di Corinne Zaugg
Susanna Tamaro torna alla letteratura per adulti con «Il vento soffia dove vuole», ed. Solferino. Un titolo che riprende le parole misteriose che Gesù rivolge a Nicodemo e che troviamo nel Vangelo di Giovanni. E per certi versi è lui, il vento o lo Spirito, il vero protagonista della vicenda, ma soprattutto della vita di Chiara la protagonista che il giorno dopo Natale, ritrovandosi all’improvviso sola, scrive tre lettere: una alla figlia adottiva Alisha, una a Ginevra, la secondogenita e una al marito. Attraverso di esse Chiara, giunta alla soglia dei sessant’anni, ripercorre tutta la sua vita, rivelandosi così non solo al lettore ma anche a sé stessa. Insieme a lei entriamo nelle pieghe della sua vita: una vita tutto sommato buona, serena anche se attraversata da lutti e da dolori. Come quella di ciascuno di noi. E probabilmente quello che Susanna Tamaro ci vuole dire è che la vita non si attraversa senza pagarne un qualche tributo. Ma che il segreto sta nel tenerne traccia per provare a leggerne, a distanza di anni, la trama. O, parafrasandone il titolo, cercando di capire come e dove il vento dello Spirito ci ha portati. In ciascuna delle tre lettere Chiara ci svela qualcosa di nuovo di sé e della sua vita, perché non c’è oggettività nell’essere, ma solo relazione. È la relazione che ci cambia, ci arricchisce, ci completa. Attraversando la vita di Chiara, Susanna Tamaro con la lievità che la contraddistingue, ci parla dei grandi dolori che attraversano noi e il tempo che stiamo vivendo, senza né giudizi o condanne ma con la convinzione che fintanto che ci affidiamo allo Spirito che ci guida, tutto può essere superato e trasformato in vita. E questo, in un tempo che Susanna Tamaro denuncia come «mancante d’amore» può essere un messaggio importante.
Chiesa cattolica svizzera