O sacrum convivum
In questo convito viene mangiato il Corpo di Cristo e bevuto il suo Sangue. Ma che cosa significa mangiare e bere? Non siamo certamente in una antropofagia. In realtà, mangiare e bere il Corpo e il Sangue di Cristo, significa la comunione d’Amore; significa amare nella forma più intima. Chi ama intimamente Gesù Cristo, fa la comunione.
Viene ricordata la Passione di Cristo: in realtà, la Passione di Cristo come avvenimento è passata per sempre. A essere attuale e a permanere oggi è la Gloria di Cristo, nella quale la Grazia è fiorita.
L’intimo dell’uomo viene colmato di Grazia: di una Grazia che è già un inizio o un riflesso reale della Gloria: una Gloria che attrae l’uomo. Sotto questo profilo, pur vivendo nel tempo, il credente è fuori del tempo, nel senso che si trova nella Pienezza del tempo stesso, appunto nella Gloria. Si deve, di conseguenza, concludere che noi siamo già virtualmente nella Gloria; o che siamo stati creati con un anticipo reale di Gloria destinato ad attuarsi compiutamente. Il tempo non ha un valore per se stesso: quanto avviene in esso tuttavia non è vano, ma progettato alla glorificazione.
Nel tempo allora si trova la Gloria perché lo stesso tempo sia oltrepassato e «consumato». Di conseguenza il Primato e la Precedenza sono della Gloria. Ancora: il tempo è dato perché in esso si svolga la nostra libertà – la Gloria non blocca la nostra libertà –. Ma, alla fine, la nostra libertà acquisisce tutto il suo valore quando si «esaurisce» nella Gloria. Da qui il grande valore del tempo e della storia.
Pange lingua
Prostrati, veneriamo allora un così grande sacramento; cessi l’alleanza antica al sopravvenire dell’alleanza nuova. Esultanti, innalziamo la lode al Padre, al Figlio e allo Spirito che li unisce. E con ammirazione riconosciamo l’inesausta e incomparabile potenza che, senza differenze, va ad essi attribuita.
Chiesa cattolica svizzera