Ticino e Grigionitaliano

4 nuovi sacerdoti per la Diocesi di Lugano. Le loro storie

Sono giovani e ognuno con la sua personalissima storia, ma accomunati da un senso di gratitudine verso Dio, che ha loro indicato, come progetto di vita, la strada del sacerdozio: Nathan Fedier e Davide Bergamasco, entrambi cresciuti nel Locarnese, Stefano Bisogni , di Milano, e Giuseppe Quargnali, di Trieste. Sabato 5 settembre saranno ordinati presbiteri dal vescovo di Lugano, mons. Lazzeri, mettendosi al servizio della diocesi.

Da Trieste al Ticino

Dieci anni di seminario, dopo esservi entrato a 23 anni; poi il coronavirus, che chiede di posticipare ulteriormente la data della propria ordinazione sacerdotale. Eppure, per Giuseppe Quargnali, 33 anni, non è che «un tempo di attesa che fa parte dei disegni di Dio». «Sono cresciuto – racconta – in una famiglia del Cammino neocatecumenale, a Trieste. Sono il quarto di 9 figli. A casa, la domenica, pregavamo le lodi tutti insieme e il papà ci spiegava il Vangelo del giorno. A 20 anni ho cominciato seriamente a mettermi in discussione e, davanti alle varie possibilità che la vita mi offriva, a chiedermi quale fosse effettivamente quella che Dio voleva per me. Dopodiché mi sono affidato, obbediente, alla Chiesa, sicuro che mi avrebbe indicato la strada da percorrere. In realtà, oltre ad indicarmi la strada ha fatto molto di più: mi ha portato a vivere la vita in pienezza ». Nella mente di don Giuseppe si affollano anche alcuni precisi ricordi: le diverse Giornate della Gioventù, vissute, dal 2005 in poi, con decine di migliaia di giovani, prima a Colonia, poi a Sydney e Madrid.

Giuseppe Quargnali

In Ticino, invece, don Giuseppe arriva seguendo la prassi del Cammino neocatecumenale: partecipando a un ritiro con tutti gli altri aspiranti seminaristi del Cammino, durante il quale dà la propria disponibilità a essere inviato in un qualunque seminario del mondo. Il suo sogno, ora, è quello di regalare alla diocesi di Lugano e al Ticino un po’ di quella speranza cristiana che gli ha cambiato per sempre la vita: «La gente ha bisogno di capire che è amata..Io, con tutti i miei peccati, mi sono sentito molto amato e capito da Dio. È un messaggio che deve arrivare a tutti».

Due gemelli, una sola vocazione

Anche per Stefano Bisogni, 32 anni, questi momenti che precedono l’ordinazione sono carichi di attesa. Milanese, il suo cammino verso il sacerdozio inizia quando, a 18 anni, gli si prospetta la possibilità di iniziare un percorso di discernimento con una comunità religiosa della Lombardia. Ma in famiglia non è solo: anche suo fratello gemello ha deciso di iniziare lo stesso percorso, approdato, due anni fa, all’ordinazione sacerdotale. Stefano, rispetto al fratello, ha sentito però l’esigenza di diventare sacerdote di una diocesi più piccola rispetto a quella milanese ed è a quel punto che qualcuno lo indirizza verso Lugano. «Qui a Lugano, in seminario, mi sono trovato subito benissimo», racconta. «Nei fine settimana il rettore, allora don Nicola Zanini, mi affidava la macchina messa a disposizione dei seminaristi, affinché percorressi in lungo e in largo il Ticino, andando a conoscere il territorio».

Il sacerdote, uomo di relazioni

In mezzo a questo territorio, ma soprattutto alla sua gente, don Stefano spera di essere, anzitutto, una presenza edificante: «Il sacerdote, per come lo vedo io, è uomo di preghiera e poi uomo delle relazioni. Dal suo rapporto con Dio, costantemente coltivato pregando, deve scaturire un sano desiderio di andare incontro alle persone, per tessere ponti e abbattere muri. Spero di poter dare il mio contributo».

In Val Leventina accanto ai Cappuccini

La vocazione, per Davide Bergamasco, classe 1975, è invece cresciuta all’ombra del convento di Faido. «È da qualche anno – ci confida – che svolgo il mio servizio pastorale, come diacono, in Media Leventina, nella parrocchia di Faido, retta dai Frati Cappuccini. In questo tempo di servizio, ho visitato e apprezzato molti luoghi (la Media Leventina conta ben 13 parrocchie), incontrando persone con cui è nato un bel rapporto. Ho anche apprezzato molto la possibilità di condividere, per cinque anni, assieme ai frati la vita conventuale. Cercherò di custodire, anche in avvenire, le amicizie che si sono create».

Una vocazione nata in parrocchia

Nathan

Di relazioni salde, ma ancor più di incontri cruciali, è fatta anche la storia di Nathan Fedier, 27 anni. «Sono cresciuto in una famiglia credente, ma non praticante. A iniziarmi alla fede è stata la mia nonna paterna e gente esterna alla famiglia. Sin da piccolo, la domenica uscivo di casa per andare da solo alla Messa. Il mio cammino di fede ha avuto alti e bassi. Le cose sono cambiate quando da Losone mi sono trasferito a Tenero. È a quel punto che sono entrate a far parte della mia vita figure per me importanti ed esemplari. In don Andrea e poi don Christian ho visto il Vangelo incarnato. Grazie al loro esempio, ho maturato il mio desiderio definitivo di diventare sacerdote ». A Nathan, dopo l’ordinazione, è stata destinata la parrocchia di Locarno in qualità di vicario. «Torno a dire – sottolinea, pensando all’impegno che lo attende –, come il mio confratello Stefano, che il segreto sta nel saper coltivare al meglio le relazioni con le persone che incontriamo. Nel sacerdote vedo la figura evangelica del buon pastore; buono, perché, proprio come Cristo, è pronto a spendersi per gli altri, fino al dono della vita».

Laura Quadri

2 Settembre 2020 | 07:49
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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