Il liceo diocesano (Foto d'archivio).
Diocesi

Liceo Diocesano ticinese: una scuola in cui si impara a diventare grandi insieme

«Credo che molte famiglie ritengano il nostro liceo adeguato per rispondere alle loro esigenze formative ed educative». Esordisce con questa frase, Alberto Moccetti, attuale Direttore del Liceo diocesano, fondato nel 1987 dall’allora Vescovo di Lugano mons. Eugenio Corecco.

«15 anni fa i nostri studenti non superavano le 90 unità, mentre oggi sono raddoppiati ». Dove sta il segreto di questo successo? Anzitutto in un’offerta curriculare molto ampia e variegata: «Effettivamente, accanto agli indirizzi tradizionali (classico, letterario, linguistico, scientifico, economico), che conducono al conseguimento della Maturità svizzera, offriamo anche da alcuni anni tre innovativi percorsi: un curriculum per sportivi d’élite, nato dalla collaborazione con l’Hockey Club Lugano; un curriculum per musicisti, creato assieme al Conservatorio della Svizzera italiana e – quest’anno giunto al suo primo ciclo – un curriculum artistico, nato in collaborazione con la SUPSI. Le collaborazioni con questi enti sono per noi molto preziose, e ci offrono un contributo per conseguire il nostro obiettivo principale: lavorare affinché i nostri allievi possano scoprire e coltivare le loro attitudini e le loro qualità».

Quali sono gli obiettivi della vostra linea educativa? «Essa è ben riassunta dalle parole di mons. Valerio Lazzeri in una recente lettera indirizzata al Liceo: i ragazzi vanno accompagnati in un esercizio di crescita, che avviene nel confronto reciproco e nel relazionarsi con la realtà integrale, con la vita, con la società. Confronto e relazione: è in questo che gli allievi devono crescere». Concretamente, cosa significa? «Significa che ogni studente, con l’aiuto dei professori, deve riuscire, attraverso gli anni di liceo, a mettere a fuoco le proprie capacità per poi essere in grado di fornire, esercitandole, un reale contributo alla costruzione della società. I ragazzi sono una ricchezza ma devono essere aiutati ad usare in modo critico la loro ragione. Tra i docenti, proprio per cercare di arrivare a questi obiettivi, c’è un confronto costante».

Avete allievi che provengono anche da famiglie non cattoliche? «Certamente. La nostra scuola rappresenta al meglio la stratificazione della società, sia dal punto di vista sociale che culturale e religioso. È una scuola cattolica che tuttavia non è solo per cattolici. La scuola può così diventare luogo di un dialogo bello e fecondo. Quando un ragazzo si iscrive non chiediamo il certificato di Battesimo; abbiamo sicuramente famiglie di non credenti che hanno iscritto i loro figli qui.» «Quanto alla retta, terrei a sottolineare che esistono dei sussidi per gli allievi che non possono sostenerne i costi; in questo senso, siamo anche molto attenti alla situazione concreta di ciascuna famiglia».

La testimonianza della famiglia Jermini di Lugano

«Tempo fa il Liceo diocesano era l’unica soluzione per chi volesse intraprendere una carriera musicale accanto agli studi; in questo senso, si può dire che esso ha aperto nuove vie, di cui i nostri due figli – Alessandra e Andrea – hanno approfittato appieno, intraprendendo parallelamente agli studi i corsi pre-professionali al Conservatorio. Inoltre, sono stati accolti molto bene, pur essendo la nostra famiglia protestante. Abbiamo scelto di iscriverli al Liceo diocesano perché crediamo possa trasmettere dei valori importanti. Soprattutto mi piace il contatto e il dialogo che si crea tra le famiglie e i docenti».

Il Liceo diocesano, in via Lucino 79, aprirà le sue porte per una serata informativa giovedì prossimo, 31 gennaio, alle 20.30.

Laura Quadri

Il liceo diocesano (Foto d'archivio).
26 Gennaio 2019 | 18:00
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