21 dicembre 1926: il primo numero del Giornale del Popolo

Le notizie di questi giorni relative al Giornale del Popolo, ultimo quotidiano cattolico della Svizzera, ci invitano a ripercorrerne la gloriosa storia. Era il 1917 quando mons. Aurelio Bacciarini, allora Amministratore Apostolico del Ticino, insieme alle suore di St. Augustin provenienti dal Vallese, fondò a Lugano la tipografia Buona Stampa, per lo sviluppo della stampa cattolica. La storia del Giornale del Popolo è legata alla vicenda abbastanza recente della Diocesi di Lugano: il 7 settembre 1888 fu papa Leone XIII a creare la Diocesi di Lugano, quando l’indipendenza territoriale ticinese si era ormai consolidata da diversi decenni. Essa fu unita a pari rango alla Diocesi di Basilea e governata da un Amministratore Apostolico della Santa Sede. Con questo titolo si susseguirono a Lugano diversi vescovi. Lo sviluppo di una vera e propria informazione cattolica strutturata avvenne in Ticino  al momento in cui la Chiesa locale presente sul territorio cominciò ad organizzarsi, dopo aver avuto un suo primo riconoscimento giuridico. Fu soprattutto grazie a monsignor Aurelio Bacciarini (amministratore apostolico dal 1917 al 1937) che l’associazionismo cattolico e le organizzazioni e istituzioni della Chiesa in Ticino si svilupparono considerevolmente. Nel 1917 venne fondata a Lugano la tipografia Buona Stampa. Un ruolo decisivo fu svolto dalle suore di Saint’Augustin che da St. Maurice in Vallese, con il benestare della loro Congregazione e di mons. Bacciarini, vennero in Ticino per fondare una tipografia in grado di stampare numerose pubblicazioni diocesane e il primo bollettino parrocchiale per il Canton Ticino.  

La tipografia Buona Stampa pubblicherà  il 21 dicembre 1926 il primo numero del Giornale del Popolo. L’idea di dare vita ad un quotidiano cattolico era venuta a monsignor Aurelio Bacciarini già nel 1917, ma diverse difficoltà, tra le quali la presenza di altre pubblicazioni cattoliche sul territorio e di altri 5 quotidiani, di cui uno, Popolo e libertà, il quotidiano del Partito Popolare Ticinese era ritenuto di diritto «cattolico», avevano ritardato il progetto. Mons. Aurelio però non si scoraggiò e con l’aiuto della tipografia Buona Stampa  e delle suore di Saint’Augustin fondò il giornale, di cui la Diocesi diventerà più tardi proprietaria. Il vescovo Bacciarini diede al GdP una prima, breve ed essenziale linea editoriale e scrisse un atto di fondazione. L’idea principale espressa nell’atto di fondazione del 1926 è quella di un giornale «alle dipendenze del vescovo», che sia «al di sopra dell’aspetto partitico», che serva per educare sempre meglio il popolo cristiano e che sia sempre «sereno e rispettoso nella polemica». L’atto di fondazione, scritto in un contesto ticinese diviso in fazioni partitiche, fu molto coraggioso. Quanto alle suore di St. Augustin, il loro statuto in rapporto al Giornale cambiò negli anni. La comunità restò in Ticino dopo che la Diocesi divenne proprietaria del GdP. Le religiose rimasero come operaie alla Buona Stampa, conservando ancora, per diversi anni, la direzione dell’opera. Solo nel 1996 le suore di St. Augustin lasceranno il Ticino. (continua)

5 Giugno 2018 | 14:53
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