«Luce tuttavia. Natale si terrà»: famiglie ticinesi raccontano il loro 25 dicembre

«Luce tuttavia. Natale si terrà». È questo lo slogan che le Chiese cristiane hanno coniato per ribadire e far comprendere che la nascita di Gesù avviene anche se la messa di mezzanotte viene anticipata, i negozi chiudono prima e i presepi viventi non si sono potuti allestire. Che Natale sarà questo del 2020? A che cosa il Covid-19 ci costringerà a rinunciare? Come trascorreremo queste feste, precedute da tanti e tali cambiamenti che anche solo 12 mesi fa risultavano inimmaginabili? Quando cuore e fantasia si uniscono possono nascere cose bellissime, come il calendario dell’Avvento online che Fabia e Monica di Riva San Vitale inviano ad amici ed amiche. Un pensiero e un’illustrazione al giorno, fino al giorno di Natale. Lo fanno da diversi anni: quest’anno il tema non poteva che essere la pandemia. «È con particolare piacere che vi mandiamo, anche quest’anno, il calendario d’Avvento – si legge nell’introduzione alla casellina del primo dicembre – con piacere perché è un’occasione per stare un po’ insieme, visto che da un po’ non ci vediamo e con piacere anche perché il Natale arriverà: con o senza Covid, come è arrivata la primavera e come in autunno le foglie si sono colorate e presto cadrà la prima neve. Ma sarà Natale davvero solo se l’avremo atteso, se avremo percorso la sua attesa, giorno dopo giorno». Con largo anticipo ha iniziato a pensare al Natale anche una famiglia di Mendrisio, che ha preferito non rivelare la propria identità. «La nostra famiglia allargata – ci racconta quello che con i suoi novant’anni ne è il capostipite – comprende ad oggi 24 persone. Per cui da alcuni anni ci organizziamo in questo modo: invece di fare tutti un regalo a tutti, ci ritroviamo in novembre per estrarre a sorte chi farà il regalo a chi. Quindi un solo regalo da fare, un solo regalo da ricevere. I bambini sotto i dieci anni sono tuttavia esclusi da questa prassi». Un modo simpatico ed anche intelligente per limitare gli eccessi e anche lo stress per trovare il regalo adatto a tutti e a ciascuno. E anche un notevole risparmio, se posso permettermi…«Sì, certo», continua con la sua spiegazione. «Con i soldi risparmiati ogni nucleo famigliare, in forma assolutamente libera, consegna una busta chiusa il cui contenuto verrà devoluto in beneficienza». Con che criterio? «In pratica sono due: o sostenere un ente, un’organizzazione o un progetto missionario che ha visto attivamente partecipare qualcuno di noi, magari un qualche nipote che ha fatto un’esperienza di volontariato; o supportare il lavoro e l’attività di qualcuno che conosciamo personalmente. Anche qui, sul nostro territorio. Comunque il ricavato di questa nostra colletta familiare, viene quasi sempre consegnato brevi manu. Vale a dire direttamente nelle mani di chi si occupa del progetto prescelto». Il Covid ha cambiato qualcosa nel vostro agire? «Direi di no – conclude il nostro interlocutore – semplicemente quest’anno l’estrazione di novembre è avvenuta non in presenza, ma attraverso un collegamento online. Mentre su chi, quest’anno beneficerà della generosità della famiglia: bocche cucite. Lo si saprà al momento opportuno». Un «gioco» di famiglia che allarga il cuore: quello di chi beneficia di questo dono natalizio e quello di chi cresce in una famiglia che educa alla solidarietà.

Corinne Zaugg

Chiesa cattolica svizzera

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