Trame di argilla e vita, la mostra di Alessandra Foletti-Castegnaro

La traiettoria di lavoro artistico e antropologico di Alessandra Foletti-Castegnaro, in mostra alla Sala San Rocco a Lugano per iniziativa della fondazione Maghetti: un’esposizione dove si intrecciano le trame di argilla, con la creatività artistica, con la scelta di vita insieme al marito Carlo per un lavoro di cooperazione in America Latina, con una vita di impegno e condivisione con le popolazioni indigene amazzoniche e centroamericane, in particolare le artigiane lenca dell’Honduras, e con l’accompagnamento da parte degli amici ticinesi dell’associazione ACTA. 

«Più di 30 anni fa ho conosciuto le donne Lenca ed è iniziata una bella storia comune, fatta di lavoro, rispetto, creatività, sostegno, condivisione, amicizia».

Alessandra lavora partendo dall’argilla come materia prima iconica per reinterpretare, trascendendoli, l’universo simbolico mesoamericano, le tradizioni, la natura vulcanica centroamericana, le sfide dell’odierna realtà honduregna, sviluppando quello che chiama una «estetica dell’umile».  Utilizzando le tecniche ancestrali mesoamericane e grazie anche alla frequentazione di maestri ceramisti europei, a poco a poco crea un suo stile, una ceramica con superfici levigate ed impresse, ingobbiata con Terra Sigillata e spesso decorata con una tecnica di riserva per affumicatura da lei sviluppata partendo dalla tecnica precolombiana, ottenendo risultati simili al Raku Nudo.  Con l’argilla grezza, cruda, in pasta, solida, liquida, screpolata, tessuta con fibre vegetali, nascono le trame: quadri, mosaici, nidi, reti, installazioni, vicini per sensibilità ai murales latinoamericani, ai maestri dell’Arte Materica, agli artisti del Land Art e ai «tessitori» come il brasiliano Ernesto Neto e la francese Marinette Cueco. 

Trame di argilla e di vita, in cui si intrecciano anche le storie delle donne artigiane che Alessandra sostiene con attività culturali e progetti concreti, organizzandole in gruppi, aiutandole ad affinare le loro tecniche e a declinarle in produzioni belle e sostenibili, rivisitando le loro tradizione con uno sguardo contemporaneo e solidario. Nella mostra oltre alle opere di Alessandra si potrà apprezzare anche la ceramica lenca e conoscere un po’ la storia delle «alfareras lencas».

Sarà possibile incontrare l’artista dal 1 al 8 di dicembre.

Tutte le opere ed anche l’artigianato lenca sono in vendita. Per ulteriori informazioni, l’organizzazione di eventuali visite guidate e/o incontri si prega di contattare la fondazione Maghetti allo 091 911 69 80.

L’esposizione è anche un’occasione di solidarietà con le artigiane Lenca  delll’Hondura, Paese già di per sé molto sofferto e devastato dal COVID 19. Le attività artigianali sono rimaste congelate, privando di ogni entrata migliaia di famiglie. La campagna «Mano a mano con las alfareras lencas» (http://www.actadehonduras.com/give-a-hand-to-lencan-potters.htm) ha organizzato attività di vendita e donazioni in Europa. In Ticino, oltre a ACTA TICINO e privati, anche AVAID (www.avaid.ch) ha aderito alla campagna. Parte dei proventi della vendita dell’Alfareria Lenca nel quadro della mostra andranno alla campagna.

Alessandra Foletti Castegnaro

Artista e antropologa, svizzera e italiana, vive oggi fra l’Honduras, la Normandia e Lugano, dedicata al suo lavoro artistico e al sostegno delle arti e tradizioni delle popolazioni indigene centroamericane. Nata a Trento, dopo un’infanzia passata a Roma, la sua famiglia si trasferisce a Lugano dove completa le scuole superiori. Sin da giovane si dedica alla pittura e frequenta artisti ticinesi e italiani. Nel 1976 si sposa con Carlo Foletti, ingegnere agronomo; nel 1979 ottiene il diploma in Matematica e Fisica presso il Politecnico di Zurigo, seguendo al contempo corsi presso la locale accademia di Belle Arti. Nello stesso anno parte con il marito per l’Amazzonia ecuadoriana per collaborare come volontari con le nascenti federazioni indigene, scoprendo così l’arte delle donne Canelos Quichua, dalle quali impara a lavorare l’argilla, appassionandosi per la ceramica. Inizia ad organizzare le artigiane e valorizzare la loro arte, mettendo le basi di quello che sarà il suo paradigma di lavoro.  A questo periodo risalgono le pubblicazioni dedicate alle tradizioni e alla ceramica dell’Amazzonia: Runa Ahuascata, Milano 1983; Tradiciòn Oral de los Quichuas Amazònicos, 1985 e Cantos de amor y de guerra! Aguaricu Shayari!, 1987, Ediciones Abya Yala, Quito, Ecuador.  Nel 1983 si trasferiscono in Honduras come collaboratori della Agenzia di Cooperazione del Governo  Svizzero . Nel 1989 ottiene il dottorato in antropologia culturale all’Universidad de las Americas de Pueblain Messico. Pubblica il suo lavoro di ricerca etnografica Alfarerìa lenca contemporanea de Honduras, Editorial Guaymuras, Tegucigalpa, che servirà di base per il ricupero, rinnovamento e rivalorizzazione dell’Alfareria Lenca.  Con la famiglia, arricchita di 4 figli, si trasferisce in Nicaragua e Costa Rica, dove dirige vari programmi incentrati sulla valorizzazione culturale e sulla promozione dell’artigianato. Pubblica il libro «Persistencia Indigena en Nicaragua«, ediciones CIDCA-UCA. Dal 1994 al 1998, dirige in Honduras il Programma nazionale di riscatto e promozione artigianale. Nel 1998, per sostenere gli artigiani colpiti dall’uragano Mitch, amici ticinesi fondano con lei ACTA (Associazione di Cooperazione del Ticino e Associati).  Nel 2000 crea ACTA DE HONDURAS, un’iniziativa di imprenditoria sociale dedicata all’organizzazione e formazione degli artigiani, allo sviluppo e promozione di nuove linee artigianali frutto della rivisitazione in chiave contemporanea delle tradizioni. Nel 2003 pubblica il libro «Viaje en el universo artesanal de Honduras«, Ediciones IHAH.  Alla morte del marito dopo lunga malattia nel 2010, decide di rimanere in Honduras concentrandosi sul proprio percorso artistico e continuando a sostenere le comunità lenca. Oltre a sviluppare un nuovo artigianato, come designer si avventura nei settori della moda, dei gioielli, dell’arredamento e dell’architettura, creando con gli artigiani collezioni e decorazioni di interni con una sensibilità contemporanea. Il suo lavoro e contributo sono menzionati nel libro «Grandes maestros del Arte popular de Iberoamerica" «»‹Â»Â«‹(Banamex, Messico, 2015). Il suo percorso artistico matura in Centroamerica, legato alla frequentazione e l’intima conoscenza delle tradizioni mesoamericane, ed affinato in Europa con la frequentazione di maestri ceramisti maestri della terra sigillata e del Raku nudo. L’argilla, materia iconica, grezza, naturale e cotta, liquida e tessuta, diventa protagonista del suo lavoro, nascono opere ispirate dalla natura, cultura e realtà centroamericana, radicate nella sua esperienza di vita e lavoro. Espone in mostre collettive e personali in Centro America, Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone.  In Honduras realizza opere per edifici pubblici, progetti corporativi, abitativi e turistici. Nel 2018 è selezionata per l’Honduras dalla Biennale Iberoamericana del Disegno (BID), Madrid, sempre nel 2018 riceve una menzione onorifica nella Bienal de Artes Plasticas a Tegucigalpa. Nel 2020 riceve dal Governo Italiano l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia per il suo lavoro a sostegno delle popolazioni indigene in Honduras ed il suo impegno a livello artistico e culturale.   

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/trame-di-argilla-e-vita-la-mostra-di-alessandra-foletti-castegnaro/