Lugano: Assemblea diocesana del Clero, Santa Messa conclusiva. Nella foto un momento durante il rinfresco in seguito all'Assemblea Diocesana del Clero.
Ticino e Grigionitaliano

Essere preti insieme: oggi, qui, per?

La cura per le relazioni quotidiane e per la qualità umana del vivere di sé e di tutti: sono i due principali temi emersi all’Assemblea dei preti del Ticino svoltasi il 29, 30 e 31 agosto a Lugano al Palazzo dei congressi. Di seguito il testo di sintesi reso noto dal servizio di comunicazione dell’evento.

«Con 130 iscritti e numerosi ospiti invitati come relatori, l’Assemblea ha radunato tre quarti dei preti della diocesi, segno evidente del bisogno profondo di ritrovarsi dopo l’isolamento della pandemia. Relazioni, lavoro a gruppi, collegamenti, ma anche momenti di convivialità informale hanno ritmato le tre giornate, concluse con la Messa in cattedrale a cui erano invitati anche i fedeli laici. La sensazione generale, a detta di molti presenti, è positiva: l’Assemblea ha risposto a un bisogno diffuso di dialogo e di ascolto reciproco, sull’onda della sinodalità, cioè la dinamica ci coinvolgimento e partecipazione rilanciata in questi ultimi due anni di Papa Francesco per l’intera Chiesa cattolica. Forte l’interesse suscitato dal tema di fondo: la dimensione umana della vita del prete, aperta alle relazioni e attenta alla giusta cura di se stessi, oltre che del popolo di Dio, come indica l’apostolo Paolo ai capi della chiesa di Efeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge» (Atti degli Apostoli 20,28). Parole che rilanciano anche l’invito di San Carlo Borromeo ai preti: «Non datevi a tal punto da dimenticarvi di voi stessi».

Aprendo i lavori, il vescovo di Lugano mons. Valerio Lazzeri ha puntato sul taglio esistenziale dell’evento, per mettere a tema le solitudini, gli smarrimenti, le crisi che toccano oggi anche i preti. E ciascuno ha potuto vedere evocate in trasparenza anche alcune esperienze particolarmente difficili di questi ultimi anni in Ticino. Il vescovo ha invitato all’audacia fiduciosa, fondata sulla promessa di Cristo «che continua a vedere in noi una bellezza, una possibilità». Mons. Lazzeri ha auspicato uno sguardo realistico, un esercizio di attenzione, ma non autoreferenziale, «non per restaurare una casta» ma per «ritrovarci attorno a quell’inafferrabile non-so-che che un giorno ci ha conquistati».

In collegamento da Novara, ha preso la parola don Brunello Floriani. Con parole semplici e dirette ha messo in guardia dalla tentazione di «giustificare le eccezioni», cioè dal pericolo che un prete scenda a troppi compromessi rispetto agli ideali a cui ha aderito con la sua vocazione, col rischio di distruggersi. Ha invitato a sentirsi parte di un presbiterio, cioè a non pretendere di portare da soli il peso e la gioia dalla missione. Ha ricordato l’importanza di fidarsi di Cristo, dando più peso, come dice Papa Francesco, ai «processi» che ai «programmi». Ha descritto il prete come la «fontana del villaggio» a cui chiunque ha diritto di avvicinarsi per dissetarsi in libertà.

Corinne Zaugg, giornalista responsabile di «Chiese in diretta» (RSI), ha proposto una «fotografia» del presbiterio ticinese. Con tatto e chiarezza ha offerto una serie di domande per permettere ai preti di osservare la realtà da altri punti di vista: certo, la vita dei preti può essere difficile, ma anche quella di tutti gli altri, oggi, lo è! Che cosa ne sanno i preti del vissuto della gente? Come fanno ad essere presenti nelle realtà quotidiane, sociali, culturali, professionali, delle loro comunità? O sono assenti? Come gestiscono e relazioni nelle comunità, tra di loro, con i laici e le laiche, con i giovani? Come gestiscono il cambiamento d’epoca? «Vogliamo parlarne insieme?»: è la domanda che lancia il desiderio di una grande stagione di confronto aperto.

Nicola Gianinazzi, psicoterapeuta e teologo, ha cavalcato ulteriormente queste dimensioni indicando la consonanza sempre più chiara oggi tra gli esperti di varie discipline, attorno al fatto che l’essere umano è essenzialmente nato per la relazione, per
scambiarsi idee, sensazioni, informazioni, sentimenti. Un’osservazione che rivaluta anche a livello scientifico quello che da sempre è il cuore del cristianesimo: «Ama il prossimo tuo come te stesso».

Alle prime due giornate ha presenziato don Marco d’Agostino, della diocesi di Cremona, attivo nella formazione dei futuri preti. Don Marco ha proposto un ricco percorso nell’umanità del prete oggi, con esempi e aneddoti. Ricordare che «come preti siamo anzitutto uomini» ha enormi conseguenze: è attraverso l’umanità del prete che passa la sua missione e la sua testimonianza. Ma quanta umanità c’è oggi mediamente nei preti? Che cosa significa per i preti oggi voler bene, provare paure, sentirsi fratelli, farsi carico, prendersi cura, raccontarsi…? Quando un prete «è strano, rotto, malato, anziano… chi si occupa di lui? A chi appartiene?». Don Marco ha invitato il prete ad essere uomo libero, capace quindi di confrontarsi e dire ciò che ritiene importante, sentendosi sempre anche «discepolo» come tutti.

Filosofo e poeta con un senso di responsabilità per il bene di tutti, Marco Guzzi, collegato da Roma, ha tracciato i contorni del «cambiamento d’epoca» di cui tanto si parla. Stiamo vivendo una «crisi antropologica», cioè un cambiamento del nostro modo di essere umani: qualcosa che si intuisce ma di cui ancora non conosciamo i contorni precisi. Per Guzzi, il vero cambiamento necessario consiste nel passaggio da un modo di vita conflittuale a un atteggiamento fondato invece sulla relazione e la fraternità universale, unico «sviluppo sostenibile» per il futuro dell’umanità. Marco Guzzi ha suggerito alcune modalità concrete per attivare questo processo di trasformazione. Anzitutto invita a una conoscenza profonda e attenta di sé, che permetta di identificare i freni che bloccano le capacità relazionali e persino la sinodalità della Chiesa. Così poco alla volta si scioglie il «ghiaccio» interiore e si attiva una «evoluzione fraterna della struttura ecclesiale», come esperienza dello Spirito Santo che Dio effonde su tutti nel Battesimo. Anche Guzzi ha sottolineato la consonanza tra queste dinamiche di umanizzazione e il Vangelo, invitando i credenti a vivere uno «spazio di libertà anche dentro una struttura ecclesiale soffocante».

La sinodalità è certamente uno di questi spazi di libertà, trasformazione e crescita, come emerso dalla recente inchiesta sinodale realizzata anche nella diocesi di Lugano. Ne ha riferito la giornalista Cristina Vonzun, direttrice di Comec, l’associazione che gestisce le trasmissioni religiose cattoliche alla RSI, il sito catt.ch e il settimanale print «Catholica». L’inchiesta ha rivelato il desiderio di molti ticinesi di avere una chiesa aperta, partecipativa, che dia voce alle donne, ai giovani, dove coltivare relazioni di qualità, dove tenere accesa una fraternità reale e sincera anche nelle strutture, compreso il loro modo di comunicare verso l’esterno. È emerso il bisogno dei laici di essere interpellati per le loro competenze reali. Affermazioni e sensazioni che, una volta di più, confermano la melodia complessiva di questa assemblea dei preti.

Lugano: Assemblea diocesana del Clero, Santa Messa conclusiva. Nella foto un momento durante l’Assemblea Diocesana del Clero.

Don Sergio Carettoni, referente in diocesi per la Reti pastorali (i raggruppamenti di parrocchie che collaborano tra loro), ha fatto il punto su questo cantiere, invitando i presenti a formulare correzioni e miglioramenti. La mattinata conclusiva si è concentrata su una decina di questioni pratiche, affrontate in altrettanti gruppi di lavoro. Si va dalla corresponsabilità alla formazione permanente dei preti, dal coordinamento dell’attività e della missione ecclesiale, agli scenari futuri della presenza cattolica in Ticino, dalla gestione delle risorse economiche che permettono questa presenza, alla capacità dei preti di prendersi cura di sé e degli altri. Il risultato delle discussioni sarà affidato al vescovo, affinché possa diventare materia di lavoro futuro.
L’auspicio di molti è che sia i contenuti, sia le modalità di questa assemblea, per molti versi nuova e profetica, possano trovare continuità nel futuro.

L’Assemblea è terminata con una festosa celebrazione Eucaristica in Cattedrale, a cui hanno partecipato anche numerosi fedeli laici, presieduta del vescovo emerito mons. Pier Giacomo Grampa. Qui l’omelia di mons. Vescovo Valerio Lazzeri

Il presente testo è stato redatto dal servizio di comunicazione del gruppo organizzatore dell’evento

Lugano: Assemblea diocesana del Clero, Santa Messa conclusiva. Nella foto un momento durante il rinfresco in seguito all'Assemblea Diocesana del Clero. | © Ti-Press / Pablo Gianinazzi
31 Agosto 2022 | 18:19
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