Davide a Como, durante una delle sue prime uscite dopo l'incidente.
Ticino e Grigionitaliano

Quando vince la maglia della solidarietà

La solidarietà oltre la tragedia, la fatica vissuta con coraggio e determinazione, la sofferenza nel veder infranti i sogni adolescenziali letta con una chiave di fede che consola e dona una sguardo possibile sul futuro. C’è questo e tanto altro nella storia di Davide Dell’Oca, 16 anni, rimasto tetraplegico dopo un drammatico incidente durante una partita di hockey. Sulla sua vicenda si è scritto tanto in queste settimane, dopo che il Club Hockey Chiasso ha avviato una raccolta fondi per sostenere Davide. Un’azione che dice tanto dell’affetto e della vicinanza che la famiglia Dell’Oca ha sentito su di sé fin dai primi attimi dopo il terribile incidente, in quel freddo novembre del 2019, in cui Davide va a sbattere violentemente contro una balaustra, come ci conferma mamma Adalgisa. È lei a raccontarci di Davide, della sua passione per l’hockey, dell’arrivo al Chiasso nel maggio 2019 e, solo qualche mese dopo, di quel destino così severo che segna l’inizio di una nuova esistenza. Dopo due settimane in terapia intensiva a Lugano, il trasferimento all’Ospedale Niguarda di Milano dove il giovane atleta vi rimane fino ad agosto 2020. «Sono stati mesi di attesa e di speranza: era chiaro che ci sarebbe stato un danno, ma non sapevamo ancora quale sarebbe stata la sua entità. A poco poco è andato delineandosi un quadro di tetraplegia: Davide ora riesce a muovere le braccia, ma non le dita delle mani».

È una donna di fede mamma Adalgisa; nel raccontarci questi ultimi mesi così faticosi non traspare mai rabbia e rassegnazione, ma anzi c’è la voglia di guardare con fiducia al futuro attraverso il sostegno di Dio: «Ho pensato immediatamente che quello che stava vivendo Davide era il modo attraverso il quale Dio stava entrando nella sua vita; quello che ci veniva chiesto dunque era di fidarci di Lui. Ora, a distanza di tempo, le fatiche quotidiane sono le nuove sfide, ma sono anche quelle che ci animano per accompagnarlo ad incontrare il Signore. Certo, non mancano i momenti di sconforto, ma non sono mai vissuti con disperazione».

Davide con la sorella Rachele all’Ospedale Niguarda di Milano.

Se Davide può guardare serenamente al futuro è anche grazie ai suoi compagni di squadra e all’intero mondo dell’hockey ticinese che mai, in tutti questi mesi, gli hanno fatto mancare affetto e vicinanza: «fin da subito – racconta la mamma – ho capito che intorno a noi c’era una famiglia e non soltanto uno sport nazionale: una famiglia che andava oltre i confini elvetici, essendo noi italiani. Nel Chiasso abbiamo trovato una squadra che non educa solamente allo sport, ma anche alla vita trasmettendo i valori umani più belli attraverso i quali ancora oggi viviamo questa ondata di affetto» che ora sta sfociando nella raccolta fondi che, come ci conferma la società, sta avendo un enorme successo in tutto il cantone. «L’iniziativa è partita da diversi genitori della squadra che hanno a cuore il futuro di Davide: i soldi raccolti verranno investiti nelle spese mediche là dove ci sarà la possibilità di intraprendere un percorso di recupero funzionale degli arti e della mano, oltre che a pensare al suo percorso di studi e al raggiungimento della sua autonomia, per quanto possibile».

Per partecipare alla raccolta fondi: Conto «Noi con Davide» IBAN CH03 8080 8002 6872 3256 6 Banca Raiffeisen Morbio-Vacallo. Per informazioni: Hockey Club Chiasso (hc-chiasso.ch)

Silvia Guggiari

Davide a Como, durante una delle sue prime uscite dopo l'incidente.
24 Febbraio 2021 | 07:04
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