I giovani durante l'incontro di sabato scorso a Breganzona.
Ticino e Grigionitaliano

«Nella chat restiamo ''connessi'' con il Signore»

Metti un sabato mattina di primavera, trenta giovani presenti a una videochat di gruppo, un’altra decina collegati via social network. «Ragazzi, stiamo a casa. Ma se vogliamo, possiamo vederci e sentirci tutti!». La Pastorale giovanile si mette in gioco in questi giorni di isolamento: al centro la Parola di Dio e la vita dei giovani, intorno una rete di relazioni che si rivela preziosa anche al tempo del Coronavirus.

Don Rolando Leo

La prima iniziativa è partita sabato scorso, 21 marzo. ”Connessi alla Parola” è un ciclo di cinque incontri per riflettere sul brano della pesca miracolosa nel Vangelo di Luca: «Sulla tua parola getterò le reti». Don Rolando Leo, assistente diocesano di Pastorale giovanile, spiega: «In questo tempo sentiamo il desiderio di condividere la vita con gli altri. Abbiamo pensato di mantenere attiva la rete di amicizie, senza perdere la connessione con il Signore». L’incontro si svolge in due momenti: una lectio guidata proprio da don Leo a partire da un testo del cardinal Martini, poi la parola passa ai ragazzi. Chi se la sente condivide una riflessione o una domanda. «Mentre siamo costretti a rimanere in casa», riflette don Leo «c’è chi riesce a pregare di più, e chi fa più fatica. Chi sente di più la noia e chi invece continua a lavorare. Ma tutti portiamo dentro una domanda di senso: possiamo dire che, in questi giorni, la nostra stessa vita è una catechesi».

E proprio il bisogno di raccontare questa vita che cambia è alla base della seconda iniziativa: ”Connessi alla vita”. «Abbiamo suggerito ai ragazzi», dice don Leo, «di inviare durante la settimana una foto o un breve video collegato al tema dell’incontro del sabato. Ogni mercoledì a partire da domani, 25 marzo, le pubblicheremo nei canali social della Pastorale giovanile». Il tempo della pandemia è anche tempo di sperimentazione: «Noi adulti impariamo a usare meglio gli strumenti tecnologici», conclude don Leo, «anche se non dobbiamo dimenticare che l’incontro a tu per tu è tutta un’altra cosa. Finita questa fase, dovremo ricominciare dalle relazioni personali».

I giovani durante l'incontro di sabato scorso a Breganzona.
24 Marzo 2020 | 14:00
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