Emblematica. L’immagine di mons. Bonnemain, inginocchiato davanti ai fedeli riuniti nella cattedrale di Coira, mentre riceve la loro benedizione al termine della commovente liturgia d’ordinazione, vale più di mille parole. È l’icona del nuovo vescovo di Coira. Un’istantanea della sua indole pastorale al servizio di tutti, della sua profonda spiritualità, della sua chiara visione di una «Chiesa in uscita». Non si è trattato d’opportunismo, né di un gesto di facciata, ma il segno ineluttabile di un deciso cambio di marcia. In quell’inaspettata richiesta è racchiusa l’essenza stessa del nuovo orientamento che vuole dare alla vita diocesana: umiltà, prossimità, sinodalità. Una richiesta che travalica l’assemblea liturgica. È un invito rivolto a ogni battezzato e battezzata. Un’esortazione, un incoraggiamento: non più distanze ideologiche, gesti di rottura, ma apertura al dialogo, empatia e condivisione delle gioie e dei dolori di ognuno; «perché ogni donna e ogni uomo è prezioso ed è un messaggio di Dio».
Nuova primavera della diversità
Ben cosciente dell’esigente compito che lo attende, Joseph Bonnemain è altrettanto consapevole del fatto che non potrà adempierlo da solo. Il suo fermo appello «Unitevi a me!», risuonato tra le volte della cattedrale grigione vestita a festa, non lascia dubbi: de-centrarsi e mettersi in cammino è un compito che dovrà assumersi ogni battezzato e battezzata. Un appello paterno e incoraggiante, per tornare a essere testimoni del Vangelo nel quotidiano. Sì, perché «la gente fuori vuole vedere in noi che Dio ama ogni persona – sempre – che vuole la nostra felicità». Che descrizione luminosa dell’essere cristiano!
Tutti in cammino, seguendo lo Spirito
«Ora è arrivato il momento». Nel suo affettuoso saluto, mons. Bonnemain ha indicato che i tempi sono maturi. Un kairos, grazie al quale portare a termine quel cammino di rinnovamento della Chiesa iniziato con coraggio dall’ex-amministratore apostolico mons. Peter Bürcher. Dopo una prima fase di preghiera comune e una seconda di ascolto della Parola di Dio, mons. Bonnemain non ha tentennato: «Voglio osare l’esigente cammino della sinodalità». Meta dichiarata di un tale cammino diocesano sarà ritrovare uno spirito di fratellanza e quella comunione in Cristo che da troppo tempo si è vieppiù fragilizzata in seno alla diocesi, sotto i colpi di sterili polarizzazioni. Frutti dell’ascolto della volontà dello Spirito Santo, fratellanza e comunione sono l’orizzonte del neo-pastore, come a indicare al «suo» gregge la via da seguire per raggiungere questa unità. La ricetta? Intimamente spirituale e profondamente umana: un ascolto reciproco rispettoso, abbinato a un rinnovato slancio nell’ascolto della voce di Dio, nella preghiera. Un duplice tendere l’orecchio, quindi. E della mancanza di questo atteggiamento, il neo-vescovo ha sofferto anche in passato. L’itinerario verso l’unità nella diversità è la sua principale sfida. Ma Bonnemain – la cui biografia riflette appieno tale realtà – è ben conscio che è questa l’unica via per vivere coerentemente da cristiani. Il traguardo non è dietro l’angolo. Ma mons. Bonnemain ha da subito preso in mano il bastone (storico) del messaggero della Buona Novella. Starà ora alla diocesi tutta, cogliere il suo invito e seguirlo, per convertirsi sempre più in una «Chiesa in cammino». In gioco non vi è solo il futuro armonioso della diocesi di Coira, ma la credibilità della testimonianza cristiana. Benvenuto mons. Bonnemain!
di Davide Pesenti, grigionese, teologo e giornalista, redattore di RTSreligion e cath.ch
Chiesa cattolica svizzera