Metti una sera a cena a parlare di Dio con gli amici

La fede in Ticino c’è ancora, ma sovente è sopita come la brace sotto la cenere perché, magari mancano semplicemente le occasioni per riscoprirla. Ed ecco che arriva in Ticino una proposta promossa da don Gabriele Diener e sostenuta dal vescovo Lazzeri (vedi articolo sotto). Don Diener è rientrato in Ticino dopo una formazione di un anno a Roma sul tema della nuova evangelizzazione e un anno di lavoro nella diocesi di San Gallo, dove ha curato tra l’altro la traduzione in italiano per la Chiesa ticinese di alcuni corsi di evangelizzazione per adulti sperimentati nella Svizzera orientale.

Don Diener, partiamo da un dato statistico: in Svizzera tra il 2000 e il 2017, i cattolici sono passati dal 42% al 36%. Anche i riformati sono confrontati con una forte diminuzione di aderenti: dal 40% al 25%. In questo arco di tempo sono invece raddoppiati coloro che si definiscono «senza confessione». Come interpreta questi dati? «Il paesaggio religioso svizzero è certamente in evoluzione. La Chiesa cattolica romana e le Chiese evangeliche riformate in Svizzera condividono la tendenza al calo. Insieme comunque continuano a rappresentare ca. il 60% della popolazione del Paese. Sono questi i dati più aggiornati sulla religione in Svizzera, diffusi dall’Ufficio federale di statistica (2017). Il fenomeno è complesso. Religiosità in calo, quindi? Sì e no, potremmo rispondere, perché sebbene il 26% della popolazione – e la percentuale sale di anno in anno – dica di essere «senza religione», nel contempo oltre il 50% delle persone interpellate nelle statistiche continua ad affermare che la religione ha un ruolo importante in alcuni momenti chiave della vita. Una contraddizione, forse, visto il calo progressivo dei numeri, che mostra però come le Chiese abbiano davanti nuove e diverse sfide».

Recenti ricerche affermano che impedimenti al «credere» sono l’esistenza del male e della sofferenza nel mondo, l’ipocrisia percepita tra i cristiani e il conflitto tra scienza e Scrittura. Lo scandalo degli abusi non ha evidentemente aiutato. Secondo lei quali sono i maggiori ostacoli oggi alla fede, all’adesione ad una Chiesa? «La domanda posta richiederebbe una lunga e complessa analisi che qui lo spazio non permette. Colgo solo un aspetto che può riassumere la sua domanda. Essendo venuto meno il concetto di comunità, con tutto quanto la parola significa nel concreto, l’individuo preferisce rifarsi ad una religiosità che io definisco un po’ scherzosamente da «do it», cioè una fede fai da te. A volte, come Chiesa, siamo rimasti intrappolati in una pastorale ordinaria – comunque da non trascurare – senza porsi costantemente la domanda del fine ultimo di ogni attività pastorale. Come già ci ricordava Paolo VI nella sua esortazione pastorale Evangelii Nuntiandi «la Chiesa esiste per evangelizzare»».

La nuova evangelizzazione ha costituito uno dei principali punti di attenzione della Chiesa universale già a partire dagli anni ’70, in particolare nel pontificato di San Giovanni Paolo II. Se questo tema torna oggi al centro dell’attenzione non è perché c’è stato un crollo del modello tradizionale di «catechesi»? «Vero. E’ particolarmente visibile nel mondo degli adulti, paradossalmente in ricerca religiosa, ma sempre più lontani dall’attingere per la loro sete alle tradizionali fontane delle nostre comunità ecclesiali. Mi ricordo che papa Francesco, in occasione della sua prima udienza generale (marzo 2013) parlava dell’urgenza di uscire fuori dal recinto della Chiesa per andare a cercare la pecorella smarrita. Dopo pochi mesi ha ripreso la parabola reinterpretandola non tanto nei contenuti ma nelle proporzioni. Disse che dobbiamo uscire a cercare le novantanove pecore che si sono smarrite. La sfida di oggi è quella di chiederci come raggiungere quella fascia di persone che rimane ai margini ma comunque sempre alla ricerca del sacro. Che ci sia oggettivamente una rinnovata fame di spiritualità è indubbio ma è altrettanto vero che la parrocchia non è più il luogo principale per trarne nutrimento, al di là delle più o meno lodevoli proposte che vengono formulate ».

È quindi una questione anche di metodo? «Sì. Dopo aver trascorso un anno a Roma per un ulteriore approfondimento sul tema della nuova evangelizzazione mi è parso sempre più chiaro il motivo per cui al termine di «catechesi» si è sostituito, come indicatore di direzione, il termine di «evangelizzazione». Era per chiarire un problema di inculturazione della fede e non tanto della sua trasmissione. Gli aspetti da non trascurare per l’annuncio del Vangelo sostanzialmente sono sempre gli stessi: un annuncio centrato sulla Parola di Dio, un’attenzione alle relazioni più che ai contenuti, un linguaggio che restituisca alla fede la sua ferialità ».

Può essere più concreto? «Posso citare le diverse iniziative che abbiamo avviato da alcuni anni e che stiamo consolidando. Penso ad esempio alle Cellule parrocchiali di evangelizzazione proposte nella nostra diocesi nel 2013 con poco meno di un centinaio di persone. Il metodo è tanto semplice quanto efficace, costituito da piccoli gruppi di fedeli laici, che si riuniscono settimanalmente in case private per approfondire la propria fede e divenire evangelizzatori attraverso la preghiera, la catechesi, l’adorazione, la condivisione e l’aiuto reciproco. Penso poi ai corsi Alpha che abbiamo iniziato l’anno scorso e proseguiamo quest’anno con l’attivazione di altri tre entro dicembre».

Che cosa sono i corsi Alpha? «La struttura dell’insegnamento è fatta in modo da raggiungere credenti e non credenti. Mentre il catechismo e basato piu sui principi della fede e li studia, Alpha si focalizza sul «Kerygma» in modo che ci sia soprattutto il «primo annuncio» della fede cristiana che le persone ascoltano settimana dopo settimana. Il corso si sviluppa su 11 incontri settimanali, oltre ad un fine settimana. Ogni Alpha ha in comune tre aspetti: una cena conviviale, la presentazione di un tema con il sussidio di un video e una conversazione in piccoli gruppi. Inoltre ci sono i corsi di evangelizzazione per adulti che propongo alle comunità e ai parroci interessati. Lo spunto di tali corsi attinge le sue origini in Svizzera tedesca, dopo un’esperienza trentennale. I cosiddetti «Glaubenskurse» (corsi sulla fede) sono serate proposte settimanalmente della durata di 8/ 10 incontri, su un tema generale o specifico. Ho avuto modo di trascorre un anno nella diocesi di San Gallo e lavorare a stretto contatto con il fondatore – don Leo Tanner – per la traduzione di questi corsi in lingua italiana e la loro sperimentazione».

Ai parrochi ticinesi che con impegno portano avanti la pastorale ordinaria cosa si sente di dire? «Mi rendo conto che già è buona cosa svolgere tutte le mansioni che tale ufficio richiede. Bisogna però avere anche un occhio di riguardo nei confronti di quelle persone che hanno nel cuore uno spirito missionario ed evangelizzatore. Del resto Gesù ci viene in aiuto proponendoci il suo metodo. Ne ha scelti dodici e li ha inviati ad evangelizzare. Ne ha presi settantadue e li ha mandati avanti a preparare la sua venuta. Ecco, credo sia questa la modalità da riscoprire, sempre nuova e sempre antica. Bisogna forse avere più coraggio nell’abbandonare o ridurre al minimo impegni pastorali dettati più da una tradizione umana che divina e concentrare le forze nella formazione degli adulti che saranno poi i diretti collaboratori e propulsori dell’evangelizzazione in parrocchia. La fede si espande più per «attrazione» e per «diffusione» che non per piani pastorali. Io sono a disposizione per offrire questo genere di proposte a tutti i confratelli interessati e a laici di buona volontà». Per maggiori informazioni gabrielediener@ bluewin.ch.

Federico Anzini

A Pregassona: 11 incontri serali

Alpha è un corso di 11 incontri serali e di un week-end che ha come scopo quello di esplorare alcuni aspetti della fede. Si tratta di appuntamenti che avvengono in un’atmosfera rilassata e amichevole, dove ogni argomento trattato pone una domanda riguardo alla fede, affinché tutti possano discuterne liberamente. Il corso è iniziato venerdì scorso, 20 settembre, ma è ancora possibile iscriversi. Ha luogo dalle 19.30 alle 21.30, presso il Centro Presenza Cristiana in Via Terzerina 1 a Pregassona. Ogni serata inizierà con una cena conviviale offerta. Il corso è gratuito, ma per motivi organizzativi è gradita l’iscrizione scrivendo a: t.cirrincione@ me.com.

Mons. Lazzeri: «Le buone pratiche sono da incoraggiare»

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15). L’ampiezza e la profondità del mandato missionario conferito ai discepoli di Gesù devono continuare a essere per la Chiesa, in ogni tempo e luogo, uno stimolo e un pungolo a non accontentarsi mai delle modalità pastorali più consolidate e tradizionali. La varietà delle esperienze umane, delle situazioni storiche e dei contesti culturali è tale e in così rapida evoluzione che sarebbe davvero presunzione pensare di avere ormai messo a punto la formula definitiva e più efficace. Peraltro, sono sempre più numerose anche da noi le persone che, pur conservando nel profondo del cuore una nostalgia, un desiderio, una curiosità per ciò che il cristianesimo annuncia, fanno fatica a entrare in contatto con i circuiti più ordinari della trasmissione della fede, quali sono quelli delle nostre parrocchie, dei nostri movimenti e delle nostre associazioni. Da qui nasce l’esigenza di offrire la possibilità di inaugurare cammini di scoperta o di riavvicinamento alla fede cristiana. Già da tempo, in altre diocesi, sono state sviluppate buone pratiche e proposte di evangelizzazione degli adulti, diverse da quelli di cui già disponiamo. Ho così affidato a don Gabriele Diener il compito di esplorarle e di verificarne la possibile applicazione anche nella nostra diocesi di Lugano. Mi auguro che, a seconda delle disponibilità concrete delle varie realtà parrocchiali, egli possa raggiungere quelle persone che il ministero ordinario spesso non riesce a intercettare, ma che segretamente attendono di essere aiutate a conoscere il Signore e a vivere la gioia dell’Incontro con Lui e con i fratelli e le sorelle.

Mons. Lazzeri, Vescovo di Lugano

21 Settembre 2019 | 11:19
Tempo di lettura: ca. 6 min.
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