udienza

Francesco: «La fede? Anche io ho dubbi, ma posso approfondirla»

«Ne ho tanti… Certo che in alcuni momenti a tutti vengono i dubbi!». Concluso il Giubileo il Papa continua la rassegna delle opere di misericordia, concentrandosi, all’udienza generale in aula «Paolo VI» di questa mattina, su «due azioni fortemente legate tra loro: consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti quello che non sanno». I dubbi, ha detto, possono far crescere e approfondire la fede, poi «vanno anche superati». L’ignoranza va contrastata, come fa la Chiesa con molte sue istituzioni educative, e «non si può capire» che in un mondo dove il progresso tecnico e scientifico è così avanzato ci siano ancora tanti bambini che soffrono di analfabetismo.

«Finito il Giubileo, oggi torniamo alla normalità, ma rimangono ancora alcune riflessioni sulle opere di misericordia, e così, continuiamo su questo», ha detto il Papa. «La riflessione sulle opere di misericordia spirituale riguarda oggi due azioni fortemente legate tra loro: consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti quello che non sanno, no? La parola ignorante è troppo forte, no? Ma vuol dire quelli che non sanno qualcosa e ai quali si deve insegnare. Sono opere che si possono vivere sia in una dimensione semplice, familiare, alla portata di tutti, sia – specialmente la seconda, quella dell’insegnare – su un piano più istituzionale, organizzato. Pensiamo ad esempio a quanti bambini soffrono ancora di analfabetismo: questo non si può capire, che in un mondo dove il progresso tecnico, scientifico, sia arrivato così alto, ci siano bambini analfabeti. Questo non si può capire; è un’ingiustizia. Quanti bambini soffrono di mancanza di istruzione. È una condizione di grande ingiustizia che intacca la dignità stessa della persona. Senza istruzione poi si diventa facilmente preda dello sfruttamento e di varie forme di disagio sociale».

La Chiesa, «nel corso dei secoli ha sentito l’esigenza di impegnarsi nell’ambito dell’istruzione perché la sua missione di evangelizzazione comporta l’impegno di restituire dignità ai più poveri», ha detto il Papa – sollecitando, tra l’altro, l’applauso – «quanti cristiani, laici, fratelli e sorelle consacrate, sacerdoti hanno dato la propria vita nell’istruzione, nell’educazione dei bambini e dei giovani» e citando, in particolare, don Bosco: «Ci sono salesiani lì, eh? Ma pensiamo a Don Bosco che con quei ragazzi di strada, con l’oratorio e poi con le scuole, gli uffici, li preparava per il lavoro… È così che sono sorte molte e diverse scuole professionali, che abilitavano al lavoro mentre educavano ai valori umani e cristiani. L’istruzione, pertanto, è davvero una peculiare forma di evangelizzazione».

Più cresce l’istruzione, ha sottolineato il Papa, «e più le persone acquistano certezze e consapevolezza, di cui tutti abbiamo bisogno nella vita. Una buona istruzione ci insegna il metodo critico, che comprende anche un certo tipo di dubbio, utile a porre domande e verificare i risultati raggiunti, in vista di una conoscenza maggiore. Ma l’opera di misericordia di consigliare i dubbiosi – ha sottolineato – non riguarda questo tipo di dubbio. Esprimere la misericordia verso i dubbiosi equivale, invece, a lenire quel dolore e quella sofferenza che proviene dalla paura e dall’angoscia che sono conseguenze del dubbio. È pertanto un atto di vero amore con il quale si intende sostenere una persona nella debolezza provocata dall’incertezza».

«Penso che qualcuno – ha aggiunto Francesco – potrebbe chiedermi: «Padre, ma io ho tanti dubbi sulla fede, cosa devo fare? Lei non ha mai dei dubbi?». Eh …, ne ho tanti, eh! Ne ho tanti … Certo che in alcuni momenti a tutti vengono i dubbi! I dubbi che toccano la fede, in senso positivo, sono un segno che vogliamo conoscere meglio e più a fondo Dio, Gesù, e il mistero del suo amore verso di noi«Ma, io ho questo dubbio … Cerco, studio, vedo o chiedo consiglio, come fare …». Questi dubbi che fanno crescere È un bene quindi che ci poniamo delle domande sulla nostra fede, perché in questo modo siamo spinti ad approfondirla. I dubbi, comunque, vanno anche superati. È necessario per questo ascoltare la Parola di Dio, e comprendere quanto ci insegna. Una via importante che aiuta molto in questo è quella della catechesi, con la quale l’annuncio della fede viene a incontrarci nel concreto della vita personale e comunitaria. E c’è, al tempo stesso, un’altra strada ugualmente importante, quella di vivere il più possibile la fede. Non facciamo della fede una teoria astratta dove i dubbi si moltiplicano. Facciamo piuttosto della fede la nostra vita. Cerchiamo di praticarla nel servizio ai fratelli, specialmente dei più bisognosi.allora tanti dubbi svaniscono, perché sentiamo la presenza di Dio e la verità del Vangelo nell’amore che, senza nostro merito, abita in noi e condividiamo con gli altri».

L’insegnamento più profondo che siamo chiamati a trasmettere e la certezza più sicura per uscire dal dubbio «è l’amore di Dio – ha concluso il Papa – con il quale siamo stati amati. Un amore grande, gratuito e dato per sempre. Ma, Dio mai fa retromarcia con il suo amore, mai! Va sempre avanti, rimane lì… è dato per sempre questo amore di cui dobbiamo sentire forte la responsabilità, per esserne testimoni offrendo misericordia ai nostri fratelli».

(Iacopo Scaramuzzi / Vatican Insider)

 

23 Novembre 2016 | 12:43
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