Il pellegrinaggio
Preghiera

Pellegrinaggio Macerata-Loreto: l'8 giugno al via la 41esima edizione

Ogni anno vi partecipano oltre 100’000 persone, che si distribuiscono lungo la strada che da Macerata porta a Loreto per un pellegrinaggio che dura tutta la notte e culmina nella nota città mariana delle Marche: è la famosa tratta Macerata-Loreto, percorsa anche quest’anno da migliaia di fedeli per la 41esima volta da quando, nel lontano 1978, tutto ebbe inizio su iniziativa di Comunione e Liberazione.

Quest’anno a partire per questa esperienza, che si terrà dall’8 al 9 giugno, sono ben 80 ticinesi, cui si aggiungono molti altri svizzeri da altri Cantoni.

«Ci vai per un’impellenza, un bisogno», ci confida il ticinese Claudio Caiata, che ormai ci va da 21 anni. «È un bel posto per andare a chiedere qualcosa, e guardare il popolo che costituisce la Chiesa materializzarsi. Durante questa notte hai l’impressione di poter vedere con i tuoi occhi il popolo di Dio in cammino. E l’unione con la Chiesa universale è resa tangibile anche dalla Fiaccola della pace, che il Papa benedice per l’occasione nell’udienza generale del mercoledì precedente il pellegrinaggio. Essa giunge direttamente da Roma per accompagnare i pellegrini nella notte. Insomma, in tutto questo c’è una bellezza che emerge e ti sorpassa. Si è soliti dire, giustamente, che bisogna avere il cuore pronto ad ascoltare. In questo caso, si può dire che l’importante è camminare con il cuore disposto a guardare. Guardare un piccolo grande miracolo che si compie«.

Camminare di notte, circondati da tante persone, non è però facile. Come si fa fronte alla fatica? Centra qualcosa il motto del pellegrinaggio di quest’anno «Non sarai più solo, mai»? «Quanto alla fatica, anzitutto, molto concretamente va detto che siamo costantemente seguiti dai servizi della protezione civile e da alcune ambulanze; inoltre, lungo il percorso sono disseminati dei punti di sosta. Ma anche la gente del posto gioca un ruolo essenziale: essa si prepara al nostro arrivo; di paese in paese i pellegrini vengono accolti con il suono delle campane, le luci alla finestra, altre candele che vanno ad aggiungersi ai flabeaux che già i pellegrini portano con sé e naturalmente anche cibo. Questo aiuta molto, soprattutto nel momento più duro, le 3 di notte, quando la fatica si fa sentire. È una visione metaforica della Chiesa: quando non ce la fai più c’è qualcun altro che ti guida. Da qui anche il senso del motto. E poi ci sono le parole di Papa Francesco, che ricordiamo anche sul nostro sito, proferite nel videomessaggio per i aprtecipanti dell’edizione 2018:

«Dio non ti abbandona mai. Dio non abbandona nessuno. Dio ti dice: «Vieni». Dio ti aspetta e ti abbraccia, e se non sai la strada viene a cercarti. Ognuno di noi è molto di più delle «etichette» che gli mettono. La gioia e la speranza del cristiano nascono dall’aver sperimentato qualche volta questo sguardo di Dio che ci dice: «tu fai parte della mia famiglia e non posso abbandonarti alle intemperie». Questo è quello che Dio dice a ciascuno di noi, perché Dio è Padre. «Tu sei parte della mia famiglia e non ti abbandonerò alle intemperie, non ti lascerò a terra sulla strada, no, non posso perderti per strada» – ci dice Dio, ad ognuno di noi, con nome e cognome – «io sono qui con te». Qui? Sì, qui».

Come viene curato e mantenuto il clima di preghiera durante il percorso? «Ci sono momenti di condivisione, di testimonianza. I canto sono un sostegno immancabile, accolgono i pellegrini, guidano il percorso durante la notte, accompagnano la festa di arrivo a Loreto. Poi naturalmente si recita il rosario. Si prega davvero tutta la notte. Per questo, consiglio sempre ai partecipanti di partire con un’intenzione precisa, un desiderio che si vuole consegnare nelle mani del Signore perché si avveri. La preghiera e la notte di cammino ci portano a consegnarlo a Dio».

Il Pellegrinaggio di quest’anno sarà anche in preparazione del Mese Missionario Straordinario (ottobre 2019) indetto da Papa Francesco sul tema «Battezzati e inviati». Come lo vivrete dunque? «Questo genere di pellegrinaggi è la miglior immagine della Chiesa in uscita che desidera Francesco: vi possono davvero partecipare tutti, credenti, non credenti, dubbiosi. Il popolo della Chiesa è sfaccettato. E il pellegrinaggio può essere segno di ecumenismo: non di rado incontri qualche musulmano che si unisce a noi per andare a venerare Maria a Loreto, dato che anche lei è una figura importante per l’Islam, è madre di uno dei profeti più importanti».

Quest’anno, all’arrivo, al termine della notte di cammino, nello stadio di Loreto, il card. Bassetti, presidente della CEI italiana, celebrerà una Santa Messa, durante la quale sarà anche reso noto un videomessaggio di saluto di Papa Francesco, che suole esprimere così la sua vicinanza ai pellegrini. Parteciperai e vuoi parlarne sui social? Usa l’hashtag #MacerataLoreto19. Sul sito del pellegrinaggio ulteriori informazioni.

Se vuoi partecipare dal Ticino, ci sono ancora posti liberi. Iscrizione scrivendo o telefonando a Claudio Caiata, claudio.caiata@jsafrasarasin.com, 0764295461.

 

Il pellegrinaggio
18 Maggio 2019 | 06:10
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!