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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (6 settembre 2025)
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  • La rete solidale dei salesiani accudisce orfani e profughi

    di Silvia Guggiari

    Nonostante i bombardamenti sempre più intensi e nonostante la guerra non sembra essere vicina a una fine, continua l’opera incessante dei salesiani presenti in Ucraina: venticinque religiosi divisi in nove opere, delle quali quattro di rito latino e cinque di rito bizantino. A parlarci della situazione dei suoi confratelli è don Giordano Piccinotti, salesiano a Lugano e Presidente della Fondazione Opera don Bosco nel Mondo, che ci spiega che in questo momento i salesiani presenti in Ucraina «stanno cercando di mettere in sicurezza la popolazione, sia quella che resta all’interno del Paese, sia quella che sta cercando di partire per lasciare l’Ucraina e raggiungere la Polonia piuttosto che la Slovacchia».

    Don Giordano quotidianamente si mette in contatto con loro, in particolare con i salesiani presenti a Kiev e a Leopoli: «ogni giorno – racconta don Piccinotti - attendo loro notizie per sapere se stanno bene e, non nascondo, anche per cercare di convincerli a lasciare il Paese, ma su questo sono irremovibili, vogliono restare accanto alla loro gente».

    Don Giordano ci spiega che fino a pochi giorni fa nell’opera di Leopoli era presente un orfanotrofio che accoglieva una sessantina di bambini: «tutti loro sono stati trasferiti in un luogo sicuro dai salesiani a Košice in Slovacchia, ospitati nell’istituto o dalle famiglie a noi vicine. Adesso stiamo cercando di portare fuori altri bambini che ci sono stati affidati dalle mamme e dai papà che ci lasciano i figli per poi tornare all’interno dell’Ucraina, piuttosto che dal governo ucraino o dal municipio. Essendo minori non accompagnati la questione è molto delicata, ma grazie al benestare del governo slovacco che ha acconsentito alla loro entrata siamo riusciti ad inserirli nelle nostre strutture o presso famiglie a noi vicine mettendoli così in sicurezza. Proprio questa settimana, inoltre, il governo slovacco ci ha autorizzato ad aprire una casa famiglia a Košice per permettere ai bambini di rimanere in Slovacchia, vicini al confine, e magari una volta terminata la guerra tornare a casa loro a Leopoli. È importante che questi bambini, che hanno già subìto tanti traumi, non vengano trasferiti un’altra volta ma che rimangano vicini a casa ».

    Una rete di solidarietà

    Insieme all’accoglienza dei bambini orfani i salesiani dei tanti Paesi coinvolti si stanno dando da fare per portare aiuti concreti oltre il confine ucraino. È una bella macchina di solidarietà che coinvolge tante nazioni unite dal grande obiettivo di portare sollievo alle persone colpite da questo enorme dramma della guerra. Dalla Svizzera, come anche dall’Italia, non partono aiuti materiali, ma solo raccolte di denaro che servono per acquistare beni di sostegno mirati: «I salesiani italiani e quelli della Svizzera italiana – spiega don Giordano - si sono messi insieme per sostenere progetti concreti: il più importante è sicuramente quello di far arrivare settimanalmente gli aiuti a Leopoli con un camion che parte da Košice. A Leopoli i salesiani distribuiscono gli aiuti con dei mini van a persone, gruppi e soprattutto alle parrocchie. Ogni settimana i salesiani ucraini mandano ai confratelli rumeni, polacchi e slovacchi le loro richieste di aiuti materiali che anche attraverso le nostre donazioni di denaro vengono acquistati nei Paesi di frontiera e poi trasportati all’interno. In questo modo si risparmia tempo e denaro nel trasporto e sprechi di materiale che se non necessario si rischia venga buttato o riempia inutilmente i magazzini. Lungo il confine abbiamo così allestito due centri di stoccaggio, uno in Polonia e uno in Slovacchia, utili per arrivare presto all’interno dell’Ucraina con i beni necessari. Dalla parte polacca riusciamo ad arrivare a Leopoli con il treno: in questo modo abbiamo inviato tonnellate di farina, alimenti e perfino dei forni per fare il pane. Fin quando i collegamenti funzioneranno continueremo ad utilizzarli in questo modo che sta risultando molto efficace. Inviare ogni settimana un camion ha però un costo di circa 40 mila franchi ed è per questo che abbiamo avviato una raccolta fondi».

    L’accoglienza in Ticino

    Un altro capitolo di questa brutta guerra è quello che riguarda l’accoglienza dei profughi ucraini anche sul nostro territorio. Alcuni ragazzi sono già stati accolti presso l’Istituto Elvetico di Lugano, dove hanno iniziato a frequentare le lezioni. «Si tratta in particolare di parenti di nostri studenti, arrivati da diverse regioni dell’Ucraina - spiega ancora don Giordano -. Gli allievi dell’Elvetico li stanno accogliendo in maniera esemplare; io stesso sono stato molto colpito dalla vicinanza e dal senso di solidarietà mostrato ai loro coetanei ucraini. I ragazzi comprendono bene la situazione e hanno bisogno di essere coinvolti: sono esperienze forti che fanno crescere molto le persone».

    Un sostegno concreto con la raccolta fondi

    Per rispondere all’appello dei Salesiani dell’Ucraina, l’Opera Don Bosco nel Mondo ha attivato una raccolta fondi per gli aiuti umanitari e per provvedere a un luogo per proteggere i bambini e le persone più fragili, in particolare a Leopoli, dove grazie ai contributi dei donatori si potrà dare rifugio a più di 1.000 persone. In questo momento anche una piccola donazione è fondamentale per sostenere i salesiani al fianco della popolazione ucraina. Per contribuire è possibile effettuare una donazione a Opera Don Bosco nel Mondo attraverso il bonifico bancario tramite Banca del Sempione con IBAN: CH41 0866 6000 1137 580A 7 La causale da indicare nei bonifici è: EMERGENZA UCRAINA PROGETTO UKR 22-011

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