Gli ultimi giorni di scuola

di Davide De Lorenzi

Quasi ci siamo. La scuola sta per finire. Lo si sente nel caldo afoso, nel profumo già estivo e intenso dei pollini di castagno, nei limiti dell’ozono superati. Le aule, cemento armato e vetrate, sembrano fatte apposta per immagazzinare calore e rendere soffocanti le ultime lezioni. Gli allievi nel loro diario – così come i docenti – hanno minuziosamente annotato per ogni materia le note ricevute e aspettano il verdetto. Sì, perché alla fine la scuola dà i numeri. Numeri attesi, sognati, temuti. Numeri che inquadrano, segnano limiti, premiano o puniscono. Numeri necessari, o forse no, ma numeri che alla fine non dicono tutto, anzi, appaiono inadeguati e bugiardi, indicatori di un qualcosa che non sempre è misurabile come la temperatura in gradi centigradi.
L’ultima lezione è sempre particolare per noi docenti, specialmente con le classi giunte al termine del percorso. E ti chiedi cosa si portano via. Di sicuro molto di più di quanto immagini e cose diverse da quelle che ti aspettavi o che pensi di aver insegnato. Spesso per un docente gli insegnamenti più preziosi non sono quelli dati ma quelli ricevuti.

Chiesa cattolica svizzera

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