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Facoltà di teologia di Lugano: le novità del nuovo anno accademico

Come è ormai consuetudine, la Facoltà di teologia di Lugano ha aperto il nuovo anno accademico con una settimana intensiva, indirizzata sia ai suoi studenti, che alle persone interessate. Il tema di quest’anno, verteva sull’operato del riformatore di Zurigo, Uldrych Zwingli, a 500 anni dall’inizio della sua predicazione nel Grossmünster di Zurigo. A giorni, inoltre, negli spazi della Facoltà verrà inaugurata una mostra su Papa Francesco, un’iniziativa suggerita dall’Associazione sostenitori della Facoltà che il 4 ottobre prevederà anche un incontro dedicato in particolare alla formazione intellettuale di questo papa venuto dalla fine del mondo. Sempre di più, insomma, la Facoltà di teologia di Lugano si caratterizza oltre che come il luogo deputato alla formazione dei sacerdoti, religiosi e religiose e degli studenti di teologia anche come un importante agenzia culturale rivolta verso l’esterno e in dialogo con il territorio. «La nostra Facoltà» chi ha spiegato il rettore René Roux «prevede ogni anno diverse iniziative di carattere formativo ed informativo, che riscuotono notevole interesse di pubblico. Come il recente convegno su «Migrazione, educazione, integrazione?» o il pomeriggio sulla cure palliative in ambito interculturale e interreligioso, o ancora i moduli informativi nell’ambito della comunicazione interculturale, che sono legati alla vita di qui. Una facoltà di teologia deve avere questa doppia caratteristica: da un lato essere aperta all’universale ma dall’altro avere anche un radicamento in un territorio concreto».

Quali sono, invece, professore Roux, le novità che attendono gli studenti e i frequentatori a varito titolo -uditori e simpatizzanti- per questo nuovo anno? «Dopo la settimana intensiva iniziale su Zwingli, ad inaugurare il secondo semestre, ve ne sarà un’altra, che verrà dedicata alla figura di San Carlo Borromeo. Dal punto di vista delle nostre attività interne, la grossa novità è senz’altro l’introduzione di un percorso di PhD in studi religiosi che comincia quest’anno, con tre indirizzi: storia del pensiero religioso; diritto, politica e religioni; etica, filosofia e religioni. Quest’ultimo può essere svolto come dottorato congiunto in Filosofia con le università di Pisa e di Firenze. Abbiamo, poi finalmente ottenuto un accordo con l’Italia, in particolare con la Facoltà di teologia dell’Italia centrale che consente ai nostri titoli in teologia e studi religiosi di essere spesi anche sul mercato di lavoro italiano».

A proposito di questo nuovo dottorato, professore: in quanti vi hanno aderito e quali sono le aree tematiche che sono andati a toccare questi dottorati? «Al momento abbiamo ricevuto 33 richieste di candidatura; le tematiche spaziano dalle questioni etiche contemporanee a importanti aspetti del dialogo interreligioso, passando per problemi di carattere giuridico-politico ».

Ma parliamo ora di un altro progetto che sta prendendo parecchio tempo e che investe tutta la Facoltà: i rapporti con l’USI. A che punto è giunto il progetto di integrazione? «Il Consiglio di Stato ha accolto positivamente l’istanza dell’USI in vista di un avvicinamento organico della FTL all’università, indicando però come via preferenziale nella situazione attuale quella di una affiliazione che garantisca l’integrazione accademica conservando una separazione negli ambiti amministrativi e finanziari». Siamo alle soglie del sinodo sull’Amazzonia, che ruoterà con ogni probabilità intorno all’enciclica «Laudato si», questo importante testo che parla dell’ecologia globale in un momento dove la cura del creato viene percepita con grande urgenza da tutti, basti pensare che a Berna, il 28 settembre prossimo, si terrà la prima grande manifestazione nazionale per il clima.

La «Laudato si’» con i suoi temi attuali e interdisciplinari ha già fatto il suo ingresso nelle aule della Facoltà, professore? «Le tematiche che sono state sollevate dalla «Laudato si’», l’attenzione per il creato, per lo sviluppo e tutte queste dimensioni, sono aspetti che fanno parte della dottrina sociale della Chiesa e della sua visione antropologica da sempre. Quello che è vero è che nella pastorale pratica e nell’annuncio, questi aspetti sono stati messi in secondo piano. Ora papa Francesco li ha riportati all’attenzione di tutti e quindi sembrano nuovi. Ma in effetti, non lo sono: semplicemente non li abbiamo mai presi in considerazione come avremmo dovuto. A livello di piano di studi e di insegnamento questi temi ora sono stati inseriti nella nuova costituzione apostolica «Veritatis gaudium», ma l’implementazione dei nuovi programmi richiede sempre un po’ di tempo. Ma posso dire che le facoltà teologiche della Svizzera stanno attualmente collaborando per preparare i nuovi programmi che varranno per tutte le facoltà cattoliche della Svizzera e in cui si terrà conto anche di queste esigenza dell’ interdisciplinarietà e in particolare delle tematiche relative al creato».

Corinne Zaugg

21 Settembre 2019 | 11:32
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