Riva S. Vitale: un grande cantiere didattico sotto la cupola del Battistero

È il 2017 quando Paola Iazurlo, restauratrice e docente ricercatrice presso il corso di laurea in conservazione e restauro della SUPSI, inizia a interessarsi al battistero di Riva S. Vitale, che in Svizzera è la più antica architettura cristiana interamente conservata e giunta fino a noi. L’edificio è caratterizzato dalla stratificazione di dipinti appartenenti a epoche diverse, ma in cattivo stato di conservazione. Dopo aver preso contatto con il consiglio parrocchiale, cui il battistero appartiene, e con il municipio, che da sempre si interessa al monumento, e riscontrato il parere favorevole dell’Ufficio dei beni culturali del Cantone, la dottoressa Iazurlo decide di affidare il primo studio dei dipinti a due studenti del corso, nell’ambito della loro tesi bachelor. «Di fatto, fa parte della prassi della nostra scuola, prevedere che gli studenti entrino in contatto con le testimonianze architettoniche presenti sul territorio», ci spiega la prof.ssa Iazurlo. Da qui si sviluppa l’idea successiva di un progetto di conservazione e restauro, da attuare in forma di «cantiere didattico», con la partecipazione degli allievi del master.

Una testimonianza unica nel suo genere
La sfida non è delle più semplici: «Si trattava di rimediare a una serie di fenomeni di degrado su pitture di origine molto antica». Edificato con la pietra del luogo, il battistero fu costruito nel V secolo sui resti di precedenti fondazioni romane. Dopo secoli di uso liturgico, nell’Ottocento l’edificio va incontro a un periodo di degrado: viene trasformato in magazzino della chiesa, mentre altri caseggiati vi vengono addossati su tre lati. Solo nel 1919, dopo il rinvenimento fortuito di alcune tracce di pittura, si iniziano a scoprire gli antichi dipinti, poi restaurati negli anni 1953-55 sotto la direzione di Ferdinando Reggiori. Ma c’è di più: «Nel ricco apparato decorativo del battistero, è possibile trovare delle sovrapposizioni tra gli affreschi, ciascuna delle quali ci testimonia di un dato periodo di utilizzo del monumento. Di volta in volta, lo spazio veniva ammodernato secondo il gusto del momento, in una successione che va dal IX al XV secolo. L’abside, con la Crocifissione, ad esempio, risale all’ XI secolo, tuttavia nel tempo è stata più volte rimaneggiata, sovrapponendovi pitture che arrivano fino al XV secolo, con la raffigurazione del Beato Manfredo Settala, estremamente importante per la storia locale». La professoressa Iazurlo e la sua équipe di studenti, si è molto interrogata su come attuare il restauro: «Queste fasi e queste sovrapposizioni tra i dipinti appartengono alla storia del monumento, vanno pertanto conservate e adeguatamente presentate. Il restauro deve garantire non solo la conservazione delle pitture ma anche la giusta presentazione estetica, affinché le ampie lacune dovute al degrado non prevalgano, agli occhi del visitatore, sulle pitture». Il recupero degli affreschi consente di far rivivere la storia dell’intero monumento: «Il fatto che il battistero sia stato costantemente ammodernato, coincide con il fatto che Riva S. Vitale fosse un centro particolarmente importante in passato, trovandosi sulla via che collegava le Alpi al Lago di Como e all’Italia».

Il Battistero oggi
Per l’insieme di queste caratteristiche, Covid permettendo, il battistero è anche meta di pellegrinaggio frequentatissima. «Accogliamo gruppi da tutta la Svizzera, ma talora anche dalle nazioni vicine», ci racconta il sindaco di Riva S. Vitale, Fausto Medici. «Alcuni sono pure studiosi che si indirizzano verso il battistero, in quanto significativa testimonianza della cristianizzazione delle terre subalpine. Nei documenti dell’epoca, Riva S. Vitale è un punto strategico, al pari di città come Lugano, luogo di transito di persone e merci lungo l’asse Nord-Sud. Questa centralità lo ha reso luogo importante anche per l’evangelizzazione del territorio; da qui l’edificazione del battistero. Il paese, in seguito, fu pure uno dei centri ecclesiastici più antichi del vescovado di Como e in epoca medioevale capoluogo religioso e politico di una delle più antiche pievi ticinesi». Il Municipio finanzia assieme al consiglio parrocchiale il progetto, che continuerà per i prossimi anni ed è stato accolto favorevolmente anche dalla comunità: «I parrocchiani sono naturalmente molto attaccati al battistero – sottolinea il parroco di Riva S. Vitale, don Carlo Scorti – e spesso si fanno battezzare proprio qui». Ma al monumento guardano come punto di riferimento anche molteplici realtà ecclesiali svizzere. Nel 2019, ad esempio, i vescovi svizzeri lo hanno scelto come punto d’incontro: riunendovisi per dare avvio al mese missionario straordinario indetto da papa Francesco, hanno voluto ridare slancio all’evangelizzazione in Svizzera. «Il battistero – conclude don Carlo – è questo: una testimonianza che dal passato giunge a noi per dirci che l’evangelizzazione è un cammino che non finisce».

Laura Quadri

Chiesa cattolica svizzera

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