Dal Ticino alla Siria, passando dal Libano

Don Rolando Leo e Dennis Pellegrini in questi giorni sono in Siria. Il loro viaggio è stato possibile grazie alla collaborazione con Seyde Goesteris, delegata per il Medio Oriente dell’associazione ticinese no profit «Il Giardino dei Bambini», che ha fatto da guida.

«Donando una goccia di speranza si può cambiare il mare di sofferenza dei piccoli di questo mondo!» Questo motto spiega bene lo scopo primario dell’ONG «Il Giardino dei Bambini» che è quello di raccogliere derrate alimentari, disinfettanti, indumenti, medicine, attrezzature e denaro per aiutare le famiglie povere in loco.

Dennis Pellegrini, don Rolando Leo con Seyde Goesteris

Don Rolando e Dennis sono partiti da Milano per Beirut (Libano) per poi passare la frontiera con la Siria: destinazione Damasco dove hanno alloggiato tre giorni presso i salesiani. Imponente l’opera educativa dei sacerdoti di don Bosco in questa terra martoriata dalla guerra.

Poco distante, nella città di Saydnaya hanno incontrato  il vicerettore dell’università privata di Antiochia con la quale la Facoltà di Teologia di Lugano (FTL) ha stipulato recentemente un accordo di collaborazione che permetterà alle due istituzioni uno scambio di conoscenze, la mobilità degli studenti e l’implementazione di progetti comuni.

Saidnaya è una città situata in montagna, a 1500 m  sul livello del mare, conosciuta anche per un monastero greco-ortodosso (si racconta fondato dall’imperatore Giustiniano I) dove è venerata da cristiani e musulmani un’icona della Vergine Maria. La città è nota per il gran numero di parlanti (neo-occidentali) aramaici, la lingua di Gesù. Le origini di Saidnaya sono antichissime. Emerse come un importante centro della cristianità ben prima che fosse adottata come religione ufficiale dell’impero romano.

Successivamente don Rolando e Dennis hanno trascorso tre giorni ad Aleppo (alloggiando presso un ostello da poco rinnovato della Chiesa siro ortodossa) ed hanno potuto incontrare il missionario padre Ibrahim che ci racconta la difficile vita in questo Paese: «viviamo quasi senza elettricità, è infatti disponibile solo un’ora al giorno. La gente ha fame, non c’è lavoro, non si vede una via d’uscita. Ci sono file chilometriche per il carburante necessario alle macchine ed aumentano, in questo contesto, i malati di Covid-19. A livello umano non si riesce mai ad accettare tutto questo, perciò chiamiamo sempre i nostri parrocchiani a guardare tutto con gli occhi della fede. Sono stati dieci anni impossibili da vivere, ma il Signore ci ha accompagnato. Lui provvede alle nostre necessità».

Aleppo è situata a metà strada tra il mar del Levante ed il fiume Eufrate. Soprannominata «la capitale del Nord», è la seconda città siriana dopo Damasco. Nel 2010 aveva oltre 4 milioni e mezzo di abitanti. Con la guerra si sono ridotti del 60%. Distante pochi chilometri dal confine con la Turchia, la popolazione includeva ed include arabi, armeni, curdi, circassi e turchi. La religione islamica è maggioritaria, ma Aleppo è la terza maggiore città cristiana del mondo arabo, dopo Beirut e Il Cairo.

Il viaggio è proseguito verso Homs, la città che ha subito le maggiori distruzioni della guerra. I nostri pellegrini hanno visto con i loro occhi le macerie che hanno causato i dieci anni di conflitto. Homs è una città della Siria orientale, con una popolazione di circa 775 000 abitanti. È la terza città della Siria per numero di abitanti dopo Damasco e Aleppo.

Homs: una delle città più devastate dalla guerra

Infine don Rolando e Dennis sono tornati in Libano a Beirut. Li hanno visitato la statua di Nostra Signora del Libano (patrona del Paese dei cedri) nel santuario di Harissa importante luogo di pellegrinaggio cristiano maronita a circa 20 km di distanza da Beirut.

Chiesa cattolica svizzera

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