Krajewski, da Leopoli a Kiev per portare la vicinanza e l'aiuto concreto del Papa

Nuova missione dell’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, per aiutare la popolazione che affronta freddo e mancanza di corrente in Ucraina. Partito dal Vaticano, è giunto lo scorso 19 dicembre a Leopoli, guidando un furgone grande del Vaticano (»il più grande che potessi guidare») con sopra un lampeggiante prestato dai gendarmi e, all’interno, un carico quasi 40 generatori elettrici e buona parte delle magliette termiche che il Dicastero per la Carità, a nome del Papa, sta raccogliendo per alleviare gli ucraini dalla temperatura che in questi giorni è scesa anche di 15 gradi sotto lo zero.

Proseguita poi verso Kiev, la missione di solidarietà fa anche in queste ore i conti con le lunghe file ai confini, con il gelo dell’inverno e con il buio forzato a causa dei blackout nel Paese.

«Finalmente dopo tre giorni mi sono fermato a Leopoli», spiega il porporato, parlando dalla città occidentale dell’Ucraina dove è giunto dopo aver fatto la spola per il trasferimento dalla Polonia con il carico di generatori elettrici e magliette termiche regalate per la popolazione stremata da nove mesi di conflitto. «E’ stato molto difficile passare la frontiera», racconta, precisando che si arriva anche a dover fare 25 chilometri di fila alla frontiera. Serpentoni di tir per cui, sottolinea il cardinale, «uscire era molto difficile».

«Mi sono fermato per incontrare i poveri, per dare la benedizione del Santo Padre, per dare gli auguri». In qualità di prefetto del Dicastero per il servizio della carità, Krajewski continua a metterla in atto questa carità, a farla circolare insistemente. E aggiunge: «Sto per partire per Kyiv, per passare il Natale lì. Tanta gente è senza luce, senza riscaldamento». La sua fedeltà all’impegno di non lasciare sola la popolazione è massima. Migliaia e migliaia gli «indumenti che aiutano a sopravvivere in questo tempo molto duro» sono stati raccolti e lui ha voluto «essere garante che tutto ciò che avevamo raccolto in Italia venisse trasferito subito».

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