del Santo Padre.

L’intera Città del Vaticano è Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1984 e molti sono i vincoli storico artistici. Quali saranno i prossimi passi?

Ci si dedicherà anzitutto al perfezionamento del progetto preliminare. Tale esigenza si impone a motivo del valore storico dell’attuale caserma, i cui edifici risalgono ai pontificati di Pio IX e Pio XI. In tal senso, un elemento imprescindibile sarà la conservazione delle facciate esterne, così come il vincolo in altezza imposto dal Colonnato berniniano. Un ulteriore elemento è rappresentato dalle esigenze di tutela e valorizzazione degli importanti monumenti circostanti, mi riferisco in particolare al Passetto di Borgo con la Porta Sancti Petri, e delle evidenze archeologiche della Necropoli romana nel sottosuolo della caserma. Anche se il 2026 sembra lontano, i passi da compiere esigono una roadmap che dovrà contemplare l’approvazione del progetto definitivo e, nell’osservanza della legge vaticana sulla trasparenza e il codice degli appalti, l’aggiudicazione dei lavori e l’apertura del cantiere con la conseguente ricollocazione provvisoria della Guardia.

Le spese per il rinnovo della caserma saranno coperte interamente da donatori?

Sì, il sostegno del popolo svizzero al progetto della nuova caserma è stato finora caratterizzato da una grande generosità. Ad oggi, la maggior parte della somma prevista dalla Fondazione risulta assicurata sotto forma di doni e promesse contrattuali di donazioni. La Santa Sede ringrazia il Consiglio federale della Confederazione elvetica, i Cantoni, le comunità ecclesiali nonché le numerose fondazioni e i donatori privati per il loro impegno. La nostra gratitudine inoltre si estende, a tutti coloro che si sono adoperati e continueranno a spendersi per animare la campagna di raccolta fondi, nella consapevolezza che questo sforzo consentirà di assicurare alla Guardia, alle sue famiglie e a tutti coloro che la assistono migliori condizioni di alloggio per il perseguimento della loro nobile missione

Roth: «Un progetto essenziale» 

«La ristrutturazione della Caserma è una necessità», fa eco il presidente della Fondazione, Jean-Pierre Roth. «Gli edifici principali della Caserma non offrono abbastanza spazio per ospitare le guardie e le loro famiglie e comportano alti costi di manutenzione. Hanno bisogno di un’ampia ristrutturazione, per soddisfare le esigenze delle guardie e per portarle agli attuali standard ambientali. Questo progetto è essenziale per mantenere un servizio di sicurezza efficiente per il Santo Padre e il Palazzo Apostolico».

Storia

L’idea di ristrutturare la caserma della Guardia ha iniziato a concretizzarsi nel 2017-2018, quando la Fondazione ha fatto esaminare le condizioni degli attuali edifici dallo studio di ingegneria Schnetzer-Puskas di Basilea. Nel 2019-2020 la Fondazione ha incaricato lo studio di architettura Durisch&Nolli di Massagno di preparare il progetto, finanziato insieme alla Segreteria di Stato e al Governatorato. Il 2 ottobre 2020 il progetto preliminare è stato presentato al Papa e consegnato in Segreteria di Stato, come gesto simbolico nel Centenario della ripresa delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Confederazione elvetica.

Generosità della popolazione svizzera

Un Comitato di Patronato in Svizzera si è occupato in questi anni della raccolta fondi: «La risposta della popolazione svizzera è stata straordinariamente generosa e positiva nonostante le circostanze», afferma la presidente del Comitato, Doris Leuthard, dicendosi fiduciosa del fatto «che saremo in grado di raccogliere i fondi rimanenti nei prossimi mesi. Questo dimostra l’attaccamento della popolazione svizzera alla Guardia Svizzera e il suo ruolo nella difesa del Santo Padre». Grande soddisfazione la esprimono anche le stesse Guardie Svizzere: «La nuova Caserma migliorerà notevolmente la qualità della nostra vita: più privacy e allo stesso tempo più vita comunitaria», afferma il portavoce, il vice caporale Manuel von Däniken: «Il rinnovo apre nuove prospettive per le guardie attive e credo che potranno motivare i giovani uomini a svolgere ed estendere significativamente il loro servizio al Papa».

Al 31.03.2022, la campagna di raccolta fondi della Fondazione ha raccolto 42,5 milioni di CHF tra donazioni e promesse (37,5 milioni di CHF per la costruzione più 5 milioni di CHF garantiti dal Vaticano per la sistemazione temporanea delle Guardie). La Fondazione ringrazia tutti i donatori per la loro generosità ed è fiduciosa di poter raccogliere i restanti 7,5 milioni di franchi nei prossimi mesi.

Jean-Pierre Roth (a sinistra), di fronte a lui siede il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin | © Guardia Svizera
4 Maggio 2022 | 14:16
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