A 50 anni dalla morte del maestro Picchi

«Luigi Picchi è stato un esempio infaticabile di dedizione al compito di compositore, docente, organista e direttore di coro nei Seminari di Como e di Lugano, offrendo ai numerosi futuri presbiteri (e non solo) la propria competenza e la propria passione», scrive Don Emanuele Di Marco. E’ bello e commovente ricordarne la cordialità, il sorriso, la semplicità abbinate alle sue grandi doti musicali ed artistiche, come pure a un’intensa e sincera spiritualità. Erano gli anni del movimento liturgico che a Lugano anticipava il rinnovamento che sarebbe stato sancito dal Vaticano II. Basti ricordare la pubblicazione de «Il Popolo alla Messa»: un libro di canti che intendeva promuovere una partecipazione intensa e sincera all’evento liturgico. Tre i suoi artifici: Mons. Silvano Albisetti, poeta della parola; Luigi Picchi, artista del pentagramma; Luigi Agustoni ispiratore e guida. Intervenendo in un convegno promosso a Lugano nel 2000 a ricordo di Picchi, Mons. Felice Rainoldi lo definiva «un compositore originale, mistico, fedele al testo, famigliare, e pure segnato da ascetismo amabile ». Lo ricordava come «un eccezionale improvvisatore al punto che molte fra le sue melodie più belle non potremo mai sentirle, perché uscite dal suo cuore durante una celebrazione, ma non trascritte sul pentagramma». Sempre in quel convegno Mons. Silvano Albisetti ricordava che papà Faustino, nell’attesa della nascita di Luigi, si recò a piedi al Santuario della Madonna di Caravaggio, con nel cuore la speranza e la preghiera che quel figlio fosse utile alla Chiesa. Sottolineando il grande impegno del Maestro a Como, quale organista del duomo dal 1929 alla morte e a Lugano, a partire dal 1934, Mons. Albisetti concludeva che «quella preghiera non è rimasta inascoltata». Don Luigi Cansani, che ebbe in Picchi il suo primo Maestro, ha lasciato questa significativa testimonianza scritta: «Mi diceva che il musicista e il compositore liturgico deve sapersi mortificare, perché le sue composizioni sono destinate anche a organisti e cantori, che non hanno potuto fare studi musicali particolari e pure al popolo dei fedeli che deve poter seguire canti facili, anche se belli». A conclusione di quel convegno Don Valerio Crivelli definiva le composizioni di Luigi Picchi «un inno- professione di fede capace di smuovere i cuori, uno strumento eccezionale e necessario per aiutare a penetrare nel mondo della Liturgia, riscoperta come azione viva del popolo santo di Dio». Sottolineava che «rinunciando a successi più immediati e paganti, Luigi Picchi fu un profeta di tempi nuovi nella riscoperta della tradizione più genuina della Chiesa, che amò e che servì». Un vero maestro, verso il quale, scriveva Don Guglielmo Maestri sul GdP del 13 agosto 1970, «la nostra diocesi ha un debito di riconoscenza grandissimo».

Gli appuntamenti

In occasione del 50mo della morte di Luigi Picchi un ricco itinerario tra settembre 2019 e l’estate 2020. Oltre l’incontro di domani, domenica 29 settembre, seguirà, sabato 19 ottobre,
un incontro di formazione alla Facoltà di teologia di Lugano. Il 23
novembre un concerto vocale e organistico, nel 2020, un concerto vocale e strumentale nella Cattedrale di S. Lorenzo, venerdì 24 aprile. Tutte gli appuntamenti e i dettagli su: diocesilugano.ch.

Gianni Ballabio

28 Settembre 2019 | 13:28
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