Da La Verna alla tomba di Carlo Acutis, esperienze uniche che lasciano il segno

di Laura Quadri
La partenza dalla Verna, dove S. Francesco ricevette la grazia mistica delle stimmate; la S. Messa celebrata all’eremo delle carceri, eletto da S. Francesco come luogo di ritiro per sé e i suoi confratelli; la sosta davanti al Crocifisso di S. Damiano, dal quale Gesù stesso prese a parlare al Santo dei poveri, chiedendo una Chiesa rinnovata e risanata dalle proprie ferite, che si facesse casa di accoglienza per tutti. È così, all’insegna della preghiera, della contemplazione e della condivisione di esperienze uniche, sulle tracce di un grande Santo, che un gruppo di giovani pellegrini ticinesi – 12 in tutto – ha voluto trascorrere parte delle proprie vacanze estive, raccogliendo l’invito della Pastorale giovanile diocesana e guidati da don Davide Droghini e don Rolando Leo, a incamminarsi per un pellegrinaggio nella città umbra di Assisi, culla del francescanesimo.

Momenti e ricordi, quelli che si portano a casa i pellegrini – di rientro sabato 16 luglio, dopo una settimana di viaggio – che rimarranno sicuramente impressi nella mente e nel cuore di ciascuno a lungo: «La musica e il canto durante la Messa a La Verna mi hanno molto colpito. Anche davanti alla tomba di Carlo Acutis, che è attualmente conservata ad Assisi nella chiesa di S. Maria Maggiore e che abbiamo visitato, mi è successo qualcosa a cui non so dare un nome preciso», ci racconta, ancora con stupore, la pellegrina più giovane, Lucilla, 17 anni. Tra i pellegrini c’è anche chi, come Deborah, è partito con la speranza di vivere alcuni momenti di solitudine e ritiro, che effettivamente il pellegrinaggio ha offerto. Assisi, anzi, ha colpito in particolar modo i pellegrini per la sua tranquillità, nonostante le strade affollate di turisti; quasi, sempre secondo Lucilla, una città «fuori dal mondo», sopraelevata rispetto alle altre, grazie al clima mistico e contemplativo che vi regna ormai da secoli. «Sarebbe bello poter trovare sempre, anche nella quotidianità, lo spazio per un momento di silenzio», nota Sim, 24 anni.

Ma fondamentalmente è l’esperienza stessa di San Francesco ad aver colpito l’immaginario dei più giovani: «La predicazione di San Francesco agli uccelli, come nel celebre affresco di Giotto che si può ammirare nella basilica superiore di Assisi, è una scena fondamentale. Il Santo non sta predicando unicamente a degli uccelli, ma simbolicamente a tutto il regno animale», osserva Aramis, 18 anni. Cui si aggiunge la voce di Samuel, 21 anni. «Il fatto che lo ascoltino docilmente –  sottolinea –  è indice di quanto dovesse essere bravo a predicare il Vangelo di Gesù».

La proposta – sottolinea don Rolando Leo – ha tuttavia assunto anche un carattere caritativo e di servizio: a metà della scorsa settimana, i pellegrini hanno infatti raggiunto Perugia, per condividere qualche giornata all’insegna della solidarietà con la Caritas locale. Inoltre in tale occasione si è potuto concretizzare l’importante progetto di gemellaggio con la Pastorale giovanile del luogo, condividendo alcune attività assieme. «L’idea di questo pellegrinaggio è sorta dal desiderio stesso di alcuni giorni, i quali, alla domanda su che cosa volessero fare per l’estate, ci hanno espresso di poter vivere qualcosa che li orientasse nella loro ricerca interiore. Abbiamo così pensato a un’esperienza completa, che potesse toccare il cuore dei giovani in più modi: dall’aspetto pratico dell’aiuto a quello contemplativo della preghiera. Assisi è una città che da sola parla al cuore; da parte nostra vi abbiamo aggiunto dei momenti di preghiera quotidiani, come ad esempio la recita comunitaria, ogni mattina, delle lodi. Ma l’aspetto del servizio è stato altrettanto importante», conclude don Rolando Leo.

Chiesa cattolica svizzera

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