Esperienze sinodali: la strada della condivisione a piccoli gruppi

Tra le esperienze sinodali che hanno preso il via in tutta la diocesi vi è anche quella dell’Opus Dei che proprio sabato scorso, 20 novembre, ha vissuto il primo workshop guidato da don Arturo Cattaneo su alcune delle tematiche proposte nel formulario.

È proprio don Cattaneo che ci racconta con entusiasmo come siano partiti i lavori di questa fase di consultazione: «Dopo aver ricevuto l’invito del vescovo – spiega don Arturo – , ho inviato il questionario a tutti i nostri membri invitandoli a raggrupparsi in piccoli gruppetti per cercare di affrontare insieme alcune delle tematiche che sentono a loro più vicine. Sarà poi mio compito quello di raccogliere le consultazioni dei gruppi e riassumerle in un unico documento da inviare all’Equipe zone/reti pastorali e Sinodo entro la fine dell’anno. Oltre a questo ho pensato di proporre un workshop, il primo dei quali si è svolto sabato 20 novembre volto a discutere i diversi temi proposti».

I membri dell’Opus Dei hanno dunque colto con grande entusiasmo l’invito della Chiesa a mettersi in gioco e a sentirsi coinvolti in questo processo importante per rendere la comunità ecclesiale davvero una casa per tutti: «Mi piace l’idea che ognuno renda partecipe gli altri delle proprie esperienze positive: uno dei punti forti dell’Opus Dei, su cui il nostro fondatore insisteva moltissimo, è quello dell’Apostolato personale da vivere nell’amicizia, sul posto di lavoro, nella propria realtà quotidiana. L’Apostolato è qualcosa di intrinseco della vocazione di ogni cristiano; tutti dobbiamo sentirci inviati».

I laici avranno dunque modo di esprimersi nelle consultazioni a gruppetti che già si stanno ritrovando, poi don Arturo proporrà alcuni momenti collettivi: «Ho scelto 17 punti tra quelli proposti che sono quelli nei quali secondo me possiamo sentirci più interpellati. Dobbiamo far sì che la Chiesa abbia un nuovo slancio apostolico ed evangelizzatore. A tutti sto consigliando di rileggere l’Evangelii Gaudium che è per me il documento più bello tra quelli scritti dal Papa: è incoraggiante, positivo, pieno di idee di slancio apostolico».

Il Sinodo chiede però di coinvolgere anche i lontani dalla Chiesa in questo processo, come si può arrivare anche a loro? «Questo è un aspetto fondamentale. Qualche volta proponiamo delle conferenze culturali che non siano troppo religiose, ad esempio un ciclo su Dante Alighieri o un altro sull’educazione dei figli e sulla sfida digitale. Tematiche dunque che toccano tutti e che possono raggiungere anche persone lontane dalla Chiesa. Punto chiave per raggiungere i lontani deve essere innanzitutto l’amicizia personale: attraverso il dialogo si può arrivare anche alla confidenza e a uno scambio intimo su questioni di fede. Come spesso ci ripete papa Francesco, il fulcro dell’Apostolato deve essere da persona a persona».

Arrivare ai lontani ma anche coinvolgere i fedeli che ancora sentono il Sinodo lontano dai propri interessi: «Ho l’impressione – conclude don Cattaneo – che la maggior parte della gente non sa cosa sia il Sinodo, né tanto meno sa a cosa serve e invece è una bellissima idea questa del Papa attraverso la quale la gente ha la possibilità di esprimersi, di partecipare e di sentirsi coinvolta nella Chiesa. Anche San Francesco diceva «Signore rinnova la tua Chiesa e comincia da me»».

Silvia Guggiari

Chiesa cattolica svizzera

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