Una rete di storie e idee per condividere la speranza

«Audaci nella speranza – creativi con coraggio. Verso una società carbon free: quale speranza e quale responsabilità per la Svizzera?». Politici, imprenditori, mondo del lavoro, sindacati, giovani, sportivi, donne, cooperanti e missionari della Svizzera italiana hanno messo in comune in tavole rotonde e dibattiti a Lugano, da lunedì a giovedì, l’impegno che li unisce in rapporto alla società e all’ambiente. Eventi iscritti nel Festival della Dottrina sociale della Chiesa, iniziativa italiana di cui Lugano ha costituito per il secondo anno consecutivo una piattaforma, grazie alle associazioni ispirate ai valori evangelici della «Rete Laudato si’ della Svizzera italiana». «Il Green deal nei Grigioni presentato dal Consigliere di Stato grigionese Jon Dominic Parolini in apertura del Festival ha mostrato la capacità avuta da questo Cantone di chinarsi sulla questione della transizione ecologica ed energetica in maniera sistemica, con una visione che ha un obiettivo chiaro a medio termine (2030), formalizzata in una politica e in misure concrete. Un’occasione di dialogo anche con il Consigliere di Stato ticinese Christian Vitta per capire i passi compiuti anche in Ticino e le strade che si aprono.

Virtù nell’impresa e nello sport

Spazio poi alla riflessione su imprese «virtuose» con economisti e imprenditori della Svizzera italiana che si sono raccontati sui temi del cambiamento, dell’ecosostenibilità e della cultura d’impresa, seguendo un nuovo modello non più confinato nelle mani dell’imprenditore ma comunicato e condiviso con tutti i soggetti operanti all’interno dell’impresa, facendo di questa un team, partecipe e consapevole dei valori aziendali, aperto al dialogo con i partner e altri attori della società civile. Un dipendente, in un’azienda che ha un solido sistema di valori, perseguiti ogni giorno, sarà certamente più felice di chi invece è scarsamente consapevole dell’insieme dei propositi fondamentali su cui si fonda l’organizzazione. La cultura d’impresa è un concetto ben diverso da quello del fare impresa. Mentre chi fa impresa guarda principalmente al guadagno immediato, l’imprenditore che fa cultura d’impresa è proiettato verso il futuro e la sua attenzione è totalmente incentrata su aspetti importanti come la creatività, l’innovazione, il rispetto e la valorizzazione delle risorse, soprattutto di quelle umane. Dalle imprese, la parola è andata allo sport. Due atlete paralimpiche e uno psicologo dello sport ultramaratoneta hanno spiegato i valori della pratica sportiva: resilienza, determinazione, adattabilità agli imprevisti e creatività, autostima, elaborazione della sconfitta, audacia e coraggio coltivati con impegno, conoscenza di sé, socialità e inclusione, un mondo valoriale che se si apprende nella pratica sportiva può dar luogo ad uno stile di vita virtuoso, bello, capace di promuovere le 4 parole chiave che il Festival propone: audacia, coraggio, speranza, creatività.

«Il futuro inizia oggi, non domani»

Un’attenzione particolare è stata rivolta ai giovani con un tavolo di lavoro con partecipanti eterogenei e un successivo dibattito moderato da don Emanuele Di Marco. «Il futuro inizia oggi, non domani» frase di San Giovanni Paolo II che don Emanuele ha ripreso per offrire una sua cornice all’appuntamento. Giovani che hanno messo in comune le loro esigenze e sensibilità, il loro sguardo al mondo dell’economia e del lavoro con la richiesta di un’ecosostenibilità non da slogan ma fattibile con passi «progressivi». Il Festival è andato anche nelle scuole (Liceo del Papio e Elvetico). Sempre di futuro, ma declinato al femminile, si è parlato giovedì sera. Un’occasione per far incontrare temi più laici come le pari opportunità, la parità salariale, la dignità e i diritti e l’equa ripartizione dei compiti con gli aneliti delle donne cattoliche il cui cammino nella Chiesa – come è stato sottolineato – è segnato dalla necessità di compiere ancora molti e doverosi passi in avanti. L’ultimo evento ha dato voce a esperienze solidali e missionarie nel mondo, con progetti ecosostenibili concreti, ispirati alla Laudato si’ di papa Francesco. Storie di cambiamento possibile in Africa, Asia e in altri luoghi.

Il Vangelo cerca persone credibili

«L’essere umano -è stato ricordato in questi giorni- si apre alla speranza perché verifica costantemente le modalità del suo esistere a partire dalla fiducia in un amore attuato ad immagine e somiglianza dell’amore crocifisso e risuscitato, radici fondamentali, anzi imprescindibili della speranza e del coraggio. A queste condizioni, audacia e creatività non potranno che saldarsi, essere l’una una caratteristica del tutto peculiare dell’altra, in ogni ambito della vita umana. Occorre, però, che si moltiplichino le/i testimoni credibili di questa opzione esistenziale».

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Cristina Vonzun

Chiesa cattolica svizzera

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