Internazionale

Asia Bibi: arriva l'udienza finale per la vita o la morte

Oggi, 8 ottobre 2018, in Pakistan dovrebbe essere arrivato il giorno in cui  si saprà quale sarà il destino di Asia Bibi, la donna cristiana in carcere da quasi 10 anni nel Paese islamico con l’accusa di blasfemia, in attesa della condanna che nel suo caso potrebbe essere la pena capitale se il ricorso degli avvocati difensori, giunto alla III istanza, dovesse essere respinto.

Secondo la procedura penale del Pakistan, a questo punto tutto si svolgerà in un’unica udienza, in cui i giudici ascolteranno le posizioni della difesa e dell’accusa (rappresentata dal Pubblico ministero) e valuteranno se confermare o annullare la sentenza di pena capitale. Il pronunciamento dovrebbe essere emesso lo stesso giorno e, per la pubblicazione, si dovrà attendere ancora due o tre giorni.  Si spera che il giudizio sia favorevole alla donna.

La vicenda di Asia Bibi

Il processo davanti al tribunale pakistano di Nakhana Shahib, che a novembre del 2010 decretò la prima condanna a morte della donna, fu evidentemente viziato da false accuse, costruite ad arte per punire Asia che aveva osato ribellarsi ad una discriminazione di cui era stata vittima, perpetrata dalle sue compagne di lavoro agricolo nei campi. Le donne l’avevano accusata di aver contaminato, in quanto cristiana, la fonte d’acqua da cui tutte si stavano abbeverando.  Alla reazione stizzita di Asia – un affronto imperdonabile – erano andate a cercare manforte dall’imam locale, che architettò e portò a termine il piano di un’accusa per blasfemia: una facile scorciatoia da usare per liberarsi di avversari in dissidi privati. L’imam ha sporto denuncia e testimoniato in tribunale su un evento in cui – assurdità logica e giuridica – non era in alcun modo coinvolto di persona, affermando che Asia aveva offeso il nome del profeta Maometto, accusa per la quale -se confermata- la pena in Pakistan è la condanna a morte.

fonte: vaticaninsider/red

8 Ottobre 2018 | 06:33
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