È Dio la fonte stessa delle vocazioni

È possibile sintetizzare il ministero terreno del Signore Gesù con le parole della sua stessa predica, brevissima, che la Chiesa proclama in questa terza domenica del tempo ordinario: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1, 15). Quattro punti fondamentali che riassumono il messaggio evangelico: compimento, salvezza, conversione e fede.

Questa breve predica è costruita secondo la forma di una implicazione. Il tempo è compiuto e la salvezza è pronta, dunque è arrivato il momento di credere. Come a dire: approfittatene! Questa consapevolezza è un motore. Gesù agisce e invita all’azione. Non è un caso allora che questa piccola predica sia seguita dalla chiamata alla sequela cristiana dei primi discepoli. Troviamo in questa pagina evangelica un racconto diverso da quanto abbiamo ascoltato domenica scorsa. Lì ci era stato detto di due amici – Andrea e Giovanni – qui si parla di due coppie di fratelli, intenti nel loro lavoro quotidiano – Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. Non dobbiamo pensare a una contraddizione tra i due brani. Si tratta infatti di due eventi che sono cronologicamente distanti. Nel brano di Giovanni ascoltato domenica scorsa la figura del Battista è ancora centrale, nel brano odierno invece il Battista è ormai prigioniero. L’episodio precedente si verifica all’indomani dei quaranta giorni di Gesù nel deserto. L’episodio narrato oggi si verifica diversi mesi dopo: nel frattempo c’è stato un primo ritorno in Galilea, con tappa a Betsaida, Cana e Cafarnao, poi la salita a Gerusalemme per la Pasqua con gli episodi della cacciata dei mercanti e dell’incontro notturno con Nicodemo, quindi l’amministrazione da parte dei discepoli di Gesù di un battesimo analogo a quello del Battista, il passaggio per la Samaria e l’incontro con la donna al pozzo (tutti episodi questi narrati dal solo Giovanni), per poi tornare in Galilea all’indomani dell’arresto di Giovanni.

Questa (apparente) contraddizione tra i brani evangelici ci dà, a mio avviso, un grande insegnamento spirituale: non dobbiamo permettere che la nostra debolezza diventi causa di scoraggiamento. Nel primo incontro, Andrea e Giovanni decidono di seguire Cristo spontaneamente. Tuttavia, è plausibile che non siano stati del tutto costanti nel seguire Gesù nelle sue peregrinazioni tra la Galilea e la Giudea. È solo mesi dopo che Cristo chiama, cioè conferma la vocazione. Nel frattempo, infatti, i quattro discepoli – Andrea, Simone, Giacomo e Giovanni – avevano capito che stile di vita fosse opportuno seguire per essere cristiani. A conferma di ciò, dobbiamo pensare che questo episodio è da leggere come la conclusione della pesca miracolosa narrata in Luca 5,1-11, dove troviamo rivolta a Simone la stessa frase che leggiamo in Marco: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17; cfr. Lc 5,10). È necessario aderire alla vocazione, ma c’è bisogno che Dio confermi, perché Dio è la fonte stessa delle vocazioni. Lo stesso Gesù infatti dirà più tardi: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15, 5b).

Gaetano Masciullo

24 Gennaio 2021 | 07:04
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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