La pastorale familiare della Diocesi di Lugano in vista della votazione federale del 26 settembre relativa al tema «Matrimonio civile per tutti» ha organizzato l’incontro dal titolo «Differenziare non è discriminare» tenuto giovedì 9 settembre presso il Liceo Diocesano di Lucino.
E’ possibile rivedere l’incontro sul canale YouTube di catt.ch.
La Commissione diocesana per la Pastorale familiare invita tutti a leggere il testo del Vescovo di Lugano (pubblicato sulle pagine di catholica e nel sito catt.ch) e il seguente breve scritto della pastorale familiare.
«Siamo tutti coscienti dei pericoli culturali ed etici di tale proposta legislativa «matrimonio per tutti» e di conseguenza occorre invitare a votare in coscienza, ecclesialmente informata, tenendo conto dei seguenti elementi:
L’essere differenti è una ricchezza, non è una discriminazione. La fede illumina positivamente la differenza uomo-donna creati ad immagine del Dio Uno e Trino, chiamati ad amare nella differenza. Il Creatore creò il genere umano come maschio e femmina, affinché i due potessero essere una carne sola. È nell’abbraccio di due persone differenti che si può creare una reale e feconda comunione, aperta alla vita.
L’accoglienza pastorale delle persone omosessuali, proposta da Papa Francesco, non significa relativizzare la verità rivelata sul matrimonio e il significato naturale della differenza uomo-donna.
Usare il termine «matrimonio» per una coppia dello stesso sesso va ben al di là di un formale problema linguistico. È dare validità giuridica a una realtà in sé ancora confusa, bisognosa di ulteriori approfondimenti. Non possiamo omologare coppie eterosessuali e coppie dello stesso sesso. Ne discende fatalmente che diritti e doveri sono uguali per ambedue, pur essendo naturalmente differenti.
L’ambigua finalità di questa iniziativa, «matrimonio per tutti», è evidente. La pretesa di diventare «genitori» da parte di coppie dello stesso sesso comporta una grave lesione del diritto del bambino ad avere come genitori un padre e una madre. Questa complementarità maschio-femmina, padre-madre, fa strutturalmente parte della natura umana. Risulta essere maggiormente incomprensibile e inaccettabile la pretesa di genitorialità dal momento che nessun essere umano può nascere da due persone del medesimo sesso. Ne consegue l’indebita forzatura della natura umana con il ricorso a metodi culturalmente ed eticamente inaccettabili, come la compra-vendita del corpo della donna, misconoscendone così la dignità, oggi così auspicata. Oppure acquisendo materiale genetico esterno alla coppia, che niente a che fare con il significato dell’amore e di relazione umana indispensabile per la vita della coppia.
Esistono altre vie giuridiche per evitare la discriminazione delle coppie dello stesso sesso, che tengano conto effettivamente dei diritti di tutti e che evitino derive possibili dell’attuale proposta legislativa».
Don Willy Volonté, delegato vescovile per la Pastorale familiare