Alla Facoltà di Teologia di Lugano un nuovo studio sulle Confraternite

Sono 2000 membri distribuiti in 80 realtà diverse: questi i numeri della presenza delle Confraternite sul territorio ticinese. Numeri più facili da reperire nel nostro Cantone; meno scontati, invece, ottenerli a livello europeo, dove l’inchiesta sulle confraternite realmente presenti e ancora esistenti è tutt’ora in corso e richiede di interpellare, si stima, oltre 6 milioni di persone, che in un modo o nell’altro aderiscono a questa forma aggregativa. Ma più che redigere una statistica quantitativa, si tratta ora, a fronte di questa presenza numerica importante, di studiarne le fondamenta, anche da un punto di vista teologico. Ne è convinto René Roux, Rettore della Facoltà di Teologia di Lugano (FTL), reduce da poco dalla seconda edizione del Forum Paneuropeo delle Confraternite, svoltosi a Malaga, in Spagna nel mese di settembre e che intende fare della FTL, nei prossimi anni, dopo la bella esperienza della prima edizione del Forum, tenutosi a Lugano lo scorso anno, il luogo dove tale riflessione paneuropea possa continuare.

«Malaga è stato il secondo Forum, a seguito di quello di Lugano. Gli studi sulle confraternite sono stati finora sempre di carattere eminentemente storico e sociologico. Ci siamo accorti che invece manca una riflessione sul piano teologico. Così, nei nostri interventi a Malaga, il mio e di altri tre colleghi teologi, abbiamo voluto parlare proprio di aspetti di carattere ecclesiologico, canonistico, spirituale e liturgico. Ci siamo posti delle domande per stimolare una riflessione a livello internazionale per la quale stiamo pianificando un convegno a Lugano per il prossimo futuro», ci spiega il rettore Roux.

Un approfondimento teologico quindi che sarebbe una vera e propria novità ma che arriva paradossalmente un po’ tardi se pensiamo che le confraternite hanno secoli di storia alle spalle. «La riforma liturgica avviata con il Concilio – continua Roux – certo ha dato un grande rilievo alla partecipazione alla liturgia, ma ha favorito una certa visione delle forme di devozione popolari, viste come qualcosa di meno autentico, di meno vero. A questo, si aggiunge il maggior interesse suscitato da altre forme più carismatiche, come i movimenti. Ma le confraternite conservano in realtà un’attualità molto grande. Mi piace pensare alla loro «forma popolare»: al loro interno troviamo membri di tutte le classi sociali; sono, in questo senso, democratiche, permettendo al fedele anche di partecipare a più confraternite alla volta. San Carlo Borromeo stesso, cui abbiamo dedicato un convegno lo scorso anno, non per niente ne aveva fatto primo strumento di evangelizzazione». «Inoltre – quanto all’attualità, conclude il rettore – le confraternite sono «Chiesa in uscita» da tempo: nel loro modo di favorire la spiritualità, la preghiera liturgica, il servizio della carità, la testimonianza pubblica. Tutte cose che il Concilio, in realtà, ha affidato ad ogni laico. Credo sia questo il motivo fondamentale per cui si debba considerarle da vicino».

Laura Quadri

Chiesa cattolica svizzera

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