Ticino e Grigionitaliano

Dal Carmelo di Locarno Monti l’augurio di un cuore riconciliato

In Ticino c’è un monastero dedicato a San Giuseppe. È quello carmelitano di Locarno Monti. Lassù vivono 13 sorelle dedite alla vita contemplativa. Non potevamo iniziare questo 2021 che il Papa ha dedicato a San Giuseppe e alla famiglia, se non partendo proprio da un luogo di preghiera e silenzio che si lascia quotidianamente interpellare dalla figura di questo santo. «Gioia, commozione, stupore e gratitudine» sono i sentimenti che la madre priora del Carmelo, Anna Tognetti, esprime a nome personale e delle consorelle a proposito della «sorpresa che ci ha fatto il Papa». Una sorpresa che riguarda tutta la spiritualità carmelitana, così legata a San Giuseppe.

Suor Anna, c’è una devozione che lega la spiritualità carmelitana a San Giuseppe. Quale?
San Giuseppe era caro a Santa Teresa d’Avila (1515-1582), la riformatrice del Carmelo, perché lo considerava un contemplativo, cioè qualcuno che sa interpretare tutte le vicende umane alla luce della presenza di Dio. Teresa d’Avila aveva una grande ammirazione per questo Santo al punto da definirlo «il glorioso patriarca» e da considerarlo un modello di intercessione, cioè un Santo a cui raccomandarsi per implorare tutte le grazie.

In che senso San Giuseppe è un contemplativo?
San Giuseppe nel Vangelo è narrato come colui che agisce senza comprendere tutto quello che gli viene chiesto, mostrando così una grande disponibilità a lasciarsi guidare da Dio. In altre parole, possiamo dire che un vero contemplativo ha il dono di vedere Dio all’opera dentro tutte le cose che accadono.

Il Papa ha scritto una lettera di indizione dell’anno di San Giuseppe dal titolo «Patris corde – Con cuore di Padre». Questo anno, lo ricordiamo, accade nel 150esimo dalla proclamazione del Santo a patrono della Chiesa Universale. È la cura, un tema attualissimo di questi tempi nel magistero del Papa, ad emergere anche in Patris corde. Voi come cercate di concretizzare questa attitudine di San Giuseppe?
In questo tempo difficile prendiamo a cuore nella nostra preghiera la sofferenza che la gente vive: la precarietà, le sofferenze fisiche, quelle morali e anche relazionali, in particolare nelle famiglie e la mancanza di lavoro. Siamo soprattutto in contatto epistolare con persone che ci raggiugono con richieste di preghiera.

Papa Francesco dedica il 2021 non solo a San Giuseppe ma anche alla famiglia. Quale messaggio vi suggerisce questa scelta? Una riscoperta della paternità. Il Papa nella lettera parla della paternità vera come quella capace di rinunciare alla tentazione di vivere la vita dei figli. Ogni figlio porta sempre con sé un mistero. Un padre è consapevole di completare la propria azione educativa e di vivere pienamente la paternità solo quando si è reso inutile, quando il figlio si è reso autonomo e cammina da solo sui sentieri della vita. Questo vuol dire che un padre ha cura del figlio senza appropriarsene, ma rendendolo capace di scelte di libertà e di partenze. Sono considerazioni molto attuali, se guardiamo alla nostra società.

E per voi, come monache di clausura, qual è il messaggio di Patris corde? San Giuseppe viene definito «padre castissimo». Oggi davanti a questa espressione si pensa subito a qualcosa di fisico. Ma cos’è in realtà la castità? È quella libertà dal possesso che vale in tutti gli ambiti della vita. È una libertà interiore che coinvolge tutte le relazioni, tutta la realtà. A questo rende attenti il Papa grazie alla figura di San Giuseppe. Un atteggiamento che vale in clausura ma anche nel mondo.

Inizia il 2021. Si sente dire «meno male che è finito il 2020». Pensando a San Giuseppe e alla società ticinese quali sono i vostri auguri per il nuovo anno? Ogni anno ha le sue grazie e pur nelle difficoltà anche il 2020 le ha avute. Io riprenderei l’augurio che il Papa esprime alla fine della sua lettera: «Imploriamo da San Giuseppe la grazia delle grazie, che è la nostra conversione». La conversione non vuol dire in primo luogo diventare credenti, ma cambiare mentalità, cambiare lo sguardo sulla realtà per prendersi cura degli altri, dell’ambiente, della società che ci circonda. Significa avere uno sguardo che ci rende più pacifici e più riconciliati con tutti. Questo è il nostro augurio per il 2021!

Cristina Vonzun

2 Gennaio 2021 | 11:50
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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