Matrimonio per tutti: una prima analisi del voto cattolico e quelle domande aperte che restano

Il matrimonio per tutti è stato accettato dal popolo svizzero il 26 settembre 2021 con più del 64% dei voti favorevoli. Anche se tutti i cantoni hanno espresso un «sì», emerge da un primo sguardo ai dati una maggior opposizione nelle regioni e località in cui le Chiese cattoliche ed evangeliche esercitano culturalmente ancora un certo influsso. Nessun cantone svizzero ha rifiutato la possibilità per le coppie dello stesso sesso di contrarre matrimonio civile, adottare bambini e per le coppie lesbiche di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. L’accettazione è stata molto alta nei centri urbani, soprattutto nella Svizzera tedesca. Le città di Basilea, Berna e Zurigo hanno votato «sì» con più del 75%. I cantoni tradizionalmente cattolici sono però apparsi meno favorevoli al matrimonio per tutti. Appenzello Interno si è espresso a favore solo con il 50,8% dei consensi, mentre il 47,1% dei ticinesi ha votato contro il matrimonio per tutti, segno probabile, di un sentire culturale e religioso. I cantoni della Svizzera centrale si trovano nella stessa fascia di espressione. Anche nella Svizzera francese, il matrimonio per tutti ha avuto più difficoltà a passare nei cantoni tradizionalmente cattolici. Il Vallese ha avuto il più alto tasso di rifiuto tra i cantoni romandi (44,5%). Il 38,9% dei giurassiani non era d’accordo, così come il 37,7% dei friborghesi. Nei cantoni tradizionalmente protestanti di Neuchâtel, Ginevra e Vaud, il rifiuto si è manifestato con risultati rispettivamente del 35%, 34,9% e 36,6%. Il 34,8% degli elettori bernesi si è opposto al testo.

Bedretto il comune con il più alto numero di «no» al matrimonio per tutti

 Il comune svizzero che più massicciamente si è opposto al «matrimonio per tutti» è stato Bedretto, in Ticino, dove il «no» ha raggiunto il 75%. Nella Svizzera francese, i comuni situati nelle zone di montagna hanno mostrato il più alto tasso di rifiuto, sia nelle Alpi che nel Giura. Il discorso vale anche per il Giura bernese, dove le Chiese evangeliche locali (spesso contrarie al matrimonio omosessuale) sono influenti: qui l’opposizione è stata particolarmente significativa. Il «no» più alto nella Svizzera francese è stato espresso nel comune vallesano di Bourg-Saint-Pierre (73,4%), in una zona tradizionalmente cattolica.

Un quadro generale che mostra innanzitutto una realtà cattolica in Svizzera dove probabilmente le domande espresse sia dalla Chiesa cattolica attraverso la riflessione proposta dai vescovi svizzeri sia da quelle Chiese protestanti locali che, per quanto divise sul tema, si sono pronunciate con argomenti capaci di suscitare domande sulla legge in votazione, hanno lasciato il segno. Domande che per l’argomento di ragione e non di fede su cui si fondano, sono capaci di parlare a tutti, credenti e non credenti.

Domande aperte che restano e sono valide per credenti e non credenti

Per concludere conviene riprendere e rileggere insieme alcune di queste domande che restano aperte dopo la votazione di domenica e che il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri ha posto nel suo testo sul tema «matrimonio per tutti» pubblicato il 5 settembre 2021 su catt.ch a commento della posizione espressa dalla Conferenza dei vescovi svizzeri,

«Che cosa vuol dire per un essere umano nascere da un padre e una madre o crescere con genitori dello stesso sesso, che hanno voluto per lui questo tipo d’inserimento nella vita di relazione? Che cosa significa il riferimento al maschile e al femminile nella psicologia e nella biografia di un individuo? A quali modalità di concepimento si dovrà dare accesso, non in casi particolari, ma in generale, per assicurare la possibilità di avere figli nel caso di coppie sposate dello stesso sesso? Le vicende positive di singoli percorsi di coppie omosessuali, che, per ragioni diverse, si trovano già oggi a svolgere funzioni genitoriali, sono sufficienti per sgombrare il campo da ogni ragionevole dubbio sull’opportunità di una riforma così radicale del nostro attuale ordinamento familiare?»

Domande aperte, che necessitano di un lavoro che vada ben oltre il dibattito politico e che implica inevitabilmente una riflessione antropologica. Nel dossier su catt.ch dedicato alla tematica diversi esperti hanno affrontato una prima riflessione articolata e interdisciplinare.

Le Chiese e il matrimonio per tutti

Riguardo alla ricaduta della votazione nelle Chiese cristiane in Svizzera, che per altro in campo evangelico riformato mostrano posizioni diverse, va ricordato che il «matrimonio per tutti» riguarda l’istanza civile e non religiosa del matrimonio. La trasmissione radiofonica ecumenica Chiese in diretta di domenica 10 ottobre alle 8,30 su Rete Uno alla RSI manderà in onda sul servizio dove saranno raccolte voci cattoliche e evangeliche.

red

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/matrimonio-per-tutti-una-prima-analisi-del-voto-cattolico-e-quelle-domande-aperte-che-restano/