A Cana di Galilea gli sposi hanno rinnovato le promesse nuziali
Ticino e Grigionitaliano

Pellegrinaggio in Terra Santa della Comunità «Diaconato e Ministeri»: la cronaca dei primi due giorni

La Comunità «Diaconato e Ministeri» è partita la scorsa domenica 19 febbraio per il pellegrinaggio in Terra Santa, che si concluderà il 26 febbraio. Ad accompagnare i pellegrini don Sergio Carettoni, responsabile delle Reti Pastorali della diocesi. Qui di seguito la cronaca dei primi due giorni del pellegrinaggio.

Siamo un gruppo di una cinquantina di persone. La maggior parte di noi ha intrapreso il cammino per diventare ministri lettore/lettrice, accolito/a o diacono permanente. Viviamo questo pellegrinaggio come una grazia particolare che ci è stata offerta per approfondire la nostra chiamata alla missione, partendo dalla visita dei luoghi di Gesù, dove tutto ha avuto origine. Domenica 19 febbraio, dopo essere arrivati all’aeroporto ci siamo trasferiti a Nazareth, in Galilea, la regione più fertile della Terra Santa. Dopo cena abbiamo celebrato la Santa Messa alla comunità dei piccoli fratelli di Charles de Foucauld. Ci ha subito colpito quello che è stato detto a proposito di questo grande umile Santo: era un uomo profondamente innamorato di Cristo e «non poteva far altro che vivere per Dio». Era un uomo contemplativo,  la sua vita era fatta da gesti semplici, di vicinanza all’altro per far sentire sempre l’amore di Gesù. Abbiamo sentito questo suo «stile» un forte richiamo anche per il nostro ministero: tutto parte da Cristo e anche noi siamo chiamati al servizio con questo amore.

Lunedì 20 febbraio 2023

Siamo partiti di buon mattino per visitare il Monte Tabor. In questo suggestivo luogo, don Stefano ci ha proposto un primo bel momento di spiritualità. In particolare, ci sono rimaste impresse le parole che ci incoraggiavano a non «restare» solo dove si sta bene, a non  «piantare le tende» nelle nostre sicurezze, ma, «caricati» della luce di Cristo, andare tra la gente, e portare questa luce, nel nostro quotidiano. A volte, nella nube, facciamo fatica a vedere l’orizzonte e potremmo avere paura, ma ci viene chiesto di fidarci di Dio, della Sua voce e di non scoraggiarci. Questo può valere anche per il ministero che abbiamo accolto o che accoglieremo: È Lui che dobbiamo seguire, non le nostre certezze!

In seguito, ci siamo diretti a Cana di Galilea, dove tutte le coppie presenti hanno rinnovato le promesse nuziali (due coppie hanno festeggiato i 54 anni di matrimonio!). È stato un momento molto emozionante. Una testimonianza di come la grazia di Dio è presente e opera nel Sacramento del matrimonio.

Nel pomeriggio abbiamo celebrato la Santa Messa nella Chiesa di San Giuseppe (che è la casa dove la famiglia si stabilì al rientro dall’Egitto). Nell’omelia è stata sottolineata l’importanza del sì di Maria, ma allo stesso modo anche l’importanza del sì di Giuseppe. Perché un suo «no» avrebbe messo in difficoltà anche Maria. 

In seguito, abbiamo visitato anche la Basilica dell’Annunciazione e il museo archeologico dei graffiti, dove è incisa in lingua greca la più antica Ave Maria al mondo. Poterci ritrovare nei luoghi dove sono stati detti questi «sì» , per noi è stata una grazia e sono di esempio per il nostro «eccomi» al servizio della Chiesa.

In serata, con alcuni pellegrini siamo saliti nella parte vecchia di Nazareth e infine abbiamo visitato la suggestiva chiesa ortodossa della fontana della vergine, dove gli ortodossi ricordano la prima annunciazione a Maria.

I momenti vissuti finora sono stati molto forti e intensi, grazie anche alla preghiera, all’animazione con i canti durante le sante Messe, alla presenza dei sacerdoti, di un aspirante diacono e al bel clima di comunione che si è creato da subito tra tutti noi. Ringraziamo in particolare don Sergio e Marina per buona organizzazione, e per il grande impegno e cura che hanno nei nostri confronti.

Stefano e Lisi

A Cana di Galilea gli sposi hanno rinnovato le promesse nuziali | © Comunità Diaconato e Ministeri
21 Febbraio 2023 | 12:49
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